Dicembre 11, 2008 Il lato oscuro degli scacchi
About Oly
Dresda : è stata davvero una bella esperienza, a parte il freddo intenso di quei giorni.
Abbiamo avuto la fortuna di alloggiare in uno degli alberghi dove hanno alloggiato diverse squadre olimpiche.
Non le più famose, ovviamente, che alloggiavano negli hotel a 5 stelle (noi eravamo in un normalissimo 2 stelle), ma quelle delle federazioni più “povere” (non per questo meno forti, spesso) : da El Salvador alla Mongolia, dall’Iraq al Kenya, dall’Ecuador all’Albania.
E, naturalmente, nella sala giochi si giocava a scacchi.
È stato bello giocare con giocatori di diverse nazionalità, che si divertivano a muovere i pezzi e ad analizzare con me posizioni a prima vista assurde.
Eppure, nonostante all’apparenza non fossero giocatori noti, nella maggior parte dei casi si trattava di IM o GM : dal GM della Mongolia che si limitava a osservare le posizioni e a annuire se la mossa andava bene o meno, all’allenatore di una squadra sudamericana che si divertiva a suggerire le mosse in stile Kibitz, fino al signore in giacca e cravatta che, nonostante una profondità che in analisi già si faceva vedere, si era presentato come FM.
Ma si trattava di un IM con quasi 2500 punti elo, che era stato campione dei Balcani blitz e che tuttora è il numero 2 albanese.
In effetti, dopo avere giocato con il suo giovane amico, che aveva intorno ai 2100 punti elo, tre partite lampo – vinte piuttosto facilmente – è arrivato lui.
E nelle due partite successive io non ho toccato palla.
La sede di gioco era assolutamente impressionante, anche se rispetto a Torino era difficile vedere da vicino la maggior parte delle partite.
Io mi sono piazzata per un po’ a vedere una partita della Chiburdanidze – Hou Yifan, stranamente snobbata dal pubblico.
La prima indossava un turbante bianco e un lungo vestito a forma di tunica, mentre la seconda indossava un anonimo pullover a scacchi (in tema), che però sembrava uno di quelli che usa solitamente mio padre.
Nel frattempo, ho fatto a tempo anche a giocare un torneo lampo collaterale : impressionante la qualità dei pezzi e degli orologi messi a disposizione del pubblico per il gioco libero, gli stessi naturalmente utilizzati nel blitz.
Non erano indicati nel tabellone gli elo dei giocatori anonimi che ho incontrato nel lampo, il primo premio del quale era un pacco di biscotti.
Si giocava davvero per la gloria e per il gusto di divertirsi.
Ho avuto l’impressione che la forza di gioco fosse notevole e che ci fossero dei titolati in incognito (per la serie: ho 2400 di elo ma non mi conosce nessuno perché qua ce ne sono a centinaia).
Alla fine ho chiuso con un onesto 6,5 su 11 , con alcune chicche da segnalare :
Il numero di contestazioni dell’intero torneo : 0 (zero, cosa che non si era mai verificata in alcun torneo italiano, neanche nel sociale nel più squallido bar di periferia).
La chicca è stata quando, a fine partita, due miei avversari (uno spagnolo e un egiziano) mi hanno chiesto : “Are you Russian ?”
Io l’ho preso come un complimento.L’IM nigeriano, che giocava sulla prima scacchiera della sua squadra – anziché riposare – non giocava in quel turno, e osservando le tabelle degli incontri a squadre ho capito il perché : era venuto a giocare il torneo lampo collaterale, non centrava mai i pezzi nella casella esatta.
Così, a un certo punto, in una variante teorica mi è sembrato avesse fatto una mossa piuttosto che un’altra, con il risultato che ho scambiato variante, mettendo un pezzo in presa.
Il bello è che anche con un pezzo in più non riusciva a centrare le caselle con i pezzi.
Tutto questo per dire che l’ambiente scacchistico all’estero è molto differente da quello italiano.