COP28 : l’agenda globalista non è mai stata così evidente

Dicembre 5, 2023 Il Great Reset del WEF, Totalitarismo

Sono tutti a bordo dello stesso treno della ricchezza globalista.

Veronica Baker


COP28 : l’agenda globalista non è mai stata così evidente

Sono ormai trascorsi quattro giorni dall’inizio delle due settimane di vertice sul cambiamento climatico a Dubai.

Le solite flotte di jet privati sono atterrate nel deserto per permettere a banchieri e miliardari di discutere su come impedire alle persone di usare l’automobile o mangiare troppo formaggio.

Qual è il tema all’ordine del giorno ?
Il globalismo, e non è mai stato così evidente come in questo momento.

Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, lo ha sostanzialmente affermato in modo diretto :

Il pianeta è stanco di accordi sul clima non rispettati.
I governi non possono esimersi dalle proprie responsabilità.

Nessun Paese può risolvere i propri problemi da solo.
Siamo tutti obbligati ad agire insieme, al di là dei nostri confini.

Giovedì scorso, all’apertura dei lavori, Sua Altezza Reale Carlo III e il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Gutierres hanno subito iniziato con il solito giochino del poliziotto buono e del poliziotto cattivo.

Charlie ha avvertito che ci stiamo imbarcando in un “vasto e spaventoso esperimento“, chiedendosi “fino a che punto siamo disposti a rendere pericoloso il nostro mondo ?“.

Mentre Tony ha offerto ai leader mondiali solo una flebile speranza :

Non è troppo tardi […]
È possibile evitare che il pianeta si schianti e bruci.

Abbiamo le tecnologie per evitare il peggio del caos climatico, se agiamo ora.

Il resto delle due settimane sarà presumibilmente dedicato ai soliti lobbisti, banchieri, reali e politici che decideranno come “agire“.
O, più precisamente, come “vendere” le loro azioni preconcordate al popolo bue.

D’altra parte, basta semplicemente ascoltarli : ci stanno letteralmente svelando i loro piani.
Venerdì e sabato scorso, per esempio, si è tenuto il “World Climate Action Summit“, durante il quale oltre 170 leader mondiali si sono impegnati a sostenere l’Agenda 2030.

Il sito web del COP28 se ne vanta con malcelato orgoglio :

Il 1° e il 2 dicembre, 176 leader mondiali si sono riuniti per il Vertice mondiale sull’azione per il clima (WCAS), segnando l’inizio di una nuova era di azioni per il clima in vista del 2030.

Si tratta di 176 leader mondiali, su un totale di circa 195 Paesi, quindi oltre il 90% del mondo.

Tra gli accordi e gli impegni firmati finora al vertice, c’è la “Emirates Declaration on Sustainable Agriculture, Resilient Food Systems and Climate Action“.

Che, secondo la BBC, si impegna a :

…prendere di mira il cibo che riscalda il pianeta.

Chi è ferrato sull’argomento da diverso tempo conosce già il significato di queste parole, non è vero ?

Significa niente più carne e latticini, e molti più insetti e soia OGM in scatola.

Ovviamente non lo affermano mai esplicitamente, ma si limitano a usare le solite frasi ben note come “orientare le politiche per ridurre le emissioni di gas serra” o “passare da pratiche che emettono più gas serra a approcci di produzione e consumo più sostenibili“.



Mantenere una negabilità plausibile utilizzando un linguaggio vago fa parte dello spartito suonato, ma chiunque presti attenzione sa esattamente di cosa si sta parlando.

Naturalmente, la questione non si esaurisce qui.
I leader mondiali hanno anche deciso di istituire un “fondo per le perdite e i danni” di 430 milioni di dollari per aiutare i Paesi in via di sviluppo a “riprendersi” dopo essere stati “danneggiati” dal cambiamento climatico.

Ajay Banga, responsabile della ben nota organizzazione “caritatevoleWorld Bank, è naturalmente favorevole all’idea, e sosterrà senza ombra di dubbio il piano, accettando di “sospendere” i rimborsi del debito di qualsiasi governo colpito dal cambiamento climatico.

Sappiamo già come funziona : la solita mega tangente.
Una mazzetta che serve sia a promuovere la narrativa del cambiamento climatico nei paesi del Terzo e Quarto Mondo, sia a “indirizzare” la loro politica interna.


COP28 : l'agenda globalista non è mai stata così evidente


Per ottenere una fetta di questa grande torta, i governi dei Paesi in via di sviluppo dovranno parlare pubblicamente di tutti gli impatti negativi del cambiamento climatico sul loro Paese.

Allo stesso tempo, per ottenere i finanziamenti, dovranno quasi certamente accettare di “adottare politiche favorevoli al clima” e/o sottoporre le proprie politiche climatiche a un “gruppo di esperti indipendenti” nominato dalle Nazioni Unite.

Nel frattempo, il Presidente del Kenya si è già espresso in merito :

Nell’Africa orientale, le inondazioni catastrofiche hanno colpito la regione dopo la peggiore siccità degli ultimi 40 anni.
La tendenza a ignorare le esigenze industriali e di sviluppo del continente africano non è più sostenibile.

Trasformare l’Africa in una centrale elettrica verde è essenziale non solo per il continente, ma anche per l’industrializzazione globale e la decarbonizzazione.

Non vedete già il simbolo del dollaro nei suoi occhi ?

Oltre all’impegno alimentare e al fondo per le perdite, è stato redatto un documento dal nome Global Renewables and Energy Efficiency Pledge che mira ad aumentare la dipendenza dall’energia “verde“.
Oltre 120 Paesi lo hanno già firmato.



C’è poi il Global Methane Pledge, già sottoscritto da 155 governi e 50 compagnie petrolifere.

Queste compagnie rappresentano circa la metà della produzione mondiale di petrolio e vogliono solo “salvare il pianeta” ; infatti, “non hanno alcun interesse finanziario in questa situazione” (ironia mode on).

È stato anche stipulato un documento minore, una dichiarazione sul clima, soccorso, ripresa e pace, firmata però solamente da 70 Paesi (e 39 ONG).
Questo documento enfatizza il legame tra guerra ed emissioni di carbonio e mira a “incrementare il sostegno finanziario per la resilienza climatica in contesti di guerra e fragilità“.
Al momento, sinceramente, il significato di questa frase mi è oscuro.

Naturalmente, 124 Paesi (tra cui l’UE e la Cina) hanno firmato la “Dichiarazione sul clima e la salute“, finanziata da ben un miliardo di dollari da donatori come la Fondazione Rockefeller.
Si suppone che abbia i seguenti obiettivi :

Sfruttare meglio le sinergie tra cambiamento climatico e salute per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei flussi finanziari.

Tutto questo ben presto culminerà in quello che viene chiamato “Global Stocktake“.
Si tratta essenzialmente di un rapporto interlocutorio rispetto agli Accordi di Parigi, ma che può essere sfruttato per “accelerare i piani d’azione sul clima previsti per il 2025“.

Qualunque sia il reale significato della locuzione “accelerare i piani d’azione“, è certo che tutti i governi partecipanti saranno ben felici di rispettarlo.

Ovviamente tutti i governi della NATO, dell’Unione Europea e dei BRICS.
Compresi gli Stati Uniti e la Cina.
Naturalmente anche Russia e Ucraina.

E anche Israele e Palestina.

Certo, la narrativa mainstream racconta di un certo astio fra le parti, con alcune delegazioni di paesi che hanno annullato gli incontri programmati con gli israeliani.
Tuttavia, anche le vittime e gli autori di un genocidio possono (apparentemente) superare le loro inconciliabili differenze e fingere di accettare che il cambiamento climatico sia un problema reale.

Come ben sappiamo da tempo, si tratta di una nuova farsa, come il ben noto “virus“.
La narrazione ufficiale sul cambiamento climatico è, naturalmente, una menzogna.

Sappiamo anche che il cambiamento climatico viene usato come scusa per introdurre un massiccio controllo sociale e una governance globale, entrambi sostenuti da quasi tutti i governi mondiali.

A volte non sono d’accordo fra di loro.
Tuttavia, sono tutti a bordo dello stesso treno della globalizzazione capitalista.

Tutti vanno nella stessa direzione e soprattutto verso la stessa destinazione.
E soprattutto, non è mai stato così evidente come ora.


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