Cibo malsano e Green Revolution

Dicembre 18, 2024 Il Great Reset del WEF

Sarebbe necessaria una revisione radicale del sistema alimentare, a partire dal modo in cui il cibo viene coltivato.

Veronica Baker


Cibo malsano e Green Revolution

Cibo malsano
La carenza di micronutrienti colpisce oggi miliardi di persone…

Il mondo sta vivendo una crisi alimentare.
La carenza di micronutrienti colpisce oggi miliardi di persone in tutto il mondo.

I micronutrienti sono vitamine e minerali fondamentali per il nostro organismo e la loro carenza può causare problemi di salute molto gravi.

Sono importanti per diverse funzioni, tra cui la coagulazione del sangue, lo sviluppo del cervello, il sistema immunitario, la produzione di energia, la salute delle ossa e la prevenzione delle malattie.

La causa principale della crisi è da ricercarsi in una maggiore dipendenza da alimenti ultra-lavorati (“cibo spazzatura”) e nel modo in cui le moderne colture alimentari vengono coltivate : i semi utilizzati, le piante prodotte, le sostanze chimiche nocive (fertilizzanti, pesticidi) e le loro conseguenze letali sui terreni coltivati.

Nel 2007, il nutrizionista David Thomas aveva già osservato un cambiamento radicale nelle abitudini degli abitanti degli Stati Uniti, con un’impennata dei consumi di cibi pronti e preconfezionati, spesso poveri di micronutrienti essenziali ma ricchi di additivi chimici come coloranti, aromi e conservanti.

Nello studio appena citato, l’autore ha osservato che, tra il 1940 e il 2002, i metodi di coltivazione, la preparazione, l’origine e la presentazione finale dei prodotti di base erano cambiati in modo significativo, tanto che gli oligoelementi e i micronutrienti contenuti negli alimenti erano stati gravemente impoveriti.

Thomas ha aggiunto anche che le ricerche in corso dimostrano chiaramente una relazione significativa tra la carenza di micronutrienti e le malattie fisiche e mentali.

Prima della cosiddetta “Rivoluzione Verde”, molte delle vecchie colture, poi soppiantate, avevano un contenuto di nutrienti per caloria nettamente superiore.

Ad esempio, il contenuto di ferro del miglio è quattro volte superiore a quello del riso e l’avena contiene quattro volte più zinco del grano.
Di conseguenza, tra il 1961 e il 2011, il contenuto di proteine, zinco e ferro dei cereali consumati direttamente nel mondo è diminuito rispettivamente del 4%, 5% e 19%.



Gli autori di un articolo pubblicato nel 2010 sull’International Journal of Environmental and Rural Development affermano che i sistemi di coltivazione promossi dalla “Green Revolution” hanno portato a una riduzione della varietà delle colture alimentari e a una minore disponibilità di micronutrienti.

Inoltre, hanno osservato che la malnutrizione da micronutrienti sta causando un aumento dei tassi di cancro, malattie cardiache, ictus, diabete e osteoporosi in molti Paesi in via di sviluppo.
Hanno inoltre aggiunto che i terreni coltivabili sono sempre più colpiti da patologie legate a micronutrienti.

Nel 2016, il Central Soil Water Conservation Research and Training Institute dell’India ha stimato che il Paese sta perdendo 5.334 milioni di tonnellate di terreno ogni anno a causa dell’erosione del suolo dovuta all’uso eccessivo e indiscriminato di fertilizzanti, insetticidi e pesticidi nel corso degli anni.
In media, ogni anno si perdono 16,4 tonnellate di suolo fertile per ettaro.

Il rapporto ha concluso che l’uso non oculato di fertilizzanti chimici ha portato al deterioramento della fertilità del terreno, causando la perdita di micro e macronutrienti e conseguentemente basse rese.

La cosiddetta “rivoluzione verde” ad alta intensità chimica, con le sue sementi ibride, i suoi fertilizzanti, i suoi pesticidi sintetici, ha favorito una maggiore concentrazione delle coltivazioni, portando a diete meno diversificate e a alimenti meno nutrienti.
Il suo impatto a lungo termine sta portando al degrado dei terreni coltivati e a squilibri minerali che, a loro volta, stanno avendo ripercussioni negative sulla salute umana.

Tuttavia, l’impoverimento di micronutrienti non è solo dovuto alla scarsa assunzione di prodotti alimentari ricchi di sostanze nutritive nella dieta o a terreni malsani.

Prendiamo ad esempio il grano.
La Rothamsted Research, nel Regno Unito, ha valutato la concentrazione di minerali nei campioni di grano e di terreno archiviati nell’ambito del Broadbalk Wheat Experiment.
L’esperimento è iniziato nel 1843 e i risultati mostrano una significativa tendenza alla diminuzione delle concentrazioni di zinco, rame, ferro e magnesio nei chicchi di grano a partire dagli anni Sessanta.

Recenti studi hanno dimostrato che le concentrazioni di questi quattro minerali sono rimaste stabili tra il 1845 e la metà degli anni ’60, per poi diminuire significativamente del 20-30% negli anni seguenti.

Questo fenomeno è coinciso con l’introduzione delle coltivazioni ad alto rendimento.
I ricercatori hanno concluso osservando che le loro concentrazioni nei terreni coltivabili utilizzati nello studio erano aumentate o erano rimaste stabili.

Quindi, in questo caso, il problema non riguarda i terreni coltivabili.

Cibo malsano
Cibo malsano…

Un articolo apparso nel 2021 sulla rivista Environmental and Experimental Botany ha riportato che l’aumento della percentuale di popolazione mondiale affetta da carenza di zinco e ferro si è verificato negli ultimi quattro decenni, periodo in cui si è assistito all’inizio della cosiddetta “rivoluzione verde”.

Confermando i risultati della Rothamsted Research nel Regno Unito, uno studio recente condotto da scienziati del Consiglio indiano per la ricerca agricola ha rilevato che il valore nutrizionale dei cereali consumati in India è diminuito.

Secondo i ricercatori, molte colture odierne non riescono ad assorbire una quantità sufficiente di sostanze nutritive, anche quando il terreno è perfettamente sano.

Un recente articolo pubblicato sul sito Down to Earth riporta i risultati di uno studio secondo il quale il riso e il grano, che soddisfano oltre il 50% del fabbisogno energetico giornaliero delle persone in India, hanno perso fino al 45% del loro valore alimentare negli ultimi 50 anni.

La concentrazione di nutrienti essenziali come zinco e ferro è diminuita rispettivamente del 33% e del 27% nel riso e del 30% e del 19% nel grano.
Nello stesso periodo, la concentrazione di arsenico, un elemento altamente tossico per la salute umana, nel riso è aumentata del 1.493%.

Down to Earth cita una ricerca dell’Indian Council of Medical Research secondo cui le malattie non trasmissibili sarebbero aumentate del 25% nella popolazione indiana tra il 1990 e il 2016.
Secondo le stime, in India vive un terzo delle due miliardi di persone che soffrono di carenza di micronutrienti.

Questo è dovuto al fatto che le moderne coltivazioni di riso e grano sono meno efficienti nell’assorbire zinco e ferro, a prescindere dalla loro abbondanza nei terreni.
Le piante hanno perso la capacità di assorbire i nutrienti dal terreno.

È stato dimostrato che l’aumento della prevalenza del diabete, della leucemia infantile, dell’obesità infantile, dei disturbi cardiovascolari, dell’infertilità, dell’osteoporosi, dell’artrite reumatoide e delle malattie mentali è direttamente correlato alla dieta, in particolare alla carenza di micronutrienti.

Il forte aumento della percentuale di popolazione mondiale che soffre di carenza di zinco e ferro negli ultimi quarant’anni è coinciso con l’espansione globale delle coltivazioni di cereali ad alta resa e rispondenti agli input rilasciati nell’era successiva alla Green Revolution.

Secondo Devinder Sharma, esperto di agricoltura e di politica agraria, l’alta resa è inversamente proporzionale alla nutrizione delle piante : il calo dei livelli di nutrizione è tale che le nuove varietà di grano ad alta resa hanno registrato una forte riduzione del contenuto di rame, un oligoelemento essenziale, fino all’80%.

Inoltre, alcuni nutrizionisti attribuiscono questo fenomeno all’aumento dei casi di colesterolo nel mondo.

L’India è autosufficiente per quanto riguarda vari prodotti di base, ma molti di questi alimenti sono ad alto contenuto calorico e a basso contenuto nutritivo e hanno portato all’abbandono di sistemi di coltivazione più diversificati dal punto di vista nutrizionale e di colture più ricche di nutrienti.

Non va inoltre trascurata l’importanza dell’agronomo William Albrecht e delle sue ricerche.

Nei suoi studi ha scoperto che le mucche alimentate con colture meno ricche di nutrienti mangiavano di più, mentre le mucche che mangiavano erba ricca di nutrienti smettevano di mangiare una volta soddisfatto il loro fabbisogno.

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui si registra un aumento dei tassi di obesità nella popolazione umana.

Alla luce della precedente discussione sugli impatti negativi della Green Revolution sulla nutrizione, il documento New Histories of the Green Revolution (2019) del Prof. Glenn Stone smentisce l’affermazione secondo cui la Rivoluzione verde avrebbe incrementato la produttività : quest’ultima si è limitata a introdurre nella dieta indiana una maggiore quantità di grano (carente di nutrienti) a scapito di altre colture alimentari.

Stone sostiene che la produttività alimentare pro capite non sia aumentata, anzi, sia addirittura diminuita.



L’obesità è diventata una preoccupazione a livello mondiale, anche in India.
Il problema è multidimensionale e, come accennato, l’eccessivo apporto calorico e la dieta povera di nutrienti (unito a uno stile di vita sempre più sedentario) sono fattori che portano al consumo di alimenti zuccherati, ricchi di grassi e lavorati in modo industriale nel tentativo di colmare il gap nutrizionale.

Ci sono, inoltre, prove considerevoli che collegano l’esposizione umana ai prodotti agrochimici al problema dell’obesità.

Numerosi altri studi hanno rilevato che l’esposizione ai pesticidi è associata all’obesità e al diabete.

Ad esempio, un articolo del 2022 pubblicato sulla rivista Endocrine riporta che il primo contatto con i pesticidi ambientali avviene durante le prime fasi della vita, come la gestazione e l’allattamento, e che questi possono causare danni ai tessuti centrali e periferici e, successivamente, disturbi nella crescita potenzialmente letali.



Un articolo del 2013, pubblicato sulla rivista Entropy e riguardante le cause delle malattie moderne, ha riferito che il glifosato (l’ingrediente attivo del Roundup della Monsanto), l’erbicida più utilizzato al mondo, potenzia gli effetti dannosi di altri residui chimici di origine alimentare e delle tossine ambientali.

L’impatto negativo è subdolo e si manifesta lentamente nel tempo, quando l’infiammazione danneggia i sistemi cellulari di tutto l’organismo, provocando le condizioni associate alla dieta occidentale, tra cui disturbi gastrointestinali, obesità, diabete, malattie cardiache, depressione, autismo, infertilità, cancro e morbo di Alzheimer.

La narrativa industriale non ha niente da ridire sul sistema alimentare stesso, che considera il “cibo” solo come un’altra merce da sfruttare per il profitto, a prescindere dall’impatto sulla salute umana o sull’ambiente.

Ciò che vediamo è semplicemente l’introduzione di nuove “soluzioni” tecnologiche per ovviare all’impatto di precedenti “innovazioni” e decisioni politiche che hanno favorito i profitti dell’agroalimentare occidentale (e di Big Pharma).

Le soluzioni tecnologiche rapide non offrono soluzioni reali ai problemi descritti sopra.

Tali soluzioni implicano la sfida al potere aziendale che modella le narrazioni e le politiche in base alla propria agenda.

Cibo sano, persone sane e società sane non si creano in un parco di scienze biologiche sempre più vasto, specializzato nella manipolazione del cibo e del corpo umano (per il guadagno delle aziende) sotto la bandiera dell'”innovazione” e della “salute”, senza intaccare le relazioni di potere che sono alla base del cibo cattivo e della cattiva salute.

Sarebbe necessaria una revisione radicale del sistema alimentare, a partire dal modo in cui il cibo viene coltivato.


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