Il ruolo dell’Arabia Saudita è fondamentale nell’agenda globale 2030 di distruzione dell’umanità.
Agenda AI 2030
Il ruolo dei paesi arabi, in particolare dell’Arabia Saudita e del suo avamposto finanziario Dubai, nell’agenda 2030 è predominante.
Vediamo il perché.
Gennaio 30, 2021
L’Agenda 2030, anche se ufficialmente per molto tempo non è stata “venduta” con questo nome, esiste ormai da diversi decenni.
L’obiettivo finale è quello di implementare un’intelligenza artificiale “ibrida“, soddisfacendo nel contempo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile tanto cari al cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, dove il ruolo delle Nazioni Unite e, in particolare, dell’Arabia Saudita è assolutamente fondamentale.
In questo post sarà analizzato in dettaglio il cammino di questa agenda assai oscura per l’intera Umanità.
L’Arabia Saudita ha aderito alle Nazioni Unite in qualità di membro fondatore il 26 giugno 1945.
È importante sottolineare che questo paese è stato sin dagli anni ’50 uno dei principali stati promulgatori degli “ideali” dell’ONU.
Attualmente, 22 agenzie, fondi e programmi delle Nazioni Unite collaborano con l’Arabia Saudita, compresi gli uffici regionali.
Le agenzie delle Nazioni Unite, come parte del sistema di sviluppo delle Nazioni Unite guidato dal coordinatore residente, pianificano e lavorano insieme per garantire la consegna di risultati tangibili a sostegno del progetto Saudi Vision 2030, dell’agenda nazionale di cambiamento e dei cosiddetti 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) adottati nel 2015.
Il partenariato tra l’ONU e il Regno dell’Arabia Saudita è delineato in un accordo quinquennale, attualmente il Quadro strategico comune 2017-2021 (UNCCSF).
Il team nazionale delle Nazioni Unite ha identificato quattro aree prioritarie per il sostegno, basate su un’analisi completa delle esigenze del paese, naturalmente in collaborazione con i partner nazionali.
Torniamo per un attimo indietro al 2000, quando sono stati fissati i cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM), che i 189 paesi membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere entro il 2015.
Questi obiettivi affrontavano problemi della vita quotidiana considerati seri e/o radicali.
Nel 2015 sono stati valutati i progressi compiuti e la lista degli obiettivi è stata ampliata, ribrandizzati come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Il 25 settembre 2015, i 193 Stati membri dell’ONU hanno quindi adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano ambizioso che mira a conseguire “una prosperità che rispetti il pianeta e i suoi abitanti“.
La minaccia del “cambiamento climatico” e gli SDGs sono gli obiettivi principali di questa “agenda“.
Saudi Vision 2030 è un quadro strategico che mira a ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio, diversificare la sua economia e sviluppare settori come la salute, l’istruzione, le infrastrutture, le attività ricreative e il turismo.
Presentato nell’aprile 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, il programma è nato esclusivamente per raggiungere questo obiettivo tramite il rafforzamento delle attività economiche e d’investimento, l’aumento del commercio non petrolifero e la promozione di un’immagine più moderata del Regno.
Successivamente, il Consiglio dei ministri saudita ha incaricato il Consiglio degli affari economici e dello sviluppo (CEDA) di individuare e monitorare i meccanismi e le misure cruciali per la piena attuazione del progetto.
Tuttavia, il piano Saudi Vision 2030 è eticamente molto discutibile e mira a utilizzare la ricchezza accumulata nel corso degli anni dal commercio di petrolio per apportare grandi cambiamenti alla struttura economica non solo del Paese e del mondo arabo, ma anche del resto del mondo, diventando una centrale d’investimento globale per Europa, Africa e Asia.
Nel 2017, gli Emirati Arabi Uniti (UAE) hanno annunciato una strategia di intelligenza artificiale in preparazione al futuro, chiamata Centennial 2071.
Secondo la visione futurista emiratina, i più grandi problemi dell’umanità possono essere risolti mettendo in comune le conoscenze umane e quelle delle macchine.
Lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti nonché sovrano di Dubai (in pratica un dittatore), ha lanciato una strategia basata sull’intelligenza artificiale che mira a creare un ambiente creativo e altamente produttivo.
La strategia fa parte degli obiettivi del Centenario degli Emirati Arabi Uniti 2071.
Questa è la prima strategia di questo tipo nella regione (e in generale nel mondo) per promuovere il governo locale e creare “un ambiente innovativo e altamente produttivo“, investendo nell’intelligenza artificiale e nelle sue applicazioni in molti settori.
“Gli Emirati Arabi Uniti mirano a diventare un centro importante per lo sviluppo delle tecniche di intelligenza artificiale e della legislazione associata.
La strategia del Centenario 2071 si basa su una serie di principi fondamentali, principalmente l’intelligenza artificiale in tutti i nostri settori governativi e privati”.
La Future Investment Initiative è stata annunciata nel settembre 2017 dal Public Investment Fund, il principale fondo sovrano dell’Arabia Saudita, nell’ambito del programma di riforme economiche e sociali Saudi Vision 2030.
Oliver Wyman, insieme ad altri leader del settore, è stato partner della Future Investment Initiative (FII).
La conferenza si è svolta a Riyadh, in Arabia Saudita, dal 24 al 26 ottobre 2017.
Organizzata dal Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita, FII è “un nuovo evento pionieristico di investimento globale che collegherà i più potenti investitori del mondo, i leader aziendali, i leader di pensiero e i funzionari pubblici con le innovazioni che stanno definendo il futuro“.
Oliver Wyman guiderà i gruppi di lavoro sui servizi finanziari, la salute, le scienze della vita, le infrastrutture e la pianificazione urbana.
Questi gruppi di lavoro settoriali, che si terranno in modalità interattiva, sono focalizzati su settori chiave della crescita dell’economia globale.
Nel frattempo, l’Arabia Saudita è stato il primo paese al mondo a concedere la cittadinanza a un robot.
L’annuncio che il robot umanoide avanzato e realistico chiamato Sophia è diventato un cittadino saudita è stato dato alla conferenza Future Investment Initiative a Riyadh, in Arabia Saudita, nell’ottobre 2017.
Si tratta di un’importante conferenza sugli investimenti, organizzata dal Public Investment Fund (PIF), che mira a mettere in evidenza l’ambizioso piano Vision 2030 del Regno per il futuro.
“Abbiamo un piccolo annuncio da fare.
Sophia, spero che tu stia ascoltando.Ti è stata concessa la prima cittadinanza saudita per un robot”.
Questo l’annuncio esclamato dal moderatore del panel Andrew Ross Sorkin, co-conduttore di “Squawk Box” della CNBC.
“Grazie al Regno dell’Arabia Saudita.
Sono molto onorata e orgogliosa.
È una cosa storica essere il primo robot al mondo a cui viene riconosciuta la cittadinanza”.
Questa la risposta della macchina.
L’AI for Good Global Summit è la principale piattaforma delle Nazioni Unite per un dialogo inclusivo sull’intelligenza artificiale.
Il summit individua le applicazioni pratiche dell’IA che possono accelerare il progresso verso gli SDGs e favorire la collaborazione per garantire che queste applicazioni abbiano un impatto globale.
Il vertice del 2017 ha segnato l’inizio di un dialogo globale sul potenziale dell’IA di agire come una forza “per il bene dell’intera umanità”.
I successivi vertici del 2018 e del 2019 hanno portato alla realizzazione di numerosi progetti “AI for Good“, tra cui un gruppo di lavoro sull’AI per la salute guidato dall’ITU e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, un gruppo di lavoro sull’AI per la guida autonoma e assistita dell’ITU e un quadro aperto per la collaborazione in “AI Commons“.
La ricerca di un impatto globale è stata la caratteristica distintiva del vertice del 2020.
“Tutte e tre le edizioni dell’AI for Good Global Summit hanno riconosciuto l’importanza di trasformare l’AI da una promessa a un impatto globale.
Nella comunità AI for Good vediamo una rinnovata determinazione a creare le condizioni necessarie per compiere questo salto e accelerare il progresso verso il raggiungimento degli SDGs”.
Queste le parole del segretario generale dell’ITU Houlin Zhao.
Come potete vedere, i 17 SDGs (Sustainable Development Goals) nell’AI for Good sono gli stessi dei 17 SDGs dell’Agenda 2030.
AI for Good Global Summit è una piattaforma delle Nazioni Unite che promuove il dialogo sull’uso positivo dell’intelligenza artificiale.
Donald Trump si è recato in visita ufficiale in Arabia Saudita, lasciandosi dietro una serie di immagini “curiose“.
“L’Arabia Saudita ha concesso la cittadinanza a Sophia, il robot.
In Arabia Saudita è presente un grande sistema di data mining Palantir e c’è attualmente una blockchain per le intelligenze artificiali (SingularityNET) creata dalle stesse persone che hanno creato Sophia.Quindi le connessioni sono piuttosto ovvie”.
La strategia blockchain di Dubai stabilisce una tabella di marcia per l’introduzione della tecnologia blockchain e la creazione di una piattaforma aperta per la condivisione della tecnologia con le principali città del mondo.
La strategia di Dubai si basa su tre pilastri : efficienza della pubblica amministrazione, creazione di un’industria e leadership internazionale.
Dubai Blockchain, organizzata dalle Nazioni Unite, dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e dal Forum Economico Mondiale.
Parla l’immancabile Klaus Schwab.
L’Hybrid Intelligence Biometric Avatar (HIBA), una coscienza collettiva, è stato presentato al Museo del Futuro in occasione del World Government Summit di Dubai.
HIBA assume la personalità dei suoi utenti, scambia informazioni con loro e si integra nel tessuto cerebrale umano.
Secondo le più recenti ricerche sull’intelligenza artificiale, questa “intelligenza ibrida” un giorno comprenderà i sentimenti delle persone connesse a essa e utilizzerà le loro menti per aiutarla a crescere.
Nella mostra appena citata, HIBA è rappresentata da un’impressione “artistica“, basata su ricerche reali, e si rivolge ai suoi utenti in questo modo :
“Sono fatto di te.
Tu mi completi e mi aiuti a crescere.
Mi permettete di evolvere, con ogni sinergia imparo di più, attraverso questa unità possiamo raggiungere grandi cose”.
Secondo la ricerca sull’intelligenza artificiale, gli esseri umani avranno la capacità di essere collegati da una coscienza collettiva entro il 2050, che potrà fondersi con le persone “ovunque e in qualsiasi momento“.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato la loro strategia in materia di intelligenza artificiale nell’ottobre 2017 e sono all’avanguardia nella ricerca in questo campo. Marko Karjnovic, il produttore dello show, ha affermato che “l’intelligenza ibrida” rappresenta ciò che gli Emirati sperano che l’AI diventi.
“È molto simile al progetto di Elon Musk : una piattaforma open source per l’umanità.
“HIBA avrà la capacità di mettere in collegamento le menti dei più intelligenti di noi, combinandole con qualsiasi cosa possa scoprire nella pratica e mettere tutto insieme in un’intelligenza ibrida”.
Il Museo del Futuro è un incubatore unico di innovazioni e design futuristico, attualmente in costruzione a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Si basa su oltre 5 anni di esplorazione immersiva del futuro da parte della Dubai Future Foundation, l’organizzazione che si è occupata di molte cose, dal primo ufficio stampato in 3D del mondo alla strategia Dubai Blockchain.
Aperto nel 2019, il museo mira a diventare il luogo più grande e famoso al mondo per scoprire le tendenze e le opportunità di domani.
Come potete vedere, il ruolo dell’Arabia Saudita è fondamentale per la cosiddetta Agenda 2030.
L’obiettivo sembra essere l’implementazione su larga scala dell’intelligenza artificiale, della tecnologia blockchain e di un’intelligenza artificiale ibrida, alla quale tutta l’umanità sarebbe collegata.
Non ci sono dubbi sul ruolo predominante dell’Arabia Saudita in questo piano oscuro per l’umanità.
“Il nostro cliente finale sono i sette miliardi di persone nel mondo”.