Dicembre 17, 2023 La Medicina dell’Anima
Gli occhi che vedono, non servono a un cervello cieco.
Le orecchie che sentono, non servono a un cervello sordo.
Canto del mezzo e mezzo
Questa fluttuante vita ha superato da un pezzo la sua fase più intensa.
Ah, che magica parola : “metà” !
Così ricca di significati.
Ci invita ad assaporare una gioia più grande di quanto potremo mai possedere.
Per l’uomo, lo stato migliore è essere a metà della vita.
Quando il passo che rallenta gli dà sollievo.
Un vasto mondo giace a mezza via tra terra e cielo.
Vivere a metà tra città e campagna.
Avere possessi a metà tra ruscelli e colline.
Essere mezzo dotto, mezzo nobile, mezzo mercante.
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Viver metà da aristocratici e metà da popolani.
Avere una casa mezza elegante e mezza banale.
Mezza mobilia elegante e mezza vuota.
Abiti e vesti mezzi vecchi e mezzi nuovi.
Cibi metà raffinati e metà ordinari.
Servi né troppo veloci né troppo stupidi.
Una moglie né troppo semplice né troppo spiritosa.
Così, allora, in cuore, mi sento un Buddha a metà.
Quasi un taoista benedetto, una fata.
La mia altra metà la rimetto al Padre Celeste.
L’altra metà la lascio ai figli.
Pensando a come provvedere ai posteri.
E mezzo come rispondere al demonio.
È il più furbo ubriaco, il mezzo brillo e i mezzo sbocciati sono i più bei fiori.
Come le barche che a mezza vela vanno più sicure.
E i cavalli che a mezze redini trotterellano meglio.
Chi possiede più di metà cresce l’ansia.
Ma possedere qualcosa di meno fa nascere la sete di possedere ancora di più.
Dato che la vita è fatta di dolce e amaro.
Chi assaggia soltanto metà è saggio e più bravo.
(Li Mi-An)