Chemtrails : la madre di tutti i problemi

Settembre 29, 2021 Chemtrails, Grafene

Il problema fondamentale, più importante di tutti, che dopo venti anni sta finalmente iniziando a essere riconosciuto a livello accademico.

Veronica Baker


Chemtrails : la madre di tutti i problemi

All’inizio di settembre, mentre viaggiavo in autostrada in direzione Follonica, ho notato un aereo che, sulla mia sinistra, stava salendo in verticale (non avevo mai visto gli aerei viaggiare così, sembrava un missile), lasciando una scia bianca, e un altro aereo che lo incrociava.

La cosa mi ha dato una brutta impressione, ho pensato che stessero spargendo sostanze nocive.

Spero vivamente che non sia così.

“Testimonianza da Facebook


Chemtrails : la madre di tutti i problemi
Il problema fondamentale, più importante di tutti, quello che dopo venti anni sta iniziando finalmente ad essere sdoganato…

Il problema fondamentale, più importante di tutti, che dopo venti anni sta finalmente iniziando a essere riconosciuto a livello accademico.

Non solo sono stati messi a tacere una volta per tutte i cosiddetti “disinformatori di stato“, ma è stato anche dimostrato ufficialmente che le cosiddette “chemtrails”, o scie chimiche, non sono contrails, o scie di condensa (Herndon, JM; Hoisington, RD; Whiteside, M. 2020).

È stata chiarita anche l’esistenza di “iniezioni di aerosol nella troposfera e nella stratosferaa base di aerogel di silice, con la possibilità di utilizzarne altri a base di grafene (Vukajlovic, J.; Wang, J.; Forbes, I.; Šiller, L. 2021).

È quindi evidente che, indipendentemente dal motivo o dallo scopo ultimo di queste azioni, l’irrorazione dei cieli è ormai un fatto incontestabile, come evidenziato anche da studi su campioni di aerosol (Pöschl, U. 2005 | Shiraiwa, M.; Sosedova, Y.; Rouvière, A.; Yang, H.; Zhang, Y.; Abbatt, JP; Pöschl, U. 2011).

Tuttavia, le nubi chimiche osservate in cielo non corrispondono esclusivamente a chemtrails o a irrorazioni effettuate dagli aerei.
Il fenomeno delle nubi chimiche è molto più complesso di quanto possa sembrare a prima vista.

C’è infatti una probabilità molto alta che le nuvole chimiche siano prodotte dall’effetto dell’evaporazione di acqua, fertilizzanti, fitosanitari, additivi alimentari e grafene.

D’altra parte, è ormai ampiamente dimostrato che il grafene è in grado di formare nuvole chimiche quando è associato ad altri componenti (presenti in fertilizzanti e pesticidi), quando ha una densità adeguata, un alto grado di porosità e si trova in una soluzione liquida suscettibile di evaporazione.

In tal modo può essere trasportato da correnti d’aria calda e formare nuvole di polvere chimica insieme ad altri materiali.
Sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, è altamente probabile la presenza di grafene nelle nuvole in seguito a un processo di riscaldamento ed evaporazione, soprattutto nel periodo estivo e in climi secchi.

Se si considera che ci sono nubi chimiche in cui può essere presente una concentrazione di grafene o di ossido di grafene, ancora non quantificata sperimentalmente (in assenza di ulteriori studi), è molto probabile che abbiano un impatto anche sull’aumento dell’attività elettromagnetica.

Tutto questo, insieme all’effetto delle onde elettromagnetiche (microonde), all’effetto moltiplicatore e all’assorbimento elettromagnetico dell’ossido di grafene, provoca la ionizzazione delle nubi chimiche, generando un effetto di desorbimento che porta alla precipitazione di acqua, fertilizzanti, pesticidi, prodotti fitosanitari o composti chimici nucleati nella loro fase di aerosol nell’aria.

Si sospetta inoltre che la ionizzazione del grafene possa causare il rilascio di radicali liberi e specie ionizzate che potrebbero essere all’origine dei valori di radiazione insolitamente elevati.

Ovviamente, gli impulsi di radiazioni ionizzanti (misurati sperimentalmente tramite contatori Geiger analogici) sembrano essere al di fuori dello schema naturale del fenomeno.

Tuttavia, è possibile che gli impulsi elettromagnetici dei radar meteorologici, militari e di osservazione del traffico aereo causino un effetto di rimbalzo sulle particelle magnetizzate di ossido di grafene (e presumibilmente di magnetite Fe₃O₄), generando inevitabilmente un impulso di radiazione ionizzante.


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