Maggio 12, 2008 Riflessioni di una eretica
Comicità informatica
Una insegnante spiegava ai suoi alunni che, al contrario della lingua inglese, in francese i sostantivi sono grammaticalmente divisi in “maschile” e “femminile“.
Cose quali “gesso” o “matita“, disse, sono quindi associate a un genere, sebbene in inglese siano sostantivi neutri.
Stupito, uno studente alzò la mano e chiese:
«Scusi, ma che genere è un computer ?».
Non essendo sicuro della risposta, l’insegnante divise la classe in due gruppi e chiese loro di decidere se il termine “computer” dovesse essere maschile o femminile.
Un gruppo era composto dalle ragazze della classe, l’altro dai ragazzi.
A entrambi i gruppi venne chiesto, in seguito, di motivare le loro conclusioni.
Il gruppo delle ragazze concluse che ai computer bisognerebbe assegnare il genere maschile, perché :
Per ottenere la loro attenzione, devi accenderli.
Contengono una grande quantità di dati, ma sono ancora privi di intelligenza propria.Dovrebbero essere lì per risolvere i tuoi problemi, ma per metà del tempo sono loro il problema.
Non appena te ne procuri uno, ti rendi conto che, se avessi aspettato ancora un po’, ne avresti potuto avere uno migliore.
I ragazzi, d’altra parte, decisero che i computer dovrebbero appartenere al genere femminile, perché :
Nessun altro al di fuori del loro creatore riesce a comprenderne la logica interna.
Il linguaggio che usano per comunicare con gli altri computer è incomprensibile a chiunque altro.I tuoi errori, persino minimi, vengono immagazzinati nella memoria a lungo termine e usati in seguito.
Non appena ne acquisti uno, ti ritrovi a spendere metà del tuo blocchetto degli assegni per gli accessori.