20 anni di Nuda Veritas. Un blog veramente unico

Giugno 10, 2024 Internet e virtual life

Qualcosa che, in definitiva, spezzi questo assurdo pseudo-pudore che spinge le persone migliori a disprezzarsi ammirando i peggiori.

Veronica Baker


20 anni di Nuda Veritas (10 Giugno 200410 Giugno 2024)

Come è noto, la storia si ripete sempre.
E gli attori, anche se cambiano, agiscono nella stessa maniera.


I decided long ago
Never to walk in anyone’s shadow
If I fail, if I succeed
At least I live as I believe
No matter what they take from me
They can’t take away my dignity

Because the greatest love of all
Is happening to me
I found the greatest love of all inside of me
The greatest love of all is easy to achieve
Learning to love yourself is the greatest love of all

Linda CreedThe Greatest Love of all

Dal 1986 queste parole sono incise nel mio cuore…

“The Greatest Love of All” è un brano scritto da Michael Masser e Linda Creed ed originariamente registrato da George Benson per la colonna sonora del film autobiografico del 1977 “Muhammad Ali, The Greatest“.

Linda Creed scrisse il testo durante la sua lotta contro un tumore al seno.

Le parole descrivono i suoi sentimenti riguardo alle grandi sfide che si devono affrontare nella vita, all’essere forti durante queste sfide, sia che si abbia successo sia che si fallisca, e al trasmettere questa forza ai figli affinché la portino con sé nella loro vita adulta.

Linda Creed si è spenta nell’aprile del 1986, all’età di 36 anni, quando la sua canzone era diventata un successo internazionale grazie a Whitney Houston.

20 anni di Nuda Veritas
Perchè in Italia – ed in generale in tutto il mondo – non puoi avere certi numeri senza che “qualcuno” decida che deve calcare il tuo palcoscenico pur di farsi notare…

Torno indietro nel tempo : la prima chiusura del mio blog, allora chiamato Metropolis Project, avvenne nell’agosto 2010, sette anni dopo la sua apertura.

Allora ritenevo che non avrei mai più pubblicato nulla in rete, anche se poi, a distanza di un anno e mezzo, ci fu la sua riapertura con il nome A sound of silence.

Già allora ritenevo che avere un numero di lettori troppo grande e sempre crescente, come accadeva giorno dopo giorno, fosse in realtà controproducente.

Perché in Italia, e in generale nel mondo, non è possibile ottenere certi numeri senza che qualcuno decida di calcare il tuo palcoscenico pur di farsi notare.

Mi resi semplicemente conto che non è possibile esprimere liberamente le proprie idee se si è da soli.

Loro sono “tutti”.

Se scrivi su un loro blog nei commenti, semplicemente ti bannano o ti filtrano.

Se scrivi su un tuo dominio personale e ottieni un numero significativo di lettori, sarai hackerata e spammata finché non riusciranno nel loro scopo.

Odiano, odiano, odiano.
Odiano con l’odio che caratterizza i popoli che hanno odiato per secoli, che vivono nell’odio e che fanno dell’odio la loro ragione di vita.

L’italiano medio è portato a odiare l’altrui persona atavicamente.

Non è una questione di ottimismo o di pessimismo, è (purtroppo) la storia che lo insegna.

Allora compresi che ero io che dovevo fare qualcosa e capire.

Non mi sognerei mai, per esempio, di andare a inondare di spam e/o di hackerare qualcuno che ha un blog o un sito in cui scrive cose che pensa diversamente o diametralmente da me.
Non mi passa proprio per l’anticamera del cervello.

Come non ho mai invidiato nessuno per aver avuto qualcosa in più di me o per aver raggiunto successi o traguardi che non raggiungerò mai.

Non solo trovai intollerabile che non potessi esprimere le mie opinioni solo perché ritenevo di essere su un palcoscenico più o meno importante.

Ma soprattutto perché in Italia questa tendenza all’odio viene esasperata più che in qualsiasi altro stato a causa della politica (da stadio).

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Odiano con l’odio di popoli che odiano per secoli, che vivono nell’odio, che fanno dell’odio la loro ragione di vita…

In Italia, la politica è semplicemente una scusa per poter odiare qualcuno senza sembrare cattivi e malvagi, esattamente come i tifosi più esagitati vanno allo stadio e vedono la squadra avversaria non come avversaria, ma proprio come il male assoluto da abbattere e da distruggere con qualsiasi metodo, lecito o meno.

Sfortunatamente, se hai molti lettori (inteso come lettori di un blog), in Italia fai politica, anche se non lo vuoi.

In tutto questo ho imparato anche un’altra lezione.

Uno dei motivi per cui mi è sempre piaciuto scrivere è che si è portati – almeno a me capita così – a indagare le proprie ragioni.

In primo luogo, l’idea di chiudere il blog mi ha fatto sentire soffocata e mi ha aiutato a capire il motivo per cui scrivevo.

Ma nello scrivere, anche su un diario (pubblico o meno), quello che si pensa viene inevitabilmente descritto, ed è per questo che scrivere è utile.

Questo era anche il motivo per cui chiedevo ai lettori più o meno silenti di argomentare, di scrivere chiedendo pareri o semplicemente di presentarsi, in modo da poter identificare meglio il carattere e il modo di pensare di chi mi stava seguendo con interesse.

Ne appurai una cosa decisamente evidente : l’incredibile scarsa autostima che generalmente gli italiani hanno di sé.

Questo fatto mi è tornato in mente proprio in questi giorni, ripercorrendo il mio percorso di vita e verificando i numerosi errori che ho commesso.
Ho ritrovato a ritroso tutti gli episodi che mi erano capitati in passato e che, come scopo finale, avevano proprio l’abbattimento della mia alta autostima di allora.

Nella maggior parte dei casi, il tipo di presentazione del lettore medio era più o meno questo :

“Mi chiamo XYZ, sono un umile peone quasi senza intelligenza, ho un lavoro che non mi soddisfa per niente, e mi piace leggere quello che scrivi perchè non capisco praticamente nulla degli argomenti che tratti.

Voglio però sentirmi vivo, ma non ho il coraggio di cambiare e sono una persona grigia e vuota“.

Non sono certo l’unica ad avere letto presentazioni del genere, perché navigando in rete ne ho viste a centinaia.

Perché ?

Avere già voglia di leggere qualcosa in rete era un plus significativo per la considerazione della apertura mentale e della voglia di conoscere da parte del lettore medio del mio blog.

Ma quello che mi colpisce – e che è possibile riscontrare in tutti i mass media di oggi – è che viene diffuso un effetto Pigmalione al contrario (o effetto Rosenthal), per cui qualcuno (mediocre) che non vuole essere superato in una gara qualsiasi tenderà a convincere i propri concorrenti di non essere in grado di sostenerla.

Un professore mediocre all’università, dei colleghi mediocri e un capo mediocre : tutti hanno interesse a demotivare, a convincere di valere poco e di non essere capaci di nulla.
Ovviamente, la maggior parte di noi non è così : ci sono molte persone che sono mediamente molto interessanti, nonostante le presentazioni di bassissimo livello come quelle che ricevevo.

Le ragioni erano sostanzialmente due : coincidenze opposte e singolari.

Presentazioni assai anonime e quasi da scazzati, prive di autostima.

Al contrario, nella realtà queste persone sono piene di interessi e hanno voglia di comunicare e di parlare tra di loro, quindi esattamente l’opposto.

In poche parole, sono molto migliori di quanto credano.

Inoltre, le persone che la maggioranza ritiene migliori si rivelano, come ho potuto constatare nelle vicende che ho vissuto, delle nauseanti distese di piccole miserie umane, vite indegne di essere vissute.

Una sorta di stravagante “disforia”.
La gente percepisce se stessa come molto meno interessante di quanto non sia in realtà, quando coinvolta in una discussione.

Rileggendo le discussioni, ho notato un fenomeno ancora più interessante : in tutti i thread in cui si parlava di ciò che piaceva fare o leggere, emergeva un “profondo senso di liberazione“, una sorta di “coming out” sul fatto di avere interessi che nella vita di tutti i giorni devono essere nascosti, perché considerati passatempi o interessi non appropriati secondo il pensiero comune.

Una sistematica oppressione derivante dalla cultura imperante e frivola (quella che viene propinata tutti i giorni dai soliti noti sulle tv, sui giornali, su Internet e sui social network) che costringe (o quantomeno convince) ognuno a :

Nascondere qualsiasi interesse per evitare di essere assaliti da chi, essendo mediocre, teme di essere superato.

Costringere chi ha interessi a (auto)considerarsi più debole, meno interessante, meno creativo, in poche parole più solo: vivere la propria passione in clandestinità.

Devastare l’autostima di chiunque mostri di voler uscire dalla mediocrità, in modo che non abbia mai il coraggio di mostrarsi per quello che è, di socializzare con gli altri.

Ridurre queste persone all’invisibilità, lasciando spazio di visibilità solo a chi è assolutamente mediocre, ma (attraverso il gruppo) è aggressivo e incombente.

D’altra parte, la chiusura del mio blog e le vicende susseguenti mi hanno spinta a chiedermi che cosa mi spingesse realmente a scrivere, oltre a chiedermi naturalmente a chi, per chi e soprattutto che cosa.

Allora mi illudevo di non avere scopi, perché era palesemente falso.

Vedere migliaia di persone letteralmente distrutte nell’autostima, soltanto perché si voleva minare la loro sicurezza e autonomia, non mi piaceva per nulla sin da allora.
Forse, e soprattutto, anche perché avevo vissuto situazioni simili.

Chiudere ha costretto a chiedermi il perché delle mie parole.
Quale forza mi spingeva a scrivere, a chi scrivevo, perché.

Dopo poco lo capii, imparando a distinguere con il tempo contro chi scrivere e, di conseguenza, chi combattere, creando una sorta di specchio che mi mostrasse che non sarebbero mai riusciti a distruggere la mia autostima.

Coloro che vogliono questo da tutti noi (e ogni giorno i messaggi che arrivano dai mass media sono di questo tenore; ecco fra le altre cose il motivo per cui non mi interessa più partecipare alle discussioni sui siti o sui social, né leggere i giornali o guardare la televisione) sono i “personaggi” che, non contenti dell’anestetico che somministrano nella vita di tutti i giorni per rendere la nostra vita sempre più difficile, vogliono devastare la nostra autostima personale.

Qualcosa che, in definitiva, spezzi questo assurdo pseudo-pudore per il quale le persone migliori sono spinte a disprezzare se stesse, ammirando i peggiori.


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