Arcobaleno sulla Madonnina

Aprile 22, 2008 Il lato oscuro degli scacchi, Memorie dal sottoscala


Arcobaleno sulla Madonnina

Mi accingo a giocare un semilampo che per me ha una notevole importanza.
Si gioca il 16 giugno.

Una data importante per me, non solo perché il giorno dopo è il mio compleanno, ma anche e soprattutto perché voglio manifestare contro le ingiustizie sociali giocando un torneo superlativo.

Come sempre, sento in modo particolare questa data.
Parto.
Destinazione Piazza S. Stefano.
Questa volta non sono particolarmente ottimista, anzi per nulla.

Sento di non stare bene, di avere dei piccoli malesseri fisici.

Ma tutto passa non appena inizio a giocare.

Conquisto una serie di vittorie consecutive, mostrando anche una buona ispirazione e una grande creatività.

Al sesto turno mi basta un pareggio per vincere il torneo con un turno di anticipo ; gioco una partita brillante, Pim! Pum! Sacrifico la D per T+C+P e l’attacco, ottengo una posizione completamente vinta, ma improvvisamente lascio una T in presa e prendo matto in una posizione che è letteralmente imperdibile.

Ci rimasi malissimo, naturalmente.
Ma rimasi ancora più male nel vedere un mio compagno di squadra, Giorgio “Nimrod” Chinnici, il mio capitano nel CIS 2007, complimentarsi calorosamente con il mio avversario per la “brillantissima” partita giocata.

Che %&$£”!, pensai.
Aveva assistito a tutta la partita ed era evidentemente entusiasta della mia clamorosa sconfitta.


Arcobaleno sulla Madonnina


Dentro di me ero furiosa a mille e, naturalmente, ciò non poteva non ripercuotersi nell’ultimo turno, dove ho giocato una partita orrenda, sbagliando tutto sin dall’inizio (innervosita anche dal fatto che, nella scacchiera accanto, avevano fatto patta sotto gli occhi dell’arbitro senza giocare) e finendo in fretta in una posizione in cui dovevo cedere un pezzo per non prendere matto.

Ormai ero rassegnata alla sconfitta, ma improvvisamente il mio avversario ha iniziato a pensare in una posizione che si vinceva ad occhi chiusi.

Quando gli restavano circa 30 secondi per finire, ho avuto un’idea assolutamente balzana : ho iniziato a dare scacchi con la Torre, apparentemente senza scopo, ma con un’idea ben precisa.
Lo stallo.

Una situazione che era in effetti evitabile sulla scacchiera, ma la manovra che il mio avversario doveva effettuare era troppo lunga per il poco tempo a sua disposizione.

E così, con un solo secondo rimasto sul suo orologio, il mio avversario fu costretto a catturare la mia Torre, mettendo il mio Re in stallo.

Patta.
Ciò significava per me la vittoria nel torneo.

Fu un’enorme iniezione di fiducia e di consapevolezza nelle mie forze.
Ma soprattutto, per la prima volta, l’Arcobaleno si era riflesso a due passi dalla Madonnina.


arcobaleno6 e1670505676601


Nel suo piccolo, un evento inusuale.

1.e4 c5 2.d4 e6 3.d5 a6?! 4.d6 e5 5.Qd5!? Qf6 6.Bc4!? Nc6
6…Bxd6 7.Nf3 Ne7 8.Qd1 b5 9.Bg5 Qg6 10.Bd5
7.Nf3!?
7.Bg5 Qg6 8.Nf3 Bxd6 9.h4
7…Nb4?! 8.Qxe5+ Qxe5 9.Nxe5 Nxc2+ 10.Kd1 Nxa1 11.Nxf7!
11.Bxf7+!? Kd8 12.Bg5+ Nf6 13.Bc4 Bxd6 14.Nf7+ Kc7 15.Bxf6 gxf6 16.Nxh8
11…Nf6?
11…b5 12.Bd5 Nf6 13.Nxh8 Nxd5 14.exd5 Bxd6 15.Nc3 Bb7 16.Bg5 Kf8 17.Kd2 Kg8
18.Rxa1 Kxh8 19.Re1±
12.Nxh8+-
12.e5 Ng4 13.Nxh8 h6 14.Re1+-
12…b5?!
12…Bxd6 13.e5 Bxe5 14.Re1 d6 15.Nf7+-
13.e5 Ng4 14.Bf7+ Kd8 15.Bg5+ 1–0



Veronica