C’è da pensare

Luglio 22, 2008 Il lato oscuro degli scacchi


C’è da pensare

Leggo oggi di questo episodio che definire increscioso è dire poco.

[…] È accaduto oggi in un torneo semilampo pomeridiano.
Penultimo turno, una delle prime scacchiere.

Il Bianco ha matto in una imparabile.
Il Nero ha fatto un gesto che il Bianco ha interpretato come un’intenzione di abbandonare (c’è matto in una).

Il Bianco riordina i pezzi (e presumo anche gli orologi) e si reca dall’arbitro a dire che ha vinto.
Poco dopo, anche il Nero si è recato dall’arbitro a dire che ha vinto.

L’arbitro, che non può assegnare la vittoria a entrambi i giocatori, chiede loro spiegazioni.

Il Nero nega di avere abbandonato e afferma che è stato il Bianco a mettere a posto i pezzi, per cui è lui ad avere abbandonato.

Lo stesso Nero conferma la circostanza del matto in una per l’avversario.
Il Nero ha ottenuto l’intero punto e poi è andato a premi. […]

Ho recentemente partecipato a un torneo rapid (25 minuti a testa invece della “italianissima” cadenza di 15 minuti), nel quale erano presenti circa 15 grandi maestri, una decina di maestri internazionali e altrettanti maestri FIDE, per un totale di circa 120 giocatori.

Il montepremi era molto consistente, vista la forza dei partecipanti.
Si sono giocati 9 turni in un solo giorno, quindi una lunga maratona e presumibilmente nervi a fior di pelle.

Nel corso dell’intero torneo non sono state avanzate contestazioni.

Il regolamento utilizzato era rapid (e non l’assurdo regolamento blitz, con cui pure ho imparato a convivere, utilizzato nei tornei italiani).

Il risultato veniva comunicato dal vincitore della partita o, in caso di patta, indifferentemente da uno dei due giocatori, senza la necessità di compilare cartellini : bastava recarsi dall’arbitro e compilare a penna il foglio con gli abbinamenti.

Si è realmente giocato a scacchi (come d’altra parte capita sempre in qualsiasi torneo rapid anche oltre le Alpi), e non a fare cadere la bandierina all’avversario come capita quasi sempre nei nostri semilampo.

Meditate, gente, meditate.
C’è molto da pensare.


Pensare


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