Casa : aumenti in vista

Febbraio 11, 2005 MacroEcoAnemia


Casa : aumenti in vista

Molti contribuenti italiani si preparano a un nuovo salasso.

Saranno ancora una volta i proprietari di immobili a finire sotto la scure del fisco, “ingolosito” dall’aumento di valore che gli immobili hanno registrato negli ultimi anni.

Secondo quanto stabilito dall’ultima Finanziaria, la crescita del mercato immobiliare potrebbe presto tradursi in un adeguamento dei valori base sui quali si applicano le imposte sulla casa : Ici e Irpef in primis.

Una vera manovra a tenaglia, probabilmente frutto di un tacito accordo tra Governo e Comuni.

Se il primo ha deciso, con la Finanziaria del 2005, di tagliare i trasferimenti agli enti locali, i secondi saranno ben contenti dell’assist fornito su un piatto d’argento nella stessa Finanziaria : la possibilità di richiedere l’adeguamento dei valori catastali nelle zone in cui questi si discostano sostanzialmente dai valori di mercato.

Casa : aumenti in vista
Casa : aumenti in vista

E dalle parole si sta rapidamente passando ai fatti.
Venerdì scorso, la Conferenza unificata Stato-Città ha dato il via libera al provvedimento sulla revisione catastale.

La norma si prefigge due obiettivi: l’aggiornamento del classamento delle microzone anomale e la revisione delle rendite delle singole unità immobiliari.
L’adeguamento dovrebbe riguardare circa 3.000 comuni.

Secondo le stime del governo, il conto alla fine sarà di 1.028 milioni di euro in tre anni, gran parte dei quali finiranno nelle casse dei Comuni.

L’aggiornamento scatterà in modo automatico se il prezzo di mercato, dopo le verifiche, risulterà superiore del 35% al valore calcolato su base catastale.

Ciò comporterà un aumento delle imposte che si pagano sulle case, dall’ICI all’IRPEF sugli immobili non destinati ad abitazione principale.
Questo effetto sarà più evidente soprattutto nelle grandi città e nei centri storici, dove il divario tra valori catastali e prezzi di mercato è più sensibile.

Ma c’è anche l’altra norma, quella che riguarda singoli immobili.

O meglio, il classamento di appartamenti che non sono stati dichiarati in catasto o che hanno subito delle migliorie tali da cambiare la tipologia dell’immobile, passando, ad esempio, dalla classe economica a quella di lusso.

In questo caso, i comuni propongono che la revisione riguardi l’incremento di valore determinato da variazioni nella struttura edilizia.
In questo caso l’adeguamento, e il conseguente aumento del prelievo fiscale, riguarderebbe i palazzi ubicati nelle grandi aree metropolitane e in zone storicamente di pregio.

Le associazioni dei proprietari hanno reagito immediatamente.

Confedilizia protesta, segnalando che “il provvedimento dell’Agenzia del Territorio sul riclassamento delle unità immobiliari è stato posto al solo confronto preliminare dei Comuni, cioè degli Enti che riscuotono le tasse, e non anche della Confedilizia, che rappresenta chi dovrà pagare l’ICI relativa“.

I Comuni, così – prosegue il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – non hanno saputo fare altro che aumentare le tasse.

Il risultato è che i proprietari di casa interessati pagheranno di più, anche in caso di redditi in calo.
È l’effetto perverso del mantenimento in vigore di estimi a valore anziché reddituali, come previsto dai catasti di tutto il mondo“.

Un’altra associazione della proprietà edilizia, Assoedilizia, ha invece annunciato l’intenzione di impugnare la norma della Finanziaria, nonché la deliberazione del consiglio comunale di Milano che, seguendo questa linea, ha già individuato le attuali 54 microzone vigenti nel territorio comunale.


44