Bienvenidos a Tijuana

Gennaio 10, 2025 Il Great Reset del WEF, Ologrammi proibiti di vita reale

Questo non è un blog per bambini.
Né per i bambini piccoli né per gli adulti che, purtroppo, sono rimasti bambini dentro.

Veronica Baker


Bienvenidos a Tijuana

Non c’è cosa peggiore che chiudersi gli occhi e non voler vedere.

Oppure vedere ciò che non esiste.
Oppure alterare la realtà per renderla coerente con ciò che si desidera.

E non a quello che è realmente.


Osservando la dialettica del cosiddetto Great Reset, che si sta imponendo inesorabilmente in questo momento riguardo al futuro economico dell’Occidente, è evidente che qualsiasi infrastruttura, prima o poi, dovrà scomparire (treni ad alta velocità, centrali elettriche non ecosostenibili, industria manifatturiera) per lasciare il posto a una (nuova) economia completamente “verde” che si baserà esclusivamente su questi settori :

Turismo. “Frotte” di turisti per visitare le bellezze paesaggistiche ed artistiche.
“Piccolo” artigianato. Un settore manufatturiero ridotto a piccole aziende a conduzione artigianale che lavorano nel confine grigio che separa industria ed agricoltura.

Agricoltura “a bassa resa”. Poco intensiva, con un uso limitato di tecniche meccaniche e bioingegneristiche.
Svalutazione “competitiva”. Le aziende hanno i bilanci in ordine, ma i proprietari con i ricavi a disposizione possono a malapena vivere. Poveri, ma felici.

Del resto, paesi simili esistono già : praticamente l’intera America Latina.
Che infatti solitamente possiedono :

Una quantità di bellezze naturali e paesaggistiche da mozzare il fiato.
Un’enorme quantità di tradizioni legate alla religione.

Un’agricoltura poco intensiva e basata esclusivamente sui prodotti biologici.
Mestieri che si tramandano di padre in figlio, dalla bottega allo studio di professionisti.

Ovviamente i truffatori non mostrano mai tutto il “pacchetto”.
Mostrano solo una bella cartolina su cui certe cose non si vedono.

Quello che infatti non raccontano i pauperisti del WEF che propongono questo modello economico “sostenibile” è che include anche :

Un substrato di povertà estrema, di persone che non riusciranno mai a salire di livello sociale nemmeno a quello di “poveri”.
Un substrato di assoluto analfabetismo che produce solo schiavi a buon mercato.

Una scuola in cui nessuno che non provenga da una famiglia adeguata potrà mai salire la scala sociale e che produce esclusivamente disoccupati o figli di papà.

Un sistema organizzato e pervasivo di prostituzione legalizzata, pedofilia tollerata e mostruosità morbose di ogni genere che, con il tempo, diventerà una delle principali industrie nazionali e che funziona come un extra-reddito del turismo.

Ologrammi proibiti
Bienvenidos a Tijuana. Armando Munoz ha costruito questa statua nel 1990…

È assolutamente necessario che l’Occidente torni al più presto a essere una potenza industriale con ferrovie, infrastrutture, industrie e centrali elettriche.

In altre parole, deve trattarsi di nazioni industrializzate.

Altrimenti, prima o poi, i paesi saranno costretti ad abbandonare una valuta forte a turno.

Svalutando la moneta, si distruggeranno i redditi delle famiglie, il risparmio e le pensioni.

Si formerà così un folto substrato di poveri.
Gli scenari saranno sempre più tristi e cupi.

Iniziate ad abituarvi.

Perché ogni giorno che passa sta sempre di più diventando il futuro dell’Occidente.

Ma non volete proprio sentire queste parole.
Forse lo preferirete quando sarà troppo tardi.

Benvenuti a Tijuana.



La Mosca che nessuno vuole vedere

Tutto è iniziato alla fine degli anni Ottanta e perdura tuttora.
Anni di grandi trasformazioni socio-culturali che hanno coinvolto non solo i Paesi dell’Europa dell’est situati oltre la cortina di ferro, ma l’intero continente.

Da quel momento, tutto è cambiato (almeno in teoria) : confini, ideologie, valori, speranze, obiettivi, e anche i colori, che vanno dalle tonalità sbiadite di grigio alle variopinte pubblicità.

L’inizio di un’epoca in cui l’avere è diventato più importante dell’essere.


Elena è una ragazza venticinquenne che quest’anno ha realizzato il suo sogno : andarsene dalla sua città natale, Tula, per andare a vivere a Mosca e iscriversi alla prestigiosa università della capitale russa.

Si guadagna da vivere lavorando in uno “studio-webcam”, dove è finita rispondendo a un annuncio sul quotidiano moscovita.

“C’era scritto : “Cercasi ragazze per lavoro su siti Internet con buona conoscenza dell’inglese e del sistema operativo Windows”.
Ho pensato che fosse proprio quello che faceva per me.
Mi sono presentata e, intorno a me, c’erano solo delle webcam.

Ci sono rimasta male, lo ammetto.
Poi, però, mi hanno detto che non era necessario spogliarsi.
Dovrai solo conversare su temi “generici”.

Alle nuove arrivate dicono sempre così”.

E tu hai iniziato subito a spogliarti ?

“No.
All’inizio non me la sentivo, ma poi ho iniziato a chiedermi se fossi davvero in grado di farlo o no.
Dopo essermi spogliata per la prima volta, è diventato una cosa normale”.

Vedi il cliente ?

“A volte sì, a volte no.
Spogliarmi davanti a un monitor vuoto è qualcosa che faccio tranquillamente, ma quando sul monitor vedi i suoi occhi, vedi come ti osserva, è terribile, soprattutto se il cliente di turno è una persona normale e carina”.

Il cliente ha il diritto di pretendere che tu faccia tutto quello che vuole ?

“In teoria è così, ma puoi rifiutare.

E poi dipende da quanto sei disposta a giocare : in fondo, non si tratta solo di agire.
Ci sono anche quelli che vogliono che tu gli racconti che sei una gran troia.

Uno in particolare mi ha chiesto di raccontare nei dettagli di come mio padre e mio fratello mi hanno posseduta davanti agli occhi di mia madre.
Una vera follia, all’inizio era davvero squallido.

Ma poi alcune colleghe mi hanno convinta : “In Russia non c’è motivo di vergognarsi di guadagnarsi da vivere in questo modo”, mi hanno ripetutamente detto”.

Ci sono dei veri perversi ?

“Tantissimi.
Alcuni amano guardare una ragazza mentre fa la pipì.

Anche i masochisti non mancano : bisogna insultarli e inventarsi sul momento qualche punizione.
È una cosa divertente che serve a svagarsi.

Ci sono anche quelli che chiedono : “Parla con me come se fossi tuo padre”.
Negli USA gli elementi così sono davvero un’infinità, come quelli che ti chiedono di metterti in bocca svariati oggetti”.

Oltre a te, quante ragazze lavorano nel tuo studio ?

“Dalle 25 alle 30.
In una stanza ci sono 5 computer e nell’altra 6.
Lavoriamo a turni”.

I tuoi genitori sanno come ti guadagni da vivere qui a Mosca ?

“Certo, e mio padre mi dice sempre : “Sarà anche amorale e illegale, ma in Russia i giovani si trovano in una situazione tale che per guadagnare sono costretti a ricorrere a cose del genere, quindi è tutto normale, figliola”.
E in effetti, non è colpa nostra se trovare un lavoro normale è pressoché impossibile”.

Se si chiede alle “modelle” perché si occupano di queste cose, ognuna di loro risponderà a modo suo.
La più sincera vi dirà :

“Delle tre cose che potevo fare, prostituta, spogliarellista e modella webcam, ho scelto quest’ultima”.

Altre invece sognano in questo modo di fare la conoscenza di uno straniero e di sposarsi, come ad esempio Irina, che ha sposato un olandese col quale adesso ha aperto uno studio di webcam in comune.

Invece, molto spesso, le ragazze risponderanno molto più seriamente e tranquillamente che c’è da pagare l’affitto e l’università, e quelle più testarde sosterranno che, impegnandosi al massimo, si può arrivare a comprarsi la macchina e un appartamento.
Ma, al di là della propaganda delle leggende metropolitane che si leggono su Internet, nessuna è ancora riuscita a mettere da parte un capitale del genere.

Un altro tema importante è la reazione dei genitori quando scoprono in che modo la loro figlia ha racimolato 300 $.
Come ha dichiarato la “modella” Inna, i suoi genitori “si rendono perfettamente conto che, come insegnante di musica, non sarei in grado di mantenere me stessa, figuriamoci tutta la famiglia“.

In effetti, per le città della provincia russa i guadagni ottenuti grazie alle webcam sono ottimi, anche se va sottolineato che le escort “vere” (di alto livello, ovviamente) guadagnano spesso molto di più.

Un minuto di chat costa al cliente dai 0,75 ai 5,99 $.
Il guadagno viene diviso a metà tra il proprietario del sito negli Stati Uniti e quello dello “studio” in Russia.

Le “modelle”, invece, si mettono in tasca una somma che varia dal 25 al 40% dell’introito.
Cioè, nell’arco di 6 ore, una ragazza può guadagnare dai 65 ai 300 dollari.

Il proprietario dello studio, invece, guadagna molto di più.
Perché per aprire uno studio serve ben poco : un locale, l’accesso a Internet, i computer e le webcam, senza dimenticarsi della cosiddetta “protezione”, cioè il racket.

È evidente che più ci si allontana da Mosca, più tutto questo costa molto meno.
In media, la “modella” meno cara fa guadagnare circa 25$ al giorno al proprietario dello studio e, se le “modelle” sono 30, è facile fare i calcoli.

Gregory è uno dei proprietari di uno studio a Mosca.
Ecco di seguito le sue dichiarazioni :

“Negli Stati Uniti ci sono portali enormi che favoriscono questa attività e che hanno investito somme da capogiro per promuoverli.
Qui in Russia, chiunque può connettere il proprio canale munito di camera e avere subito a disposizione milioni di clienti statunitensi.

Poi ci potranno anche accusare di produzione e diffusione di materiale pornografico illegale, di attività illegali e di mancato pagamento delle tasse.
Un momento.

La prima accusa cade subito, dal momento che la “modella” viene registrata sul sito (con tanto di riconoscimento facciale biometrico) che è regolarmente munito di licenza ed è ufficialmente registrato negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda il resto, per legge tutti sono tenuti a pagare le tasse e non c’è nulla che mi impedisca di farlo.
A dire il vero, però, nessuno mi obbliga a farlo, dal momento che dimostrare che si guadagna e non si pagano le tasse è praticamente impossibile”.

Da un lato è impossibile lottare contro questo tipo di prostituzione su Internet : semplicemente è qualcosa di insensato.
Se c’è la domanda, c’è anche l’offerta.

Internet e il sesso vanno da sempre di pari passo.

Bienvenidos a Tijuana
Bienvenidos a Tijuana. In America ci sono portali enormi che favoriscono tale attività e che hanno investito somme da favola per promuoverli…

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’intera Russia è invasa da studi webcam, un tipo di business ben definito, con un sistema di sconti e tariffe ben strutturato, che genera ingenti somme di denaro.

Inoltre, quando a una ragazza viene proposto di fare la prostituta, lei capisce perfettamente che dovrà vendere il proprio corpo in cambio di denaro e, se si tratta di spogliarello, la cosa è altrettanto trasparente.

Ma quando a una ragazza viene proposto di lavorare dietro a una webcam, non le si dice mai in cosa consisterà il suo lavoro.

La stragrande maggioranza delle “modelle” inizia a conversare in modo sincero con gli “stranieri infelici”, per poi col tempo abbattere le restanti barriere.

Non subito, ma quando si rende conto di cosa combinano i clienti sul monitor.
E la cosa più importante : i soldi.

Loro non si vergognano, perché dovrei farlo io ?

Si può obiettare che una ragazza normale, di fronte a una proposta del genere, possa rifiutare senza esitazione.
Ma per una nuova “modella”, un’amica o una conoscente qualunque che l’accompagnano nello studio, se quest’ultima lavorerà non meno di 3 ore, chi l’ha condotta guadagnerà come “incentivo” non meno di 100 $.

Per cui le colleghe faranno di tutto per convincerla a restare, alludendo al dovere nei confronti dei genitori che tirano la cinghia e che, in fin dei conti, non si tratta di prostituzione.
Senza dimenticare, ovviamente, che nella Russia attuale una donna può guadagnare uno “stipendio” dignitoso esclusivamente in questo modo.


Un cerotto sulla coscienza

In Germania le case chiuse sono legali e pubblicizzabili : le insegne sono sulle fiancate dei taxi e girano pulmini pubblicitari con le reclame.
Basta recarsi nella hall di un hotel locale e prendere una brochure, per esempio quella di Norimberga, e cercare la voce “relax” per trovare i cosiddetti FKK.
Spesso, se arrivate di sera e chiedete informazioni su un hotel, i tassisti ve li consigliano.

Bienvenidos a Tijuana
Bienvenidos a Tijuana. In Germania le case chiuse sono legali e pubblicizzabili…

Nürnberg non è come Amburgo, quindi non c’è un “quartiere a luci rosse” (anche se esiste una Sperrbezirk).
Essendo legale, per un tedesco è sempre possibile andare in un bordello senza il rischio che la polizia irrompa o che qualcuno mandi multe a casa, come invece accade in Italia.

Peraltro, i bordelli sono solitamente edifici fuori città circondati da siepi o con androni in comune con altri edifici.

Insomma, non è possibile stabilire con certezza che state andando proprio lì.
Farlo è punibile per legge ed è un reato penale.

A meno che non siate minorenni, nessuno può avere da ridire sul fatto che entriate in un bordello, e la privacy sul piano giuridico è molto tutelata.

In Italia è possibile imbattersi in ragazze schiavizzate, picchiate e minorenni.
In Germania è più difficile, anche se succede.

Di solito si tratta di donne provenienti dalla Romania e dalla Bulgaria, etnie che tendono a creare dei veri e propri ghetti nelle città più grandi e che non godono della considerazione della cosiddetta POLIZEI.

In Germania la seconda guerra mondiale non è mai finita perché non è stato firmato alcun trattato di pace.
Inoltre, esistono due forze armate interne chiamate “Polizei” e “POLIZEI”.

La prima sarebbe quella ufficiale, che in pratica non esiste.
La seconda è una corporation commerciale privata.

Questo è il motivo per cui le lettere sono scritte in maiuscolo.
Un tedesco che non possiede un documento d’identità come i “Reichsbürger” non può far valere i propri diritti umani davanti al tribunale internazionale di Den Haag.

Inoltre, il mercato è decisamente vario e ci sono posti per tutte le tasche, anche economici.

Ma se qualcuno pensa che il mito del bordello legale sia la soluzione definitiva alla prostituzione come problema sociale, si sbaglia di grosso.
Questo è quanto si impara frequentando un centro come Kassandra a Norimberga, ma più o meno in ogni grande città tedesca esiste un centro di aiuto del genere ; i più famosi sono Hydra a Berlino e Madonna a Bochum.

In primo luogo, è una chimera che le donne “si paghino i contributi per la pensione“.

Non perché non li paghino, ma perché senza registrazione all’Agenzia delle entrate non possono lavorare.
Il motivo è che le ragazze non arrivano mai alla pensione.

La carriera inizia solitamente intorno ai 20-25 anni.

E all’inizio “potrebbe” anche andare discretamente bene.

Bienvenidos a Tijuana
Bienvenidos a Tijuana. Una verità nuda e cruda…

Il problema è che la concorrenza è in continuo aumento ed è arrivata a livelli assolutamente folli, vista la continua affluenza di nuove ragazze praticamente da ogni parte del mondo.

Di conseguenza, i prezzi sono costantemente al ribasso, dato che l’offerta supera di gran lunga la domanda.

I costi massimi a prestazione si aggirano intorno ai 50-60 €, di cui il 50% va alla ragazza e il 50% al gestore.

Tuttavia, la ragazza deve pagare le tasse a fine anno sul 50% di questo importo e quindi mediamente le resta il 25% : in pratica dai 15 ai 20 € a prestazione.

Infatti, le ragazze lavorano 10-12 ore al giorno per guadagnare quanto basta a vivere.

Ecco perché nella stragrande maggioranza dei casi interviene lo stato sociale con un miniappartamento in qualche quartiere popolare e un sussidio base.

È quindi assolutamente falso che le prostitute legali (almeno quelle residenti in Germania) pagando le tasse come tutti gli altri, mettano da parte i fondi per la pensione.
Semplicemente perché non lavorano fino alla pensione o perché non riescono ad avere un reddito tale da poter pagare i contributi necessari.

Inoltre, lo stato sociale interviene praticamente quasi sempre, dato che il break-even si raggiunge con un fatturato minimo di circa 4.500 euro al mese.
Un valore evidentemente proibitivo da raggiungere : pagando le tasse, non riescono a mettere da parte nulla per il futuro.

Ad eccezione delle Hobbyhüre, ragazze “comuni” per cui è una seconda professione e che lavorano saltuariamente nei FKK o più frequentemente in hotel o al loro domicilio.

Chi pensa e soprattutto parla a sproposito nei mass media che basti legalizzare la prostituzione per renderla “umana” è sempre e comunque in malafede.

La sicurezza del reddito ?

Le ragazze non possono avere contratti come dipendenti con i bordelli, per una semplice ragione di costituzionalità : in questo caso non possono essere stabiliti diritti e doveri.

Sono delle libere professioniste che pagano un affitto in percentuale ai ricavi al gestore del locale e poi devono pagare le tasse sul resto.
In pratica, quindi, non solo non hanno alcuna sicurezza (guadagnano solo se lavorano), ma sono anche vessate dal punto di vista fiscale.

Quindi faticano a mettere da parte soldi, a meno che non siano straniere (moltissime sono italiane, per la cronaca), nel qual caso non pagano le tasse allo stato tedesco.
La legalizzazione dei bordelli ha esclusivamente un effetto cosmetico : lava la coscienza dei clienti, che credono che “pagando le tasse” diventino cittadini a tutti gli effetti e quindi nessuno si senta in colpa.

E il mito della pensione è solo un mito, dato che non garantisce alle donne nessun servizio sociale che non avrebbero già come disoccupate.

È solo un cerotto sulla coscienza.


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