Comprendere il linguaggio dei rami

Febbraio 5, 2023 La Medicina dell’Anima

Ascolta lo spazio fra le parole, il silenzio, che conferisce ai vocaboli il loro peso e che permette al senso di raggiungere l’anima.

Veronica Baker


Comprendere il linguaggio dei rami

Fonte : La Compagnia degli erranti

Comprendere il linguaggio dei rami
E’ scritto nello Zohar, Libro dello Splendore…

È scritto nello Zohar, il Libro dello Splendore, che non fu scritto per la sua generazione, ma per coloro che sarebbero giunti duemila anni dopo, quando la conoscenza occulta si sarebbe diffusa sempre più.

I cabalisti moderni dicono che ciò è dovuto al fatto che la nostra generazione ha subito così tanti sconvolgimenti da aver bisogno di un filo che la riconduca alla Divinità : secondo i calcoli del Gaon di Vilna, il grande cabalista vissuto nel XVIII secolo, la data indicata è posteriore al 1990.

Gli insegnamenti cabalistici sono quindi considerati essenziali per l’uomo moderno, ma affinché tutta l’umanità possa elevarsi e raggiungere il mondo spirituale, è necessario un filo che ci riporti al nostro Creatore e una scala che elevi il nostro livello di comprensione.

Secondo il Rav Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884-1954), conosciuto come Baal HaSulam (il Padrone della Scala), autore del commento “HaSulam” (la Scala) dedicato allo Zohar, la sua opera avrebbe dovuto avere proprio quella funzione.

Egli affermò che l’uomo possiede una soffitta piena di ricchezze, pertanto avrebbe fornito la scala adeguata per accedere a tutto il bene del mondo celato in quella soffitta.

Secondo i cabalisti, la nostra generazione è iniziata all’inizio del XVI secolo e ora è giunta alla maturazione.

Più a lungo aspetteremo di compiere l’ascesi spirituale e maggiore sarà il dolore che dovremo affrontare, perché il mondo spirituale sta cercando di emergere e la sua pressione si fa sentire su tutti noi.

Dobbiamo realizzare rapidamente quel regno che è nascosto dentro di noi, perciò il miglior momento per studiare la Cabala è proprio il momento presente.

Nei libri sacri c’era un sigillo che li sigillava in attesa del momento opportuno, e oggi quel momento è arrivato : dobbiamo diffondere ampiamente le dottrine cabalistiche.

Oggi abbiamo il permesso di impegnarci per diffonderle, perciò chi ne ha la capacità non può esimersi da questo dovere.

I cabalisti dicono che è il momento giusto, perché i germogli sono comparsi sulla terra, e i germogli simboleggiano l’inizio del cammino spirituale umano che ormai è avviato.

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Oggi l’acqua può permeare la “terra” che rappresenta il desiderio della creatura per il suo Creatore…

Oggi l’acqua può permeare la “terra”, che rappresenta il desiderio della creatura per il suo Creatore.
Oggi dobbiamo sapere che, in senso cabalistico, “essere uomini” significa essere simili al nostro Creatore, godere di eternità e completezza.

Pertanto, lo stato spirituale più elevato è quello in cui tutti i nostri desideri vengono corretti, perché ci permetterà di accedere a una vita spirituale completa, uno stato meraviglioso in cui godere la vita.

Questo è il mondo dell’avvenire.

L’uomo, invece, percepisce meglio il gusto amaro e la durezza del seme che deve giungere a maturazione e, offuscato dalla sua cecità spirituale, non riesce a prevedere il frutto dolce che ne deriverà.

Di solito, l’uomo riesce a vedere meglio gli stadi evolutivi intermedi piuttosto che la completezza del risultato finale.

Solo chi conosce il risultato finale sarà in grado di tollerare l’imperfezione e la forma sgradevole dell’oggetto che sarà perfetto nella sua piena maturità.

Nel suo operare nei nostri confronti, il Creatore è mosso solo dal principio del “bene assoluto”, senza alcuna traccia di malvagità ; pertanto, lo scopo del suo perfetto disegno è farci conseguire la perfezione per ricevere tutta la bontà per cui siamo stati creati.

Ogni sviluppo spirituale ha lo scopo di aiutare il riconoscimento del male e di insegnare a discernere il bene dal male che si nascondono in noi, così da cancellare tutte le nostre imperfezioni.

Osservando le leggi spirituali, l’uomo può correggersi, discriminando maggiormente il male e potenziando così la sua volontà di combatterlo.

L’uomo compie il male verso gli altri per trovare sollievo a qualcosa che gli manca e di cui ha bisogno: questa sensazione di carenza è la causa del male del mondo, mentre in Dio non esiste questa “volontà di acquisire”, perché Egli è benevolo e perfetto.

La fonte del male risiede nel nostro egoismo, nella nostra volontà di dominare gli altri con la prevaricazione, nella nostra propensione a asservire e manipolare noi stessi e gli altri.

Se vogliamo sfuggire al dolore, dobbiamo impegnarci a modificare questi aspetti del nostro carattere e perfezionare la nostra natura per raggiungere l’armonia con il Creatore.

Se trascenderemo l’egoismo e i desideri fisici, come insegna la Cabala, fuggiremo al dolore e anche al tempo e allo spazio, e vivremo la nostra vita in modo più equilibrato e felice.
Perciò, ci vengono preparate due vie per giungere a questa meta :

La prima è la via della sofferenza, che si intraprende quando si sfugge al disegno divino, perché non si riesce a concepirlo, per cui, non vedendo il traguardo, si è costretti a scappare continuamente per sfuggire al dolore.
Questo è un percorso di evoluzione inconscia.

La via della consapevolezza è indolore e veloce ed è la via dello sviluppo spirituale, raggiungibile facilmente tramite lo studio cabalistico.
Questa ci offre la visione della meta a cui perverremo, spronandoci con la visione del godimento finale.

Secondo la mistica ebraica, la Torah è lo spartito su cui il Creatore ha creato l’armonia dell’intero cosmo, perché Dio ha infuso vita a tutto il creato attraverso la contemplazione della Scrittura.

All’inizio dell’universo esisteva un enorme silenzio in cui irruppe la Parola, che è la compilazione della materia tramite la scrittura : l’universo nasce dallo sguardo divino che si posa sul Libro che comprende ogni mondo e ogni azione.

Secondo lo Zohar, il Santo guardò le parole della Torah e realizzò il mondo, perciò la Legge è come una folgore che trapassa il velo dell’Inconoscibile affinché sia manifestato.

Le forze spirituali universali vengono descritte come l’interconnessione di due sistemi : uno emanato dall’alto e proveniente dal Creatore e l’altro che proviene dalla creazione e che, quindi, si eleva verso l’alto.

I due sistemi funzionano come un meccanismo determinato dal mondo superiore, ma che funziona identicamente nel mondo inferiore.
Questo meccanismo è descritto con il motto :

“Come in alto, così in basso e come in basso, così in alto”.

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Tutto l’universo è permeato di materia e forma, ma l’uomo non è in grado di percepirne l’intima connessione e unità…

Tutto l’universo è permeato di materia e forma, ma l’uomo non è in grado di percepirne l’intima connessione e unità.

Perciò, quello che la mente crede reale non è altro che un aspetto parziale dell’essere, ed è per questo che il mondo che ci circonda viene chiamato il Mondo delle illusioni.

Quando il cabalista si eleva al livello spirituale dell’oggetto che studia, ne acquisisce le qualità e ne domina il discernimento totale, agendo sulle varie forme di materia prima che si manifestino nella materia reale, attuando una manipolazione energetica che ricorda l’osservazione di illusioni sensoriali dall’esterno, senza farsene condizionare.

Questo potere sugli oggetti e sulle azioni si ottiene tramite l’uso di una forza spirituale, l’attivazione delle forze di un mondo o l’energia di una Sefirot, come se fossero simulacri che portano lo stesso nome dell’oggetto terreno che essi rappresentano, in virtù della legge d’assonanza o simpatia tra mondo materiale e mondo spirituale.

Perciò il cabalista, conoscendo le leggi della corrispondenza tra le forze spirituali e gli oggetti materiali, può dare nomi agli oggetti spirituali, ma ciò avviene a un livello di evoluzione spirituale molto avanzato.

Secondo la Cabala, l’uomo dovrebbe arrivare prima di tutto alla radice spirituale dell’oggetto, perché in essa è racchiusa la sua natura e tutte le sue caratteristiche.

La conoscenza formale delle cose è insufficiente a penetrarne la reale essenza, per questo il nome dell’oggetto materiale non consente di comprenderla adeguatamente.

È il “linguaggio dei rami” che permette di accedere alla profonda essenza spirituale delle cose e di comprendere le connessioni tra spirito e materia.
Solo quando l’uomo saprà comprendere e parlare il “linguaggio dei rami” sarà in grado di vedere le connessioni tra le due realtà (materiale e spirituale), che oggi appaiono invece come distanti e scollegate.

È attraverso il grande desiderio di spiritualità che l’uomo conosce una giusta via mediana per acquisire il significato e conseguire l’accesso ai mondi superiori.

Lo scopo della creazione è quello di portare gioia e piacere agli esseri creati e di aumentarne il desiderio, in modo che la capacità di godere dell’anima, ovvero il vaso spirituale, sia sempre proporzionata all’intensità del desiderio stesso.

La materia nelle sue manifestazioni di vita non è altro che una diversa sfumatura e una diversa misura di questo desiderio, perché la Luce che emana dal Creatore è sempre proporzionata al desiderio della sua Creatura.

In origine c’era equilibrio tra il desiderio di ricevere e il desiderio di dare piacere, perciò tale desiderio riceveva sempre una piena e totale soddisfazione.

Man mano che il piacere di ricevere diminuiva, diminuiva anche la quantità di Luce che riempiva il vaso, così come il vaso stesso, e questo lo portò a contrarsi fino a ritirarsi dal suo Creatore.

La discesa è giunta fino al livello più basso, dove il desiderio di ricevere si è materializzato nel mondo materiale e nel corpo fisico, perciò esso è sceso in “questo mondo”, così come viene percepito da chi abita il corpo.

Nella sua materializzazione, il vaso superò l’evoluzione attraverso le dieci sefirot, che corrispondono a dieci diversi livelli di evoluzione e manifestazione, perché le Sefirot sono dei filtri inibitori che ci proteggono dal potente splendore di Dio che si riversa nella sua creatura : sono i filtri che ci permettono di percepire e sopportare la potenza di Dio.

La limitata quantità di Luce divina che l’uomo percepisce viene chiamata piacere e concepita come la forza della vita.

Nonostante la nostra capacità di percepire la Luce che ci pervade sia così limitata da non riuscire più a riconoscerne la fonte, dobbiamo purificarci dall’egoismo ed elevarci gradualmente fino a ritornare alla Sorgente divina.

Pertanto, salendo a livelli spirituali più elevati, riceveremo sempre maggiori quantità di Luce fino a raggiungere il livello di assoluta Luce e di infinita delizia che è il luogo paradisiaco, l’Eden, che ci è stato destinato fin dalla Creazione.

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Quindi ogni anima è circondata dalla luce spirituale…

Ogni anima è circondata dalla luce spirituale ed è il desiderio di ricevere la conoscenza del ricercatore spirituale che evocherà su di lui una forza spirituale superiore che lo proteggerà, lo purificherà e lo eleverà.

Nel corso della vita, tutti siamo destinati a ricevere questa elevazione spirituale, ma gli studi cabalistici possono accelerarne il processo.

Per questo motivo, chi si dedica alla Cabala pronuncia i nomi delle Sefirot, dei mondi e delle azioni spirituali connessi alla propria anima, affinché accorrano a lui e lo aiutino nella sua ascesa.

In questo modo l’anima viene vivificata da maggiori quantità di Luce, viene elevata e riceve energie spirituali e una crescente delizia sempre maggiori, accelerando l’ascesa ai mondi superiori.

Abbiamo detto che Dio si manifesta nel mondo attraverso la Torah e che l’uomo, nella Torah, ritrova le tracce di Dio : questo è il senso del profondo legame che unisce il pensiero ebraico alle Sacre Scritture e che collega il mondo superiore a quello inferiore.

Lo stadio dell’esoterismo ebraico è anche una risalita alle radici della cultura ebraica, perché nella Torah si ritrovano tutte le radici, ovvero l’intimo significato delle cose nascoste, ma nella Torah vi sono anche le chiavi che permettono di accedere alle meraviglie della Creazione.

L’insegnamento cabalistico è volutamente oscuro per scoraggiare la mente di chi si avvicina ai suoi testi, in modo che presunzione e ignoranza siano dissuase dalla dottrina.

Molte cose vengono dette e altre solo accennate o lasciate intuire ; tra le cose evidenti ve ne sono altre molto meno evidenti, come ve ne sono altre chiare dietro mascheramenti voluti e volontari, perché “Il segreto del Signore è per coloro che lo temono” (Salmo 25,14).

Per comprenderla e amarla è necessario essere appassionati del linguaggio simbolico, essere disposti a cimentarsi in ardite sfide intellettuali, avere pazienza, amore per lo studio, intuito e molto coraggio.

In cambio, si ottengono gratificazioni intellettuali eccezionali e molte soddisfazioni pratiche che ripagano pienamente la fatica necessaria per comprenderla.

Non è difficile capire perché per alcune parti dei commenti alla Torah l’accesso era consentito solo dopo i 30 anni, per altre dopo i 40, mentre l’accesso ai passi più complessi era consentito solo dopo i 50 anni.


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