Marzo 11, 2023 La Medicina dell’Anima
Abbiamo bisogno di odiare per sapere che cos’è la compassione ?
Compassione
Fonte : Osho Rajneesh
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Sì, solo la compassione è terapeutica, perché tutto ciò che è malato nell’uomo nasce dalla mancanza d’amore.
Tutto ciò che non va nell’uomo è in qualche maniera collegato all’amore : o non è stato capace di amare o non è stato capace di ricevere amore.
Non è riuscito a condividere se stesso.
Da qui la sofferenza che genera complessi di ogni genere.
Queste ferite interne possono manifestarsi in vari modi: possono trasformarsi in disturbi fisici o malattie mentali, ma, in fondo, ciò di cui l’uomo soffre è la mancanza d’amore.
Proprio come il cibo è necessario per il corpo, l’amore lo è per l’anima.
Il corpo non può sopravvivere senza nutrimento e l’anima non può sopravvivere senza amore.
In realtà, senza amore l’anima non nasce nemmeno, non si arriva nemmeno a pensare alla sopravvivenza.
Tu credi di avere un’anima perché hai paura della morte.
In realtà, se non hai mai amato, non hai mai conosciuto la tua anima.
Solo nell’amore si comprende che si è più del corpo e della mente.
Ecco perché sostengo che la compassione sia terapeutica.
Ma che cos’è la compassione ?
È la forma più pura d’amore.
Il sesso è la forma più bassa dell’amore, la compassione la più alta.
Nel sesso il contatto è soprattutto fisico, mentre nella compassione è soprattutto spirituale.
Nell’amore, sesso e compassione si mescolano, così come fisico e spirituale.
L’amore si colloca esattamente a metà strada tra il sesso e la compassione.
La compassione può essere paragonata alla preghiera o alla meditazione.
In ogni caso, si tratta della forma più alta di energia.
La parola “compassione” è molto bella : comprende in sé la passione, che però deve essere raffinata al punto da non essere più tale, ma diventare compassione.
Nel sesso, invece, si usa l’altro, lo si riduce a un mezzo, a un oggetto.
Ecco perché ti senti in colpa dopo un rapporto sessuale.
Questo senso di colpa non ha nulla a che vedere con gli insegnamenti religiosi, ma va molto più in profondità.
In una relazione puramente sessuale, ti senti in colpa perché stai riducendo la persona a un oggetto, a qualcosa che puoi usare e poi gettare via.
Ecco perché nel sesso percepisci una sorta di schiavitù : anche tu sei stato ridotto a una cosa.
E quando sei una cosa, non sei più libero, perché la libertà esiste solo per una persona.
Più sei una persona e più sei libero ; più sei un oggetto e meno sei libero.
I mobili della tua stanza non sono persone.
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Se chiudi la stanza a chiave e torni dopo molti anni, i mobili saranno ancora nello stesso posto, non si saranno spostati; non hanno alcuna libertà.
Se invece lasci una persona nella stanza, non la ritroverai più uguale – nemmeno il giorno dopo o persino un istante dopo.
Non è possibile rincontrare la stessa persona.
Eraclito diceva : “Non puoi bagnarti due volte nello stesso fiume“.
Non puoi imbatterti due volte nello stesso uomo, è impossibile, perché l’uomo è un fiume in continua evoluzione.
Non sai mai cosa potrà accadere; il futuro resta aperto.
Per un oggetto, il futuro è già stato deciso.
Un sasso rimarrà sempre un sasso.
Non ha alcuna potenzialità di crescita, non può cambiare né evolversi.
Una persona, invece, non rimane mai la stessa.
Può tornare indietro o andare avanti, può andare all’inferno o in paradiso, ma non sarà mai la stessa persona.
Continua a muoversi, in una direzione o nell’altra.
Quando hai una relazione sessuale con qualcuno, lo riduci a un oggetto.
E, nel fare questo, si finisce per ridurre anche se stessi a un oggetto; è un compromesso reciproco:
“Io ti permetto di considerarmi una cosa e tu permetti a me di considerare te una cosa.
Io ti permetto di usarmi e tu mi permetti di usare te.Ci usiamo a vicenda; siamo entrambi diventati oggetti”.
Osserva due amanti : quando la situazione non è ancora stabile, quando il romanticismo è ancora vivo e la luna di miele non è finita, vedrai due persone piene di vita, pronte a esplorare l’ignoto.
Poi osserva una coppia sposata, marito e moglie, e vedrai due cose morte, due cimiteri, fianco a fianco – che si aiutano a rimanere tali, che si costringono a vicenda a rimanere tali.
Questo è il conflitto costante del matrimonio : nessuno vuole essere ridotto a un oggetto.
Il sesso è la forma più bassa dell’energia “X”.
Se sei religioso, la chiami “Dio”; se sei scientifico, la chiami semplicemente “X”.
Questa energia, X, può trasformarsi in amore.
Quando si trasforma in amore, inizi a rispettare l’altra persona.
Certo, a volte la usi, ma le sei riconoscente.
A un oggetto non dici mai grazie.
Quando ami una donna e fai l’amore con lei, la ringrazi.
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Ma quando fai l’amore con tua moglie, le dici mai grazie ?
No, lo dai per scontato.
E tua moglie ti ha mai ringraziato ?
Magari tanti anni fa, quando vi corteggiavate, cercavate di sedurvi a vicenda – forse l’avete fatto.
Ma quando la situazione è diventata stabile, ti ha mai ringraziato ?
Tu le hai fatto tante cose, lei ne ha fatte tante per te, vivete l’uno per l’altra, eppure la gratitudine è scomparsa.
Nell’amore c’è gratitudine, c’è una profonda riconoscenza.
Sai che l’altro non è una cosa, sai che possiede una sua grandezza, una personalità, un’anima, una sua individualità.
Nell’amore si dà all’altro totale libertà.
Certo, si dà e si riceve ; è una relazione di dare e ricevere, ma sempre con rispetto.
Nel sesso, invece, si tratta di una relazione di dare e ricevere, ma senza rispetto.
Nella compassione, dai senza aspettarti nulla in cambio ; condividi.
Non è che non ricevi nulla in cambio !
Ricevi indietro milioni di volte ciò che hai dato, ma solo come effetto collaterale, come conseguenza naturale.
Non è qualcosa che desideri e che insegui.
Nell’amore, se dai qualcosa, ti aspetti anche che ti venga reso qualcosa.
Se non accade, ti lamenti.
Puoi anche non esprimerlo a parole, ma si potrà capire da mille dettagli che stai brontolando e che ti senti stato imbrogliato.
L’amore sembra essere una contrattazione sottile.
Nella compassione si dà solamente ; nell’amore si è grati perché l’altro ti ha dato qualcosa.
Nella compassione, sei grato che l’altro abbia accettato qualcosa da te; sei grato perché non ti ha rifiutato.
Eri venuto con dell’energia da dare, con tanti fiori da condividere, e l’altro te l’ha permesso, dimostrandosi ricettivo.
Sei grato perché l’altro è stato ricettivo.
La compassione è la forma più alta d’amore.
Riceverai in cambio moltissimo, ti dico, milioni di volte quello che hai dato, ma non è quello il punto, non sei lì ad aspettare.
Se non ricevi nulla, non ti lamenti.
Se ricevi qualcosa, ne rimani sorpreso !
Se arriva qualcosa, è quasi incredibile.
Se non ricevi nulla, non è un problema: non avevi dato il tuo cuore a qualcuno con l’idea di fare un baratto.
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Quando un fiore sboccia, deve condividere la sua fragranza con i venti.
È naturale !
Non si tratta di una contrattazione, di un affare: è naturale !
Il fiore è colmo di fragranza, cosa può farne ?
Se lo tenesse per sé, si sentirebbe molto teso e angosciato.
La cosa più angosciante nella vita è non riuscire a comunicare, a condividere.
L’uomo più povero è colui che non ha nulla da condividere, o che, pur avendo qualcosa, ha perso la capacità e l’arte di condividerla ; allora è veramente povero.
L’uomo sessuale è veramente povero; l’uomo che ama è molto più ricco.
L’uomo di compassione è il più ricco di tutti : è al di sopra di tutto.
Non ha confini né limiti.
Dà senza aspettarsi nulla in cambio e poi va per la sua strada.
Non aspetta neanche che gli si dica grazie, ma condivide la sua energia con immenso amore.
Questo è ciò che chiamo terapeutico.
Buddha diceva ai suoi discepoli :
“Dopo ogni meditazione, sii compassionevole, perché quando mediti l’amore cresce e il cuore si riempie.
Dopo ogni meditazione, prova compassione per il mondo intero; in questo modo potrai condividere il tuo amore e irradiare quest’energia nell’atmosfera dove potrà essere utilizzata da altri”.
Anch’io vorrei dirvi : dopo ogni meditazione, mentre celebri, prova compassione.
Senti che la tua energia sta andando ad aiutare chi ne ha bisogno in qualunque modo.
Esprimila !
Ti sentirai più leggero, rilassato, molto più calmo e tranquillo, e le vibrazioni che hai espresso saranno di aiuto a molte persone.
Termina sempre la tua meditazione con la compassione.
La compassione è incondizionata.
Non puoi avere compassione solo di chi è amichevole con te o solo di chi è in relazione con te.
La compassione, di per sé, è onnicomprensiva.
Se non riesci a provare compassione per il tuo vicino, la tua meditazione è inutile, perché la compassione non ha a che fare con una persona in particolare, ma piuttosto con il tuo stato interiore.
Devi diventare compassionevole !
Una compassione incondizionata, non rivolta a qualcuno in particolare.
Solo allora potrai essere una forza di guarigione in questo mondo così tribolato.