Aprile 29, 2008 Riflessioni di una eretica
Bisogna saper perdere
“Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere”.
Quando si subiscono sconfitte su sconfitte, è assolutamente necessario fare un’importante pausa di riflessione, chiedendosi il perché di tutto questo, senza protestare sempre e comunque contro tutto e tutti.
Occorre avere la forza e la obiettività di saper fare autocritica, soprattutto quando sono stati commessi errori macroscopici, come confermato dai fatti.
Credevo che la prima batosta fosse servita a qualcosa.
Invece niente, sono ancora lì, imperterriti, a marciare sempre di più verso il precipizio.
Dobbiamo imparare ad accettare idee, ideologie e persone che non sono necessariamente meno nobili e rispettabili rispetto a noi, anche se c’è chi, troppo spesso a mio avviso, cerca di far credere il contrario.
Questo è il significato primo della democrazia : non la tolleranza, ma l’accettazione.
Leggo commenti a dir poco assurdi : gente che dà dei rincitrulliti a chi ha deciso di cambiare dando la preferenza ad altre formazioni e altri candidati (sarebbe stato esattamente lo stesso se fosse successo il contrario, ovviamente, ma è il concetto che conta).
Come dice una mia amica, dire una cosa del genere equivale ad avere una miopia talmente grande che, al confronto, Mr. Magoo ha una vista da aquila.
Quando si perde una partita, o, con un paragone più calzante come in questo caso, si conclude un torneo con un risultato davvero molto negativo, la prima cosa da fare è analizzare tutte le partite giocate, cercando gli errori e, soprattutto, le motivazioni che hanno causato un risultato così scadente.
Bisogna analizzare concretamente, senza tirare ad indovinare o fare inutili piagnistei.
Senza continuare a dire solo belle parole, chiacchiere lontanissime dalla realtà.
La gente “comune” è stanca di sentire solo chiacchiere, vuole fatti concreti.
Rispettando prima di tutto l’avversario.
E se l’avversario non lo facesse?
Cerchiamo di differenziarci dalla massa.
Senza questo, vedo molto difficile che possano essere propugnati i tanto sbandierati ideali di rispetto e solidarietà.
Anzi, la vedo più come l’ennesima strumentalizzazione da parte dei falsi buonisti che, a parole, si schierano sempre e comunque con le minoranze solo per farsi belli con l’opinione pubblica.
È più facile professarsi tolleranti nei confronti di chi, sulla carta, è più debole e discriminato.
Fa molto chic, nei salotti buoni, dichiararsi tali.
Fa bene alla propria coscienza.
In fondo, fa comodo sentirsi più buoni.
Ma in realtà non credono affatto in quello che dicono.
Chi rispetta davvero gli altri non lo ostenta in modo odioso.
Semplicemente, si comporta in un certo modo.
Venite a combattere fianco a fianco nella vita di tutti i giorni, mostrando solidarietà concreta e non solo virtuale, sotto gli occhi di tutti.
Purtroppo, però, ho trovato davvero raramente qualcuno disposto a farlo.