Novembre 4, 2024 Il Great Reset del WEF, Totalitarismo
La resistenza al totalitarismo, sia esso imposto dall’esterno o dall’interno, è una questione di vita o di morte.
“George Orwell – Letteratura e totalitarismo, 1941″
Come nasce il totalitarismo. Ogni dittatura segue questo semplice schema
Definire un pensiero comune per “tutti”.
La cosiddetta “normalità”.Decidere che “chiunque” sia il giudice autorizzato a sentenziare a nome di “tutti”.
Definire che “bello” equivale a “simile a tutti”, mentre “cattivo” equivale a “diverso da tutti”.
“Chiunque altro” è l’opposto di tutti.Ed è prova di adesione a “tutti” l’esibizione di odio verso “chiunque altro”.
Ogni dittatura usa questo semplice schema.
Ad esempio, Hitler decise che tutti i tedeschi erano “tutti” e tutte le persone non di etnia tedesca erano “tutte”.
Una volta stabilito che “tutti” erano biondi, con gli occhi azzurri e parlavano tedesco, mentre “tutte” erano bionde, con i fianchi larghi e amavano avere figli maschi, chiunque altro era considerato il “male”.
Quindi, era “cattivo” perché semplicemente “diverso”.
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Ad opprimere sono “tutti”.
Quando si è considerati “qualcun altro”, quindi “diversi da tutti”.
A opprimere è la società in cui viviamo.
Il nostro vicino di casa è il nostro Fuhrer.
Torquemada è il nostro collega di lavoro.
E gli strumenti dell’inquisizione si chiamano “ignoranza e stupidità”.
Semplicemente un punto di vista “sbagliato”, da “reprimere”.
La normalità è il mondo malato in cui “tutti” vivono.
Hitler non avrebbe avuto alcuna possibilità di prendere il potere da solo.
Stesso discorso per il suo controaltare Stalin.
Ma grazie all’aiuto della cosiddetta società “normale”, ovvero del cosiddetto “popolo”, con il suo pensiero “normale”, ci riuscirono piuttosto facilmente.
Senza una società di bisbigliatori in stile Berlino Est, di giudici in pectore, di maldicenze e di ignoranza, nessuno di questi regimi totalitari sarebbe mai nato.
Anzi, questi regimi sono nati proprio ed esattamente nel momento in cui la società ha assunto questa forma.
Nessun fiocco di neve potrebbe mai sentirsi responsabile per una slavina.
Allo stesso modo, nessuno si sentirebbe responsabile per una dittatura solo perché gli piace parlar male degli altri.
Ma purtroppo la libertà individuale inizia dove finisce la standardizzazione dell’essere umano.
Ogni totalitarismo inizia con la creazione di un modello standardizzato di “cittadino”.
Ogni tirannia viene presentata dai suoi propugnatori come “sociale”.
Quindi se pensi di essere una persona “normale”, anche tu sei parte integrante della tirannia.
Internet come mezzo di diffusione del totalitarismo
Dove si annidano quindi i dittatori , i tiranni, i giudici, i persecutori ed i carnefici ?
Fra le cosiddette persone “normali” ?
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Prendiamo ad esempio quel mostro chiamato Facebook.
Un occhio nero ?
“Ma va’ là. A chi, a me ?”
Disoccupata ?
“No, sono in cerca di nuove sfide”.
Avete mai visto qualcuno che chiede davvero aiuto su Facebook ?
No, non ho mai visto niente del genere.
Sempre per “altri”.
Chi posta sui social network di solito è sempre autosufficiente, vincente e ricco.
In poche parole, sono persone felici.
Il mondo reale sta rapidamente andando in rovina.
Tranne che su Facebook.
Ma chi scrive su un social network “deve” attenersi al pensiero comune.
Altrimenti il vicino può ascoltarti, il tuo capo può leggerti, lo stato può opprimerti, un avvocato può farti causa.
In poche parole, sei prigioniero del conformismo.
E quindi parte integrante del totalitarismo.
La vita “normale” sotto il totalitarismo
Stato di sorveglianza, lavoro in miniera per i cosiddetti prigionieri politici.
Insieme ad altre orribili “punizioni” semplicemente per aver espresso un’opinione diversa.
Niente college per i figli, nessuna possibilità di carriera.
Nessun permesso di viaggiare.
A meno che il “cittadino” non si sia rivelato davvero fastidioso e difficile da “rieducare”.
Uno da “sbarazzarsi” al più presto.
Oltre a un controllo totale di tutti gli aspetti, privati e pubblici, della vita dei propri cittadini.
Ed ovviamente un dominio totale dei media e della cultura.
Un cittadino “obbediente” sarà trattato meglio degli altri.
Ma come faranno tutti gli altri, i cosiddetti “diversi da tutti” e quindi “disobbedienti” ?
Ecco la mia soluzione
Ecco alcune regole che mi sono imposta.
Non è possibile cambiare le persone intorno a noi.
Forse con il tempo chi sta intorno a noi recepirà il messaggio.Non avere paura di esprimere il proprio parere non “conforme” e quindi “non normale”.
Dedicate il vostro tempo libero esclusivamente a chi non è “conforme” e non a chiunque.Non avere mai paura delle proprie azioni e delle eventuali conseguenze “sociali”.
Se vuoi stare con “chiunque”, allora devi uniformarti al pensiero “normale”.
E quindi diventare parte integrante del totalitarismo.
In poche parole, occorre scegliere da che parte stare.
Sei d’accordo con il totalitarismo ? Auguri !
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Se indossi volentieri la maschera, accetterai volontariamente qualsiasi “vaccino” ti proponga il “tuo” governo o il tuo “partito politico”.
Crederai anche a qualunque propaganda del mainstream.
Accetterai qualsiasi richiesta di isolamento e di distanziamento.
Permetterai che la tua mamma muoia tristemente in una corsia d’ospedale, da sola.
Sarà sepolta in una fossa comune senza alcun funerale.
Un giorno, quando la maschera sarà dichiarata “normale” e “chiunque” dovrà indossarla “per tutta la vita”, ti troverai d’accordo senza esitare.
E imparerai ad adattarti al peggio dell’umanità.
Anziché desiderare il meglio per lei.
Chi sostiene che bisogna “adattarsi” è un prezioso alleato dei totalitaristi.
Chiunque sia.
Una persona che indossa una maschera non identificherà mai i propri confini personali, non li comunicherà mai e soprattutto non li difenderà.
È semplicemente una persona in attesa della “giusta” persona “di fiducia” che lo calpesti senza alcuna pietà.
Manipolazione della realtà
Ecco come funziona oggi la manipolazione della realtà.
Un primo fattore “manipolante” è l’eccesso di informazioni.
Un bombardamento che spesso sconcerta.
Un meccanismo geniale e al tempo stesso terribile.
Un controllo molto più subdolo ed efficace di quanto il grande Orwell fosse riuscito a immaginare.
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Joseph Goebbels fu il ministro della propaganda sotto Adolf Hitler.
Quindi, durante la dittatura nazista, era lui il vero detentore del potere.
Fu lo stratega che riuscì a trasformare un’ideologia nata in un gruppo molto ristretto di persone in un movimento di massa.
Il suo “talento” consisteva nell’abilità di identificare i diversi meccanismi di suggestione della mente umana e nel creare tattiche di manipolazione molto efficaci.
Nella Germania nazista i cittadini diventarono così parte di un progetto politico patologico, sentendosi portatori di verità universali.
Goebbels è morto da tempo.
Alla fine, i fatti hanno rivelato il vero volto della follia del regime nazista.
Tuttavia, le tattiche di manipolazione impiegate continuano tuttora ad avere un impatto significativo.
Infatti praticamente tutti i politici le usano ancora oggi per catturare le coscienze dei cittadini.
Gli 11 principi della propaganda
1.Principio della semplificazione e del nemico unico : scegliere un avversario e insistere sull’idea che sia lui la fonte di tutti i mali.
Per esempio : “gli immigrati”, “la destra” o “la sinistra”.2.Principio del contagio : fare di tutta l’erba un fascio, riunendo chiunque commetta dei reati in un’unica categoria.
In questo modo l’idea di un nemico unico da combattere si rafforzerà.
Per esempio : “tutti gli immigrati sono terroristi”.3.Principio della trasposizione : addossare costantemente la colpa dei propri errori all’avversario.
Oppure, si possono trasferire su di lui i propri difetti.
Il ladro chiama “ladro” il suo nemico, per confondere le idee e metterlo in difficoltà.4.Principio dell’esagerazione e della deformazione : trasformare qualsiasi aneddoto, per quanto piccolo o banale, in un fatto da cui dipende la sopravvivenza della società.
L’obiettivo è far percepire qualsiasi atto compiuto dall’avversario come sospetto e minaccioso.5.Principio della volgarizzazione : “Ogni propaganda deve essere popolare e adattare il suo livello al meno intelligente degli individui a cui è rivolta.
La capacità di comprensione delle masse è limitata.
La loro comprensione è limitata.Inoltre, la massa dimentica molto facilmente”.
6.Principio dell’orchestrazione : “la propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente.
Ogni volta da un punto di vista diverso, che però riporti sempre allo stesso concetto.
Non devono esserci ambiguità né dubbi”.Proprio per questo motivo “se una bugia viene ripetuta a sufficienza, alla fine diventa una verità”.
7.Principio del rinnovamento : consiste nel pubblicare grandi quantità di notizie e idee che denigrano l’avversario e nel diffonderle rapidamente.
In questo modo la difesa sarà costante.8.Principio della verosimiglianza : presentare delle informazioni confermate, almeno in apparenza, da fonti solide, anche se in realtà vengono mostrate solo in modo parziale.
L’obiettivo è creare una grande confusione.
I cittadini tenderanno a risolvere attraverso la spiegazione più semplice possibile : una bugia che non può essere smentita è preferibile a una verità inverosimile.9.Principio del silenzio : consiste nel non partecipare a dibattiti su argomenti su cui non si hanno motivazioni abbastanza convincenti.
Allo stesso tempo, occorre nascondere le notizie che favoriscono l’avversario.
“Se non puoi contrastare le brutte notizie, inventane altre che distraggano l’opinione pubblica”.10.Principio della trasfusione : utilizzare miti o pregiudizi nazionali o culturali per risvegliare una componente viscerale che alimenti determinate pratiche politiche.
Le idee devono essere sorrette dalle emozioni più primordiali.11.Principio dell’unanimità : convincere i cittadini del fatto che è necessario pensarla come gli altri, creando una falsa unanimità.
Il desiderio istintivo di appartenere a un gruppo completerà l’opera.
Lo schema di Goebbels e dei suoi seguaci prevedeva anche l’utilizzo di leader carismatici e slogan molto semplici, ma di grande impatto emotivo.
Allo stesso tempo venivano utilizzati rituali spettacolari nei quali il colore e i suoni avevano un ruolo fondamentale.
Tutto questo riesce a far cadere i cittadini in una sorta di sonno ipnotico.
Da cui purtroppo si risvegliano quando ormai è troppo tardi.
“Gli asini volanti” (un esempio di fantasia)
Secondo alcuni, gli asini mangiano carote, scalciano e ragliano.
Altri non desiderano che questa notizia venga diffusa.
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Se affermano che non è vero, stanno cercando di nascondere la realtà.
Possono riuscirci per un po’.
Ma alla fine la verità può venire a galla e smentirli.
Questi ultimi prendono soggetti che lavorano per loro o che fanno al caso loro – i quali, pubblicamente, affermeranno : “Gli asini mangiano carote e pipistrelli, volano, scalciano, sanno camminare su due zampe, e ragliano”.
Alle informazioni originarie vengono aggiunte informazioni fasulle ma non incredibili (mangiano pipistrelli e sanno camminare su due zampe) ed un’altra assolutamente assurda (volano), sempre inserita nello stesso contesto.
A quel punto il sensazionalismo dei media e la curiosità istintiva della gente per le notizie strane porteranno a parlare più del fatto che gli asini siano animali volanti che del resto.
Qualcuno crederà a questa teoria e sarà successivamente considerato un “pazzoide”.
Ci saranno trasmissioni TV e articoli di giornale che spiegheranno che si tratta di una bufala e, alla fine, la notizia sarà percepita come tale.
Tutta la notizia, anche la parte sulle carote e sul ragliare.
Nella migliore delle ipotesi verrà dimenticata o comunque messa in dubbio.
L’ultimo passaggio è quello in cui qualche poveraccio cercherà di riportare la discussione sulle informazioni reali.
Ma a quel punto sembrerà un pazzo e verrà facilmente “distrutto” da chi di dovere :
“Ancora con questa storia degli asini volanti ! Ah ! Ah ! Ah ! “.
Provate a mettervi nei panni di chi vorrebbe semplicemente comunicare due fatti veri e spiegare la verità in un clima siffatto, di fronte a un’opinione pubblica mediamente poco informata sui fatti specifici, con un coro di prezzolati che ridicolizzano il malcapitato sfruttando le informazioni false e incredibili sulle quali sarà organizzata la prima fase della discussione pubblica.
È un meccanismo infallibile e micidiale.
Anche chi lo conosce bene spesso ci casca o decide di lasciar perdere.
Perché non ha né il tempo né la voglia di approfondire e discernere.