Settembre 16, 2011 EcoAnemia
Concorrenza sleale o verità censurata ?
Il Tribunale di Milano ha condannato Esselunga per concorrenza sleale nei confronti delle Coop, che tre anni fa avevano presentato ricorso contro il patron della catena di supermercati Bernardo Caprotti e il suo libro “Falce e carrello”.
Lo rende noto un comunicato di Coop, precisando che il tribunale ha anche condannato la catena di supermercati lombardi a un risarcimento di 300.000 euro e al ritiro del libro dal mercato, vietandone la reiterazione della pubblicazione e la diffusione degli scritti.
Fonte : MF
Il problema sta, secondo me, esclusivamente nel fatto che chi ha scritto il libro – cioè Bernardo Caprotti – pur donando tutti i proventi della vendita del libro in beneficenza è direttamente interessato allo svolgimento della querelle essendo parte in causa, e di conseguenza può trarre vantaggio dalla pubblicità “negativa” a discapito di un suo concorrente diretto (Coop).
Inoltre il contenuto del libro riporta fatti reali, basta non avere le fette di salame sugli occhi ; ma la concorrenza sleale non è purtroppo dimostrabile.
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E se una amministrazione regionale o comunale decide di vendere in perdita o di strapagare un terreno può farlo tranquillamente, non c’è santo che tenga, troverà sempre il modo di agevolare il candidato prescelto .
Posso però testimoniare – dati alla mano, essendo cliente da anni del gruppo Esselunga ed essendo soprattutto da sempre molto attenta per deformazione professionale ai prezzi- che a parità di prodotti (quindi no discount e gruppo Lidl) i suoi supermercati sono più economici del 10%-15% rispetto alla concorrenza francese (Auchan, Carrefour) a parità di prodotto e di marca (senza contare le frequenti promozioni), e di almeno il 20% rispetto ai gruppi Coop e Conad.
I numeri sono questi, qui Caprotti ha pienamente ragione a farlo notare.
Inoltre la concorrenza fra diversi gruppi porta inevitabilmente a prezzi più bassi per i consumatori, cosa che infatti non accade quando in una zona o regione si agisce in regime di monopolio o di falsa concorrenza – come ad esempio accade nella nostra telefonia, dove abbiamo le tariffe più alte d’Europa proprio per questo motivo.
Ma questo è un altro discorso.