Gennaio 23, 2005 EcoAnemia
L’Avvocato Agnelli. Figura di un capitalismo che non c’è più
Sono passati due anni dal comunicato stampa della famiglia che, alle 9 di venerdì 24 gennaio 2003, annunciava : «Giovanni Agnelli è spirato nella sua casa torinese dopo mesi di malattia».
Al Centro Storico Fiat si sarebbe tenuta l’assemblea dell’accomandita Giovanni Agnelli e C., la cassaforte della famiglia, destinata ad approvare la nomina a presidente di Umberto Agnelli (spirato l’anno scorso) in sostituzione del fratello Giovanni.
La notizia (in quel momento non ancora ufficiale) della morte di Agnelli venne dettata alle redazioni proprio di fronte alla vecchia fabbrica, oggi museo delle produzioni centenarie e non solo automobilistiche del gruppo.
Poi arrivò il comunicato, la conferma e contemporaneamente ci fu l’arrivo dei soci dell’accomandita.
L’Avvocato era mancato «alle 8.00 del mattino assistito dalla moglie Marella, dalla figlia Margherita e dai suoi figli» proseguiva la nota della famiglia distribuita dall’ufficio stampa Fiat.
Dopo mesi di malattie e due viaggi in Usa per sottoporsi ai cicli di cura, il ritorno a Torino in primavera e una gita lampo in Corsica per vedere ancora una volta quel mare che, con i monti del Sestriere, portava sempre nel cuore e una breve comparsa nel suo ufficio del Lingotto, Giovanni Agnelli se ne era andato per sempre.
L’ultima occasione pubblica in cui si era mostrato, peraltro a un ristretto gruppo di persone tra cui il Presidente della Repubblica Ciampi e quello del Senato Pera, era stata l’inaugurazione della pinacoteca intitolata a lui ed alla moglie.
Una figura di un capitalismo che non c’è più.