Coesione

Ottobre 4, 2022 La Medicina dell’Anima

È possibile capire che tipo di persona sia.
In base alla creatura che compare più spesso davanti a te.

George MacDonald


Coesione

Il comportamento di queste persone è stato, e talvolta è ancora, decisamente “discutibile“, su questo non ci sono dubbi.



Ma non si può affermare frasi del genere :

“Dobbiamo dividerci da questa gente e costruire il nostro mondo fatto di libertà, ragione e intelligenza”.
“Cercare una riconciliazione con questi esseri non umani significa mandare a monte anche la nostra dignità”.

Questo è Divide et Impera, ciò che vogliono “loro“.

“E se pensi che questo post sia divisivo, la risposta è sì.
Dobbiamo dividerci da questa gente e costruire il nostro mondo fatto di libertà, ragione e intelligenza”.

Mi dispiace, cari massoni, siete già stati smascherati (almeno da me)…


Fonte consultata : Lou Marinoff, Le pillole di Aristotele.
Rielaborazione e stesura di Veronica Baker

Coesione
Gli esseri umani sono animali sociali…

Gli esseri umani sono animali sociali.

Ci riuniamo in gruppi : anche questo fa parte della nostra realtà biologica.
Qual è il collante che unisce un gruppo di animali ?

Nel caso degli insetti sociali, il collante è puramente biochimico : la regina, la vespa o l’ape secerne una sostanza chimica chiamata “feromone“, che regola tutte le funzioni sociali e sessuali.

Una funzione primaria è l’identificazione di tutti i membri di una colonia, di un nido o di un alveare.

Ogni individuo viene marcato con questa sostanza, perciò è possibile riconoscerne l’appartenenza al gruppo.
È l’equivalente biochimico di un cartellino identificativo.
I roditori, oltre al feromone, usano un segnale olfattivo.

Gli animali che vivono in branco, come pecore, bovini e cervi, sono legati al cosiddetto “istinto del branco”, che non è stato realmente compreso al di là del fatto di riconoscere il ruolo dell’olfatto e il bisogno di un numero ottimale di esemplari.

I mammiferi predatori, come i lupi e i leoni, usano i segnali olfattivi come strumento primario per riconoscere i membri del proprio branco o le prede.

Nei primati l’olfatto è ridotto e viene utilizzato poco anche il feromone, quindi per identificarsi e comunicare il proprio stato d’animo e le proprie intenzioni, fanno affidamento principalmente sulla vista, sul linguaggio del corpo, sulla mimica, sulle espressioni e sulle posture.

Gli studi, durati anni, sui gruppi di scimpanzé e di gorilla condotti da esperti del calibro di Jane Goodall, Robert Yerkes e Dian Fossey hanno messo in evidenza che ciò che rende una scimmia, uno scimpanzé o un gorilla consapevoli della loro appartenenza a un particolare gruppo è strettamente correlato alla loro relazione con gli altri membri del gruppo stesso.

All’interno di un gruppo di scimmie, proprio come nel gruppo di umani, non regna affatto la pace assoluta.
La loro quotidianità è pervasa da competizioni, litigi e lotte, ma anche da cooperazione, affetto e gioco.

I gruppi umani utilizzano tutte le caratteristiche essenziali degli altri gruppi animali.

Dalla nostra posizione, all’apice dell’evoluzione, imitiamo comunque i comportamenti di tutti gli altri animali sociali che vivono sulla Terra.
Se ti trovi sulla terrazza panoramica dell’Empire State Building e osservi le strade di Manhattan, vedrai una colonia di formiche umane.

Se osservi il comportamento di bande di giovani, vedrai un branco di esseri umani.

Se osservi la folla di un centro commerciale, vedrai mandrie di esseri umani intenti a fare shopping.
Se viaggi in classe economica, vedrai esseri umani ammucchiati alla stregua di pecore o mucche.

Se osservi dei gruppi di venditori o di marketer al lavoro, vedrai l’equivalente umano di un branco a caccia.

Se osservi degli uomini che cercano di rimorchiare delle donne nei bar o in altri ambienti, o delle donne che cercano di sedurre gli uomini e di attirarli nelle loro reti, vedrai diversi tipi di predatori sociali solitari.

Ma le analogie non si esauriscono qui.
Noi incarniamo anche i comportamenti del mondo vegetale : alcune persone sono come alberi, arroccati sui propri principi ; altre sono come erba battuta dal vento ; alcune hanno una scorza pungente, come i cactus, altre si aggrappano come l’edera.

Tuttavia, è proprio la dimensione sociale a rendere unico l’essere umano.
Infatti, una volta scoperto il numero ottimale per garantire la continuità di generazione in generazione, i gruppi hanno bisogno di una dimensione diversa da quella puramente biologica.

La forza di coesione del gruppo è la cultura del gruppo stesso, intesa come lingua, utensili, abitudini e totem.
Gli esseri umani danno un senso alla propria vita lasciando alle generazioni successive un’eredità culturale oltre che, naturalmente, un’eredità puramente biologica.

Le persone che condividono le stesse credenze, la stessa filosofia, religione, politica, professione, nazionalità ed etnia non sono unite da legami biologici e non riconoscono né l’odore né il feromone dell’altro.
Per rendere chiara l’identificazione visuale non è necessario che abbiano gli stessi comportamenti o vestano allo stesso modo.

Ma condividere le stesse credenze permette ai gruppi umani di sperimentare la coesione e, purtroppo, anche di denigrare e giustificare la violenza nei confronti di altri gruppi.

Per ironia della sorte, proprio lo stesso motivo che ci permette di convivere pacificamente in gruppi molto più grandi di quelli previsti dalla natura per noi è lo stesso che ci impedisce di convivere pacificamente con gli altri.

Ogni gruppo tende, infatti, a credere di essere il migliore e percepisce gli altri come “inferiori“, percependo quindi gli altri come potenziali nemici.
Il problema centrale di un conflitto fra gruppi consiste nel sacrificare l’identità individuale, il pensiero e la capacità di espressione del singolo in favore dell’identificazione con il gruppo stesso.

Perdendo la propria dimensione umana attraverso l’identificazione collettiva, si rischia di non riuscire a riconoscere l’elemento umano nelle altre persone che non appartengono al gruppo.
Quando si scambia l’identità individuale per una di gruppo, si baratta anche una parte della propria libertà di azione e di pensiero in cambio di una parziale sottomissione alla richiesta collettiva di uniformità di azione.

Arthur Koestler ha chiamato questo fenomeno “identificazione autotrascendente” e ha scritto :

“I mali dell’umanità sono causati non dall’aggressività primaria degli individui, ma dalla loro identificazione autotrascendente con i gruppi.
La vena delirante che pervade la storia non è dovuta a forme individuali di pazzia, bensì alle delusioni collettive generate da sistemi di credenze basati sull’emozione”.

Il vantaggio immediato è la sicurezza : il gruppo ti accoglie, ti permette di esimerti dalla ricerca faticosa del tuo Io, offrendo un’identificazione confortante e facendo appello al tuo istinto di appartenenza.
Il gruppo ti fa sentire desiderato e necessario : tutti vogliono sentirsi necessari e tutti hanno bisogno di sentirsi desiderati.

Barattare la propria identità personale con l’identificazione in un qualsiasi gruppo, che non sia l’intera razza umana, porta alla creazione di sottogruppi.
Prima o poi, tu o qualcun altro riterrete il vostro sottogruppo primario per la causa umana e gli altri sottogruppi secondari.

“Di solito, le persone attribuiscono la responsabilità della propria delusione a chi discrimina.
Ma una delusione può a sua volta generare discriminazione”.

Edward Arthur Seykota

Coesione...
Le persone di solito attribuiscono la responsabilità della propria delusione su qualcuno che discrimina…

Diventerai consapevole che il mondo è diviso tra “noi” e “loro” : noi stessi e gli altri, i salvati e i dannati, i fedeli e gli infedeli, i proletari e i borghesi, gli oppressori e le vittime.
E purtroppo, sempre, il “noi” è considerato superiore al “loro”.

Qualunque forma di pace non potrà che essere temporanea, a meno che non consideriamo gli altri come individui uguali a noi, semplicemente perché siamo tutti membri della razza umana.

La divisione in gruppi crea inevitabilmente diseguaglianze o l’illusione della diversità.

La massima espressione della natura umana si raggiunge trovando la propria identità in quanto essere unico e non perdendo l’identità personale in una identificazione auto trascendente con i gruppi.

Sii te stesso e sii parte dell’umanità.

Nessuno potrà raggirarti o costringerti a pensare o a comportarti in modo violento in base a semplici differenze di appartenenza o di credenze.

Se trovi la tua identità umana al di là dell’identificazione collettiva, scoprirai l’elemento umano negli altri ovunque tu vada e, in cambio, sarai riconosciuto come uomo.


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