Giugno 10, 2008 Il Great Reset del WEF
Carne da macello
[…] “Una macelleria.
In tutti i casi la sofferenza cagionata da inutili se non dannosi interventi chirurgici diventa il mezzo per procurarsi guadagni, a scapito di pazienti inermi e debilitati, molto spesso anziani e grandi anziani”. […]
[…]A una donna di 75 anni (formalmente si ipotizza un tumore) viene fatta una quadrantectomia a una mammella.
Non serviva, bastava un piccolo intervento in day hospital.
Una 42enne aveva un nodulo di 5 millimetri e un noduletto di grasso : sarebbe stato sufficiente un prelievo con un ago, invece le tolgono l’intera mammella con svuotamento ascellare.[…]
[…]A una ragazza di 18 anni viene devastato il seno con un “intervento ampio, indicato nei tumori maligni”, ad “impatto estetico rilevante” e che è “inspiegabile, dato che si trattava di un semplice fibroadenoma” benigno da levare in anestesia locale.
Una paziente di 51 anni viene operata alla mammella sinistra che le viene demolita, senza trovare un tumore maligno che pure era in ecografia.
Verrà tolto “con grave ritardo” in un secondo intervento “inadeguato e molto demolitivo”.
[…]Un 38enne con polmonite ed epatite C.
Da trattare con antibiotici e drenaggio, gli tolgono un pezzo di polmone.
Cosa che avviene in una decina di polmoniti.Una paziente di 71 anni ha la polmonite con versamento pleurico.
Poteva essere curata con un drenaggio, invece la operano[…]
[…]65enne malata di tumore, metastasi ovunque.
Niente potrebbe salvarla, ma finisce sul tavolo operatorio per «puro accanimento». Muore dopo lunghe sofferenze.[…]
Nulla di nuovo sotto il sole.
Un film già tristemente visto esattamente 10 anni fa, nella stessa maniera.
Diagnosi iniziale : sospetta forma tubercolare.
Diagnosi reale : tumore maligno (carcinoma) al polmone.
Operazione in urgenza all’Ospedale S.Paolo di Milano.
Sulla carta tecnicamente riuscita, riuscita così bene che il chirurgo si “sbaglia” a scrivere il referto, che verrà corretto a mano in forma privata (ed internamente tre settimane dopo) : semplicemente si era “dimenticato” di scrivere che c’erano delle metastasi che iniziavano ad espandersi.
Per cui, anzichè iniziare immediatamente una terapia, viene aspettato ancora tardivamente un mese letale.
Risparmio la cronaca delle sofferenze subite nei mesi successivi, così come il triste epilogo, già raccontato in altre pagine di questo blog.
Siamo carne da macello per la sanità italiana.
Le categorie più a rischio sono gli anziani e le persone considerate “non convenzionali”, come ad esempio la sottoscritta.
Ma anche tutti gli altri non sono certo immuni da rischi, anzi.
Ed ecco perchè non ho mai usufruito – nè mai ne usufruirò, fin tanto che mi sarà possibile, soprattutto per quanto riguarda le mie terapie e le mie chirurgie – di strutture italiane.
Se spesso abbiamo difficoltà ad ottenere rispetto nella vita di tutti i giorni, figuriamoci se lo possiamo ottenere da chi ha una professione assai spesso improntata esclusivamente sull’arrivismo o dal Dio denaro.
Questione di professionalità e di rispetto dell’essere umano.
Qualità che qui sono assai difficili da trovare.