Dicembre 22, 2024 Storia nascosta
Ho voluto affrontare questo tema perché è importantissimo e per mostrare come ci si possa difendere dalla disinformazione mediatica adottando un corretto metodo di pensiero.
Come difendersi dalla disinformazione mediatica
Maggio 10, 2009
Io cerco sempre di ragionare con la mia testa su ogni argomento che tratto e poi di farmi un’opinione, cercando di dare ascolto alle diverse campane.
Purtroppo, oggi molto spesso si tende a fornire un’informazione falsa e tendenziosa.
I fatti non vengono mai riportati esattamente per come sono, ma gli viene sempre data un’impronta ideologizzata.
La mente della gente viene lobotomizzata ogni giorno di più quando si tratta di ascoltare messaggi che spesso sono palesemente falsi o volutamente ambigui, con il solo scopo di confondere le idee e distogliere l’attenzione da ciò che viene detto.
Questa è una tecnica ben precisa di disinformazione.
Una tecnica che in passato ho chiamato “Tecnica di manipolazione della realtà”.
Un cavallo di battaglia di molti.
Una versione raffinata della famosa frase di Goebbels, ma molto, molto più subdola.
Quei post ebbero molto successo e furono copiati e incollati in diversi siti a diffusione nazionale, finanche nel forum nazionale del PD, come “esempio della disinformazione berlusconiana”.
Ma la cosa comica è che io mi ero ispirata proprio ai comunicati emessi dall’area cosiddetta progressista : dei veri maghi della disinformazione di massa, che ne hanno fatto un vero e proprio loro cavallo di battaglia.
La mia però non è una presa di posizione ideologica, tutt’altro.
Dall’altra parte, invece, viene attuato un meccanismo più grezzo, ma altrettanto funzionale : il martellamento continuo delle stesse informazioni, più la sottolineatura ossessiva e ripetuta di alcuni concetti piuttosto che di altri.
Il risultato è sempre lo stesso : disinformazione volontaria e diffusione di menzogne o leggende metropolitane (il che è naturalmente ovvio e conseguente).
Fortunatamente oggi c’è la rete che può aiutarci a comprendere come stanno veramente le cose (a patto di saper usare la propria testa).
I pennivendoli da quattro soldi di oggi non sono capaci di scrivere con la propria testa (anzi, spesso non sono nemmeno capaci di scrivere nulla e fanno errori di ortografia) e quindi cosa fanno ?
Copiano pedestremente quello che gli dicono i loro mentori.
Si riducono a dei semplici scribacchini da quattro soldi.
Le castronerie che si possono leggere in ambito scientifico e non solo (in quello economico i comunicati diffusi sono rivoltanti, mentono sapendo di mentire e ora lo fanno spudoratamente) sono qualcosa di davvero impressionante.
Eppure, pretendono di essere la verità assoluta.
Provo a spiegare brevemente questa metodologia, ormai tristemente trasversale.
Si tratta di una evidente manipolazione spudorata e sistematica dell’informazione da parte di giornali e tv, in quanto fonti di informazione legate al potere (politico, ecclesiastico ed economico) e “autoritarie” (il fruitore non può quasi mai interagire con chi emette il messaggio, ma deve subirlo passivamente).
Al contrario, Internet, in quanto universo comunicativo potenzialmente libero per tutti, in cui chiunque può contrastare (in un proprio sito o nei forum) i messaggi altrui che non gradisce o che ritiene falsi o manipolati per vari scopi, offre molte più possibilità di acquisire informazioni corrette o di smontare campagne di disinformazione.
Poi la disinformazione può avere molte forme :
Si va dalla martellante e vergognosa campagna a senso unico, che va avanti da anni, per convincere tutti che il riscaldamento globale antropico è una verità scientifica incontestabile.
Oppure alla disinformazione tipicamente italica e clericale su argomenti come la disforia di genere, che invece sono trattati correttamente e con competenza pluridecennale all’estero e in particolare nei paesi anglofoni.
Oppure alla manipolazione politica, per cui di solito i politici e i giornali “di sinistra” tendono a strumentalizzare a loro vantaggio certi problemi (episodi di razzismo al nord, problema dell’evasione fiscale, conflitti di interesse, invadenza del Vaticano nella politica italiana e negazione dei diritti civili), mentre quelli “di destra” ne utilizzano altri (eccessiva pressione fiscale, inefficienze e sprechi di risorse del settore pubblico, “buonismo” della sinistra verso i clandestini e la criminalità comune e uso politico della giustizia).
Naturalmente questi sono solamente degli esempi, se ne potrebbero fare molti altri.
A questo punto, un dubbio sorge spontaneo : è possibile oggi reperire informazioni attendibili e precise su qualsiasi argomento, oppure l’eccesso di informazioni che ci piovono addosso da molte fonti rende difficoltoso, se non impossibile, arrivare a conclusioni corrette su un problema ?
Ad esempio, per ottenere informazioni corrette sul tema della disforia di genere è necessario conoscere bene l’inglese.
Purtroppo è così : se un italiano si basasse solo sulla letteratura “scientifica” italiana sul tema, ne ricaverebbe informazioni scorrette e datate.
Inoltre, tutti gli studi scientifici e clinici e le altre tematiche altamente specialistiche nel campo della medicina sono discussi nella comunità scientifica sulle riviste internazionali solo in inglese.
Chi non lo conosce è inevitabilmente tagliato fuori.
E lo stesso vale quando si studiano determinate tematiche che richiedono una preparazione specifica : non sarebbe possibile, ad esempio, studiare approfonditamente la storia della Chiesa dei primi secoli senza conoscere bene il greco, il latino e, possibilmente, anche l’ebraico e l’aramaico.
Lo stesso vale per la storia dell’islamismo, senza la conoscenza dell’arabo.
Ma, oltre al problema della cultura di base, per poter arrivare alla verità su alcuni argomenti – anche possedendo le informazioni giuste – poi bisogna selezionare quelle valide da quelle false, fuorvianti, inutili, parziali o inattendibili.
Purtroppo, questo è il grosso problema di oggi, che si utilizzi Internet o meno.
Ora vi mostrerò un esempio importantissimo.
È emblematico di come l’eccesso di informazioni possa condurre a conclusioni completamente errate, se non si trova il metodo valido per selezionarle.
L’assassinio di Kennedy a Dallas, il 22 novembre 1963, è uno dei fatti storici più noti e controversi.
Un problema storico e informativo che lascia senza parole : dopo quasi 50 anni, e benché l’assassinio di Kennedy sia avvenuto in pubblico, davanti a centinaia di testimoni e alle telecamere, le immagini dell’evento sono state incredibilmente diffuse solo di recente.
L’opinione pubblica è ancora oggi divisa : una parte della popolazione crede che Kennedy sia stato vittima di un complotto e che sia stato ucciso da almeno due persone, mentre un’altra parte ritiene che l’unico responsabile sia stato Lee Harvey Oswald.
Quale è la verità ?
Ho dedicato molto tempo a questo problema, perché mi sono resa conto che se nel 2000 non siamo in grado di capire se un uomo ucciso davanti a tv e telecamere, con centinaia di testimoni, è stato ucciso da una o più persone, allora possiamo chiudere bottega e rinunciare all’idea di poterci fare un’idea precisa di un’infinità di fatti.
Come possiamo, ad esempio, pretendere di studiare la storia antica o medievale (in cui abbiamo solo reperti archeologici frammentari e confusi), se non riusciamo nemmeno a capire cosa è successo davvero quel 22 novembre 1963 a Dallas, alle ore 12:30 in Dealey Plaza, nell’assassinio di JFK ?
Ora spiegherò come sono giunta alla soluzione del problema, in modo definitivo, selezionando poche informazioni essenziali e scartando quelle fuorvianti o inutili.
Come tutti sappiamo, sull’assassinio sono state scritte milioni di pagine e fu nominata una Commissione d’indagine (Warren), che concluse che Oswald aveva agito da solo.
Nel corso degli anni, dapprima un’inchiesta del procuratore Garrison di New Orleans (protagonista del film di Oliver Stone del 1991 JFK, ancora un caso aperto), poi altre commissioni d’indagine (Lane, 1975) e investigatori indipendenti giunsero alla conclusione che Kennedy era rimasto vittima di un complotto.
In generale, poi, avevo notato che l’assassinio di Kennedy era un po’ troppo tirato per la giacca in base a considerazioni politiche e ideologiche : di solito la “sinistra” propendeva per il complotto, mentre la “destra” tendeva a considerarlo un delitto compiuto da un attentatore solitario.
Notavo anche che, non di rado, analizzando quel delitto ci si perdeva e ci si confondeva in mille considerazioni tecniche.
Ad esempio, i sostenitori del complotto notavano che, come dimostrava il famoso film di Zapruder, l’attentato era durato 6 secondi e 5″ e che sarebbe stato impossibile per un solo attentatore sparare 4 colpi.
Tuttavia, in seguito, qualcuno dimostrò che un tiratore esperto avrebbe potuto sparare quattro colpi in quel lasso di tempo, anche con un fucile difettoso come il Mannlicher Carcano di Oswald.
Poi ci furono perizie foniche che sembravano dimostrare che alcuni colpi di fucile provenivano dalla Grassy Knoll, la collinetta erbosa situata accanto al corteo, ma ci fu chi provò poi che quelle perizie foniche erano difettose e ambigue.
Inoltre, ci furono testimoni (come il ferroviere Holland) che, dal davanti e dall’alto, videro il corteo e dissero di aver visto fumo provenire da un cespuglio della collinetta e un paio di uomini in divisa appostati sulla collinetta.
Tuttavia, alcuni esperti sostennero che ciò non era possibile, in quanto i fucili moderni non emettono sbuffi di fumo.
Infine, nel 2002, una ricostruzione al computer dell’attentato, molto enfatizzata dalla rete televisiva ABC, sostenne di aver dimostrato, dopo aver riprodotto le esatte condizioni logistiche in cui avvenne quell’attentato, che si era trattato di un delitto compiuto da un solo sparatore, Oswald.
A questo punto, ammesso sia possibile arrivare a una verità su questo fatto, qual è la verità ?
La verità è stata dimostrata molto rapidamente dal prof. Jim Fetzer, che ha studiato per anni quel delitto, e che, in merito alla ricostruzione col computer, ha parlato giustamente di “spectacular disinformation”, poiché, in effetti, c’è la legge del GIGO (Garbage In – Garbage Out): se nel computer inserisci dati spazzatura, quello che ne uscirà saranno risultati spazzatura.
Poi, gli ingenui si faranno turlupinare da computer e ricostruzioni in 3D con effetti speciali, ma Fetzer ha smontato in breve queste teorie “spettacolari” sulla base di chiare e semplici considerazioni documentate e inoppugnabili, che si trovano in questa pagina web.
In breve : è impossibile che Kennedy sia stato ucciso da una sola persona.
A prescindere da ogni considerazione sui colpi sparabili in 5-6 secondi, sui testimoni, sui sospetti e sull’arma usata, c’è una semplice considerazione inoppugnabile da fare.
Nel rapporto Warren si sostiene che la pallottola che aveva colpito Kennedy da dietro sarebbe uscita dalla sua gola, ma ciò è assolutamente ed evidentemente impossibile.
Basta analizzare i verbali ufficiali d’autopsia e i diagrammi delle ferite riscontrate.
Nei verbali d’autopsia sul corpo di Kennedy, redatti presso il Bethesda Hospital, e sui diagrammi delle ferite riscontrate, è scritto chiaramente che la ferita alla schiena di Kennedy era all’altezza della terza vertebra, a 5 pollici e ½ sotto il colletto della camicia, quindi tra le scapole.
La ferita al collo del Presidente, invece, era all’altezza del pomo d’Adamo, a una distanza superiore rispetto a quella alla schiena.
Poiché la traiettoria della pallottola che ha colpito Kennedy alla schiena era dall’alto verso il basso (dal 4° piano del Texas Book Depository), è evidente che la traiettoria della pallottola non poteva cambiare una volta entrata nella schiena per poi uscire dalla gola del Presidente, parecchi centimetri più in alto.
Quindi, è evidente che la ferita alla gola fu causata da qualcuno che sparò dal davanti con un’arma diversa da quella che produsse la ferita alla schiena.
Se Kennedy fu colpito da almeno due armi diverse, alla gola e alla schiena, è del tutto evidente che furono almeno in due a sparare, e quindi vi fu un complotto.
Punto e basta.
Lasciamo perdere tutto il resto : le illazioni, le speculazioni, le supposizioni, le testimonianze e le ricostruzioni computerizzate.
Basta un’analisi ragionata dei verbali ufficiali d’autopsia per capire con assoluta certezza che Kennedy fu ucciso da due o più persone.
Perché mi sono dilungata su questo ?
Proprio perché l’analisi di questa vicenda mi è stata utilissima per capire come si deve e come non si deve studiare e analizzare un problema.
Sul delitto Kennedy ci sono in giro milioni di informazioni, su libri, giornali, film, documentari, in rete, ecc., ma solo pochissime di queste sono davvero utili, come quelle evidenziate dal prof. Fetzer.
Spesso ci perdiamo in dettagli, spesso diamo retta a suggestioni emotive o a preferenze “politiche” che poi ci fanno arrivare a conclusioni errate.
La cosa più importante è invece sempre arrivare al punto, scartando le cose secondarie per concentrarsi sulle cose essenziali.
Ho voluto affrontare questo tema perché è importantissimo e per mostrare come ci si possa difendere dalla disinformazione mediatica adottando un corretto metodo di pensiero.