Alla mia amica Sharon

Settembre 16, 2011 Riflessioni di una eretica


Alla mia amica Sharon

Sharon (nome di fantasia, dato che non voglio assolutamente che nessuno la riconosca), so che non leggerai mai queste mie parole, anche se sono esattamente quelle che ti ho detto di persona più volte.

Non hai mai utilizzato Internet, anche se so che scrivi nel tuo diario personale tutti i giorni sin da quando eri una bambina.

La tua vita non è mai stata facile, ma non hai mai avuto paura del giudizio degli altri, che hanno sempre parlato male di te a sproposito.

Sei l’unica donna – e sei decisamente attraente – in un ambiente lavorativo composto esclusivamente da uomini (operaia in un’industria meccanica pesante dell’hinterland milanese), e le malelingue e le dicerie su di te, come mi hai raccontato, si sono sempre sprecate, nonostante la loro infondatezza e la tua onestà.

Ti hanno fatta piangere, ti hanno fatta stare male, ti hanno spesso tolto la dignità.
Ma tu hai sempre seguito la tua strada, senza di certo navigare nell’oro.

Hai sempre creduto nell’amore vero, nonostante le delusioni siano state pesanti.

Il tuo primo compagno, anni fa, se n’è andato quando ha scoperto che eri rimasta incinta e hai dovuto crescere il tuo splendido bimbo (che ora è un adolescente) completamente da sola, dato che la tua famiglia, allo stesso modo, si è dileguata.

Hai affrontato mille difficoltà, senza poter acquistare beni voluttuari, ma solo ciò che era necessario per la crescita di tuo figlio.

E in questo Paese, sappiamo tutti benissimo, essere una ragazza madre significa essere additata per sempre.

Hai poi trovato un altro compagno, che, nonostante il tuo grande amore nei suoi confronti, ti tradiva di nascosto e continuamente, finché non lo hai scoperto casualmente con un SMS galeotto ed inequivocabile.

Lui ha strenuamente negato il falso e ti ha soprattutto fatto capire di non voler proseguire la relazione perché interessato soprattutto a sostenere le spese per la sua attività in proprio.

Così ti sei ritrovata improvvisamente “con il culo per terra” : affitto, cibo, vestiario, beni di prima necessità, istruzione per tuo figlio, a cui vorresti – come mi dici sempre – dare le soddisfazioni che non ha mai avuto fino ad ora (mi racconti sempre che quando ha 2€ in tasca e glieli dai, fa i salti di gioia).

Hai fatto richiesta per ottenere una casa popolare, così da risparmiarti almeno quella spesa, dato che, come mi racconti sempre, quando porti a casa lo stipendio fai subito “i piccoli mucchietti di denaro“.

Questo per l’affitto, questo per la spesa, questo per la benzina, questo per l’abbonamento dell’autobus di tuo figlio.

Ma la risposta è stata negativa per i motivi che conosciamo tutti; purtroppo, è il tuo essere italiana e non avere conoscenze altolocate a farti pagare questo dazio.

È un’ingiustizia, lo so bene.

Come mi hai raccontato, altre persone nella tua situazione sarebbero subito andate a piangere in qualche sede di sindacato e avrebbero ottenuto qualche privilegio in cambio di qualche “scampagnata” in qualche città, oppure, come ho aggiunto io lo scorso sabato sera, avrebbero mandato questa testimonianza nei soliti stragettonatissimi blog, condita degli altrettanto soliti insulti, al fine di ottenere un po’ di pubblicità.

Oppure avrebbero utilizzato i soliti sotterfugi.

Tu, invece, sei venuta da me a spiegarmi la tua vita e a chiedermi conforto, a farmi domande su quale potrebbe essere il tuo futuro, se un giorno dovessi arrivare al punto di dover fare delle scelte difficili.

Ti sei aperta completamente a me, fidandoti ciecamente, come ben poche persone avrebbero avuto il coraggio di fare oggi, trincerandosi dietro una marea di scuse e bugie.

Sei una persona speciale, una donna che ha una vera dignità morale.

Guardi sempre avanti, senza voltarti indietro e senza curarti del giudizio altrui.

Soprattutto, segui il tuo cuore.


Alla mia amica Sharon


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