Dicembre 3, 2024 Storia nascosta
Chevalier d’Éon fu quello che fu, con i suoi pregi e i suoi tanti difetti, a prescindere dal sesso e da tutto il resto.
Chevalier d’Éon, un personaggio molto controverso che ha segnato un’epoca
Indubbiamente Chevalier d’Éon è stato un personaggio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia.
Nato nel 1728 in una famiglia aristocratica di origine borgognona, nei primi anni di carriera lavorò nell’amministrazione pubblica per poi essere assunto dal Secret du Roi, un sistema di intelligence (equivalente odierno dei “servizi segreti”), fondato da re Luigi XV.
Per un periodo di oltre vent’anni, Luigi XV divise la sua diplomazia in canali ufficiali e segreti, questi ultimi progettati per promuovere esclusivamente i suoi interessi personali, spesso in contrasto con la politica ufficiale francese.
La rete segreta inizialmente contava 32 persone, guidate inizialmente dal cardinale Fleury e poi da Charles-François de Broglie e Jean-Pierre Tercier.
Tra gli altri agenti famosi, oltre a Chevalier d’Éon, ricordiamo Pierre de Beaumarchais, Charles Théveneau de Morande e Louis de Noailles.Il Secret du Roi fu ufficialmente sciolto alla morte di Luigi XV nel 1774, ma alcuni dei suoi agenti parteciparono alla guerra d’indipendenza americana.
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Chevalier d’Éon si ritrova un giorno a corte, presso l’Imperatrice ed Autocrate di Tutte le Russie, Elisabetta I Romanov.
Occorre però segnalare un dettaglio non insignificante : in Russia si fa chiamare Lia de Beaumont e diventa addirittura la damigella d’onore della sovrana (anche se non ci sono prove documentali che lo confermino).
Rientrato in Francia nell’ottobre 1760, d’Éon ottenne una pensione di 2.000 livree come ricompensa per il servizio prestato in Russia e divenne un membro del Corpo dei Dragoni.
Nel maggio 1761, d’Éon divenne loro capitano sotto il maréchal de Broglie, partecipando alle ultime fasi della Guerra dei Sette Anni e soprattutto alla battaglia di Villinghausen nel luglio 1761.
Dopo la morte dell’imperatrice Elisabetta nel gennaio 1762, d’Éon fu preso in considerazione per un ulteriore servizio in Russia, ma fu invece nominato segretario del duca di Nivernais, con un premio di 1.000 livree e l’incarico di recarsi a Londra per redigere il trattato di pace che poneva formalmente fine alla Guerra dei Sette Anni.
Il trattato fu firmato a Parigi il 10 febbraio 1763 e d’Éon fu premiato con altre 6.000 livree e ricevette l’Ordine di Saint-Louis il 30 marzo 1763, diventando Chevalier d’Éon.
Chevalier d’Éon e l’ambasciatore francese a Londra non si sopportano, con il primo che rischia il posto.
Ma d’Éon ottenne dal Parlamento inglese il permesso di restare nell’isola come privato cittadino e fece pubblicare un libro all’epoca giudicato molto scandaloso, nel quale venivano rivelati alcuni segreti compromettenti degli uomini più influenti alla corte di Francia (Lettres, mémoires et négociations particulières du chevalier d’Éon).
Minacciò di pubblicarne altri, ancora più piccanti, se non fosse finito il contenzioso.
Nel luglio 1766, Luigi XV gli concesse una pensione (forse come ricompensa per il suo silenzio) e una rendita di 12.000 livree, ma rifiutò la richiesta di oltre 100.000 livree per estinguere i suoi ingenti debiti.
D’Éon continuò a lavorare come spia, ma visse in esilio politico a Londra.
Il possesso delle lettere segrete del re lo proteggeva da ulteriori azioni legali, ma d’Éon non poteva fare ritorno in Francia.
Forse per questo motivo d’Éon divenne un massone nel 1768 e fu iniziato alla London’s Immortality Lodge numero 376, e successivamente entrò a far parte della loggia Les Amis Réunis di Tonnerre.
Ed è così che lo Chevalier d’Éon, sfruttando la sua aurea di “intoccabile”, arriva a un compromesso con la Francia.
Libertà in cambio dei documenti scandalosi in suo possesso.
Ed è sul significato di “libertà” che dovremmo soffermarci, perché d’Éon tornò ufficialmente in Francia da donna.
In realtà, non si tratta di una novità dell’ultima ora.
Nonostante indossasse abitualmente un’uniforme da dragone, a Londra si diceva che d’Éon fosse in realtà una donna.
Alla Borsa di Londra fu aperto un giro di scommesse sul suo vero sesso (oggi si potrebbe definire una sorta di opzione binaria ante litteram).
D’Éon fu invitato a partecipare, ma rifiutò, dicendo che un esame sarebbe stato disonorevole, qualunque fosse stato il risultato.
Dopo un anno la scommessa fu abbandonata, anche perché nel 1774 morì Luigi XV, il Secret du Roi fu (almeno ufficialmente) abolito e d’Éon cercò di negoziare un ritorno dall’esilio a Londra.
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Lo Chavalier d’Éon fece ritorno in Francia, mantenendo la pensione ministeriale, ma fu costretto a consegnare tutta la corrispondenza relativa al Secret du Roi.
Per anni il Cavaliere (che qualcuno iniziò a chiamare Cavaliera) aveva costruito una narrazione vantaggiosa e conveniente riguardo al suo passato : sosteneva di essere stato assegnato al genere femminile alla nascita e chiedeva che il governo lo riconoscesse come tale.
D’Éon sosteneva di essere stato cresciuto come un maschio perché Louis d’Éon de Beaumont poteva ereditare dai suoceri solo se aveva un figlio maschio.
Il re Luigi XVI e la sua corte accolsero la richiesta, ma richiesero a loro volta che d’Éon vestisse in modo appropriato con abiti femminili, anche se gli fu permesso di continuare a portare le insegne dell’Ordine di Saint-Louis.
Quando l’offerta del re includeva i fondi per un nuovo guardaroba di abiti femminili, d’Éon accettò.
Nel 1777, dopo quattordici mesi di trattative, d’Éon fece ritorno in Francia.
Ma ben presto arrivò la Rivoluzione francese e d’Éon dovette vendere tutti i suoi beni personali, tra cui libri, gioielli e piatti.
Nel 1792, d’Éon inviò una lettera all’Assemblea nazionale francese nella quale offriva di guidare una divisione di donne soldato contro gli Asburgo, ma la sua offerta fu respinta.
D’Éon partecipò allora a tornei di scherma, finché nel 1796 a Southampton non rimase gravemente ferito.
Nel 1804 fu mandato in prigione per cinque mesi per mancato pagamento dei debiti e, poco dopo essere uscito di prigione, rimase paralizzato in seguito a una caduta.
Trascorse gli ultimi quattro anni di vita a letto e morì in povertà a Londra il 21 maggio 1810, all’età di 81 anni.
Il chirurgo che esaminò il corpo di d’Éon attestò nel certificato post mortem che lo Chevalier aveva “organi maschili sotto ogni aspetto perfettamente formati”, pur mostrando allo stesso tempo caratteristiche femminili, con una “insolita rotondità nella formazione degli arti” e un “seno notevolmente pieno”.
Ma, onestamente, questo è irrilevante.
Chevalier d’Éon fu quello che fu, con i suoi pregi e i suoi tanti difetti, a prescindere dal sesso e da tutto il resto.