L’ingegneria finanziaria è solo un meccanismo acceleratore della polarizzazione del sistema.
Da una parte ci sono le élite economiche e politiche,
Dall’altra i lavoratori-consumatori.
Nel mezzo c’è la classe media che viene stritolata.
Il ceto medio è costituito da individui critici, indipendenti e autonomi.
Le élite politico-economiche, invece, preferiscono i governi che controllano i lavoratori e i consumatori, ma che sono zitti.
Non è un caso che la Cina sia il nuovo paradigma.
Verrà offerto l’ombrello della protezione statale, ma per assorbire il ceto medio all’interno della propria sfera.
Ormai, per l’Europa, competere con l’Asia è talmente sconveniente che la gente vorrà essere assorbita dallo stato in vari modi e non metterà più il naso fuori dal proprio paese.
La Cina reclama già fermezza nell’affrontare la crisi (lol, dovrebbero quadruplicargli il cambio invece, come minimo, ma saranno i nuovi alleati degli USA), mentre i creatori della bolla finanziaria proveranno ad affrontare i problemi dell’economia (ma non se ci riusciranno), ma con soldi ancora una volta (ovviamente) prelevati dalla classe media, quella che ha risparmi e stipendi tassabili.
Il meccanismo rischia di rafforzarsi: maggiore convenienza ad aver delocalizzato e a essere statali nelle sue varie forme.
Le persone realmente di valore (o chi semplicemente non vorrà essere “normalizzato” in questa catena) se ne andranno alla lunga da tutti questi paesi e si localizzeranno – quantomeno nella loro attività lavorativa – dove hanno spazio per lavorare, creatività per produrre qualcosa di innovativo e un vero libero mercato.
Per un attimo si è creduto che l’economia di carta potesse fare a meno dell’economia reale, e il sistema è quasi imploso.
