Casaleggio Associati ed il legame con il gruppo Bilderberg

Maggio 29, 2012 EcoAnemia, Il Great Reset del WEF


Casaleggio Associati ed il legame con il gruppo Bilderberg

Questo sarà uno degli ultimi articoli che scriverò in italiano, dato che il mio bacino di lettori e le mie frequentazioni stanno pian piano cambiando.

Forse il mio post di chiusura.
Ma voglio chiudere in bellezza.

Iniziamo con un nome che ai più non dirà nulla : Enrico Sassoon, primo partner della Casaleggio (l’azienda che si occupa della strategia mediatica del M5S).

Ecco il suo identikit, pieno di prestigiose cariche ricoperte :

È il direttore responsabile del mensile di management Harvard Business Review Italia (rivista edita da StrategiQs Edizioni, di cui è co-fondatore e amministratore delegato).
È presidente di Leading Events (The Ruling Companies Association).
È anche presidente di Global Trends, una società che si occupa di studi, ricerche e comunicazione.

Ma soprattutto :

Membro del Consiglio di Amministrazione e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy.
Membro del consiglio di Aspen Institute Italia.

Per cronaca, il Board Member dell’Aspen Institute Italia è il think tank emanazione diretta del Gruppo Bilderberg, lo stesso gruppo di tecnocrati che sta sconvolgendo l’Europa e che ha piazzato Mario Monti alla Presidenza del Consiglio italiano.

Ma non era un movimento nuovo, completamente slegato dai poteri forti, espressione diretta della gente comune e non un partito tradizionale ?

Come è possibile che Casaleggio permetta al suo membro più rappresentativo di sedere tra le fila dell’Aspen, insieme a personalità quali :

Mario Monti
Giulio Tremonti
John Elkann
Giuliano Amato
Fedele Confalonieri
Gianni Letta
Enrico Letta
Emma Marcegaglia
Cesare Romiti
Lorenzo Ornaghi

In teoria dovrebbero essere grandi “nemici“, Casaleggio e gli aspeniani, o almeno il buon Grillo fa finta di denigrarli nei suoi interventi provocatori e sarcastici.

Ma chi c’è quindi dietro il faccione bonario e sarcastico del comico genovese ?

Negli ultimi mesi, in particolare negli ultimi giorni, tutti a raccontare la vita, la morte e i miracoli di Gianroberto Casaleggio, la manina (invisibile ma non troppo) che scriverebbe i post più aggressivi nel celeberrimo blog, compresi quelli epurativi nei confronti dei Cinquestelle non allineati, come Tavolazzi.

Ma il personaggio chiave del gruppo è ovviamente Sassoon, il socio/partner della Casaleggio Associati più importante, autorevole, carismatico e potente : ha tre lauree (la prima in economia alla Bocconi nel 1973 ed è imparentato con i Rothschild, non una sorpresa, naturalmente, anche se non certo l’unica).

Nel 1974, quindi appena un anno dopo la prima laurea (le altre due sono in Scienze Politiche e Storia), Enrico Sassoon entra nell’Ufficio Studi della Pirelli, considerato all’epoca uno dei migliori think tank italiani nel campo economico.

Una carriera, quindi, sin dall’inizio fondata all’insegna dei think tank, dove le lobby economiche incontrano il potere politico per decidere le sorti future di uno stato (o di un insieme di stati).

Successivamente, Sassoon è diventato membro del consiglio di amministrazione e presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia.

“Un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti, con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo produttivo italiano e un gruppo di aziende ad alto tasso di internazionalizzazione, capaci di rappresentare il 2% del PIL nazionale”.

Si tratta praticamente di una super lobby di multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le proprie forze per proteggere in maniera più efficace i propri interessi e che promuove lo sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia e USA.

Ecco alcuni dei nomi dei gruppi presenti in Amcham :

Standard & Poor’s (Chi decide il bello e il cattivo tempo in termini di rating dei vari Paesi ?)
Philip Morris
IBM
Microsoft
ENI
Enel
Intesa San Paolo
Rcs Editori
Esso
Bank of America
Coca Cola
Fiat
Fincantieri
Finmeccanica
Italcementi
Jp Morgan
Pfizer
Rai
Sky
Unicredit

Quindi tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo.

Quindi Enrico Sassoon, primo e più importante socio della Casaleggio, siede fianco a fianco con certi personaggi, proprio quelli che il buon Beppe denigra nei suoi comizi.

Si tratta, ovviamente, degli stessi componenti dell’Aspen Institute Italia, altro think tank tecnocratico, diretta emanazione del gruppo Bilderberg.

Quando il Vero Potere si organizza è capace di tutto.
Persino di creare un Comitato Esecutivo Aspen formato – oltre che da Enrico Sassoon della Casaleggio – anche dai soliti personaggi come ad esempio :

Mario Monti
John Elkann
Romano Prodi
Giulio Tremonti

Per la cronaca, tutti componenti italiani del Bilderberg.

Ora, come è possibile che la Casaleggio, secondo molti spin doctor e influencer di Grillo e del Movimento 5 Stelle, abbia il suo membro più importante all’interno di un istituto popolato proprio da quelli che dovrebbero essere i nemici dichiarati di Grillo ?

Ma soprattutto, qual è la ragione per cui ciò accade ?

Non dimentichiamo quello che già scrivevo nel 2010 nel post Vassalli, valvassori e valvassini :

[…] Si sta sempre più andando verso un’economia feudale, con grandi vassalli (le grandi lobbies finanziarie e le multinazionali), valvassori (i manager immediatamente sotto al top) e un enorme servitù della gleba (i consumatori da spremere come limoni).

Disoccupazione a livelli molto alti, ripresa a macchia di leopardo, se non proprio impercettibile.
Ma gli utili delle multinazionali sono sempre in aumento.

Ecco perché, come ho scritto spesso in questo blog, gli indici se ne sbattono allegramente dei dati macro negativi.
L’unico parametro che in questo momento conta sono gli utili delle multinazionali.

E tassi quasi allo zero significa utili sempre più alti per loro.

Ma le piccole e medie imprese saranno strangolate sempre di più, perché non possono accedere a tassi del genere (anzi, non viene proprio fatto credito).
Ecco perché parlavo appunto di feudalizzazione dell’economia.

Le multinazionali possono sempre più spesso tagliare posti di lavoro senza curarsi della popolazione e della forza lavoro, che viene vista solo come un numero e un costo da tagliare.

E quali sono i guadagni astronomici per le multinazionali ?
La produttività naturalmente aumenta, i salari ovviamente continueranno a diminuire: per la maggiore ricattabilità della forza lavoro (siamo in recessione, in tempo di crisi, o accetti questa minestra o ti butti dalla finestra) e la delocalizzazione continuerà selvaggiamente nel tempo.

Utili a manetta, finché Big Ben non fermerà tutto e i consumatori non potranno più permettersi nulla. I dati che mostro settimanalmente ci dicono già che siamo in un declino irreversibile. […]

Il cerchio quindi inizia ancora una volta a chiudersi.

Le stranezze infatti non finiscono qui: a parte il fatto che il dominio beppegrillo.it risulta intestato a un certo Emanuele Bottaro di Modena (che strano, proprio in questa città, dove risiede un famoso sito italiano di finanza assai vicino a JPMorgan che diffonde costantemente il pensiero economico del M5S), e potrebbe trattarsi di un normale prestanome (ma la trasparenza dove sta, soprattutto vista la campagna elettorale che sta portando avanti il M5S?).

A destare sospetti è la domiciliazione del gestore tecnico del dominio, Via Jervis 77 a Ivrea.

Lo stesso indirizzo della sede legale Olivetti, gruppo Telecom Italia.

Inoltre, c’è un’ulteriore coincidenza particolare: Gianroberto Casaleggio, il secondo socio per importanza della Casaleggio, inizia la sua avventura professionale proprio nella Olivetti, guidata all’epoca da Roberto Colaninno, attuale presidente di Alitalia.

Poi Gianroberto inizia la sua scalata sociale e diventa amministratore delegato di Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel.

A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo fonda Netikos S.p.A.

Questo fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, insieme ad altri dirigenti Webegg.

Tra cui, immancabile, Enrico Sassoon.

La Casaleggio parte davvero con il botto e chiude due contratti importanti con partiti politici : prima con Grillo, poi con l’Italia dei Valori, che però è finito malissimo dopo poco.

Grillo, invece, ha deciso di proseguire il suo percorso di crescita con gli strateghi legati ai più noti gruppi di potere italiani e non.

A questo punto, le domande che sorgono sono davvero tante :

Grillo non sapeva che Sassoon siede fianco a fianco con Monti, Tremonti e gli altri politici di cui giornalmente parla male nei suoi comizi?
Può Grillo non sapere che la gestione tecnica del suo dominio è domiciliata nella sede di un’azienda legata al Gruppo Telecom, contro cui si è scagliato più e più volte?

Ma soprattutto :

Perché non si affranca da questi “maledetti” personaggi che rischiano di vanificare il lavoro sul territorio dei ragazzi del M5S ?

Molti di loro sono sicuramente animati da buoni principi, ma purtroppo sono poco smaliziati nei confronti del Vero Potere che sta facendo il proprio gioco.

Tutto quadra nei giochi di potere, compreso il fine ultimo :

Con la promessa di una rivoluzione postindustriale, naturalmente alleata a un’economia verde che in realtà paralizzerà le economie occidentali, gli elitisti hanno il malcelato scopo di rendere povera tutta la popolazione al punto tale che la loro principale preoccupazione non sarà più quella di protestare contro la riunione di 200 elitari in una località di villeggiatura di lusso, ma quella di arrivare alla fine del mese.

L’attacco al potere di spesa è un crescendo che incalza da almeno quindici anni: aumento delle accise, taglio dei servizi, limitazione della circolazione del denaro.

La scusa del debito pubblico è stata la politica migliore per far perdere progressivamente i diritti acquisiti e le libertà di azione e autorganizzazione dei più.
Inoltre, la censura su Internet è già stata più volte proposta, fin da quando è stata utilizzata per diffondere informazioni e notizie.

Nel frattempo, i mass media tradizionali continueranno a raccontare che il mondo sarà ecologicamente più bello, più pulito e soprattutto migliore.
Le solite barzellette.

Ed infatti, il processo di deleveraging della nostra economia – tanto caldeggiato dal M5s – è già iniziato, compreso la posizione anti-€, coerente con tutta la strategia di cui ho già parlato abbondantemente in questo post :

Nel 1992, banchieri, finanzieri e manager italiani, statunitensi e anglo-olandesi si incontrarono sul panfilo della regina Elisabetta, il Britannia, e discussero del processo di privatizzazioni che il governo italiano avrebbe attuato di lì a breve.

Fu allora che si stabilì, di fatto, lo smantellamento del capitalismo pubblico italiano a prezzi stracciati.

Tra i croceristi eccellenti c’era il “filantropo” George Soros, super finanziere d’assalto di origini ungheresi ma yankee d’adozione, a capo del Quantum fund (diretta emanazione del gruppo Rothschild) e protagonista di una incredibile serie di crack provocati in svariate nazioni (ricordate la crisi asiatica e la maxi speculazione sulla sterlina, fra le tante ?).

Potendo contare su smisurate liquidità di provenienza ignota e oscura.

Allora, in Bankitalia c’erano il governatore Ciampi e il direttore centrale Dini che, si fa per dire, fronteggiarono il maxi attacco speculativo nei confronti della lira, in combutta con GS e i suoi alleati.

Carlo Azeglio Ciampi era a capo di Bankitalia.

La cosa più sensata da fare sarebbe stata chiamare la banca centrale tedesca (la Bundesbank), la più potente d’Europa, e chiedere il loro sostegno.

Ovvero : siete disposti a spendere centinaia di milioni di dollari per acquistare lire e sostenere il corso della nostra moneta ?

Se la risposta era negativa, ogni mossa a quel punto sarebbe stata inutile: Soros utilizzava l’effetto-leva (100 : 1) in derivati e qualsiasi azione difensiva tradizionale sarebbe stata inefficace e soprattutto perdente in partenza.

A quel punto, Bankitalia doveva solo lasciare fluttuare la lira ai venti della speculazione.

Invece, inspiegabilmente, Ciampi “difende” la lira da solo, dilapidando 48 miliardi di dollari in valuta estera e prosciugando le riserve valutarie di Bankitalia.

E come previsto, la manovra fallisce.
La lira si svaluta del 30%.

Ciò significa che, da quel momento in poi, gli stranieri che intendono acquistare le industrie statali e parastatali italiane potranno pagarle il 30% in meno.
Le svendite erano infatti già state preparate, come già detto in precedenza.

Il panfilo Britannia della regina d’Inghilterra era apparso davanti a Civitavecchia (2 giugno 1992) per dettare le condizioni delle privatizzazioni.

A bordo del Britannia c’erano finanzieri della City, delegati di Warburg, di Baring e di Barclays. Costoro hanno convocato sul Britannia (ossia su suolo inglese) esponenti di spicco dell’IRI, dell’ENI, dell’Agip, della Comit, di Assicurazioni Generali e Mario Draghi, all’epoca direttore del Tesoro e dipendente pubblico italiano, ma uomo di fiducia di GS.

Draghi scende prima che il Britannia prenda il largo, ma ha il tempo di fare un discorso in cui approva l’urgenza di privatizzare per sottrarre le industrie di Stato alla politica.

Sceso Draghi, i finanzieri di Londra si suddividono i gioielli dell’economia italiana, come al mercatino dell’usato.
E si profilano altri sconti.

In quel frangente, guarda caso, l’agenzia Moody’s, senza che sia accaduto nulla di nuovo, “declassa” l’Italia, mettendola fra i paesi a rischio d’insolvenza.

Di conseguenza, lo Stato deve pagare interessi più alti sui Buoni del Tesoro se vuole che qualcuno li compri.

Lo Stato si dissangua e, poiché Soros lancia subito la speculazione sulla lira, la situazione peggiora.
Si tratta di una manovra concertata fra Moody’s, Soros e i suoi banchieri di riferimento.

Tra i più accaniti speculatori contro la lira nella fase iniziale dell’attacco di Soros, si segnalano Goldman Sachs e Warburg.
Quei Warburg che poi “consigliano” al governo italiano di rivolgersi a Goldman Sachs per gestire le privatizzazioni.

Così l’alta finanza internazionale si sceglie i gioielli di stato con calma.
Perché costano poco: le privatizzazioni del 1993-94 renderanno allo Stato solo 26 mila miliardi; Ciampi, da solo, nella sua inutile “difesa della lira”, ha speso il doppio (denaro pubblico, cioè dei contribuenti).

La spartizione fu decisa nella successiva riunione del Bilderberg (che si tenne in Grecia dal 22 al 25 aprile 1993) il cui tema all’ordine del giorno era l’Italia.

Non lo sappiamo perché, come sempre, la riunione fu a porte chiuse.

Dopo quella riunione, Ciampi “internazionalizza” il debito pubblico italiano, che fino a quel momento era prevalentemente interno.

Si tratta di una scelta grave e non necessaria.
All’epoca gli italiani, coi loro risparmi, acquistavano volentieri i Bot.

Per lo Stato è un vantaggio enorme : si indebita con i suoi cittadini (a cui può chiedere “sacrifici”, ossia di pazientare e farsi pagare gli interessi) e utilizza la sua moneta, la lira, che può stampare a volontà.

Ciampi, invece, offre i Bot sui mercati finanziari esteri.
Gli interessi, però, dovranno essere pagati in dollari, ossia in una valuta su cui non ha il controllo e che non può stampare quando vuole.

Di fatto, il debito italiano finisce nelle mani della grande finanza – le solite Goldman Sachs, Warburg, Barclays – e alla mercé delle “valutazioni” delle agenzie cosiddette “indipendenti” come Moody’s.
La mossa di Ciampi riduce l’Italia alla situazione di un paese del terzo mondo, e senza alcuna necessità.

A pagare caramente il crollo della lira fu il risparmiatore italiano.

La storia si ripete sempre.


Casaleggio Associati ed il legame con il gruppo Bilderberg


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