Crescita economica cinese (+3.9%) ancora debole

Ottobre 24, 2022 MacroEcoAnemia

I cosiddetti sostenitori della libera impresa, tra cui il premier Li Keqiang, fino alla scorsa settimana numero due del partito, sono stati esclusi dalla leadership.

Veronica Baker


Crescita economica cinese ancora debole

Crescita economica cinese
La crescita economica della Cina è aumentata nell’ultimo trimestre, ma è ancora tra le più deboli degli ultimi decenni

La crescita economica della Cina è aumentata nell’ultimo trimestre, ma è ancora tra le più deboli degli ultimi decenni.

Il Partito Comunista Cinese, seguendo il solito spartito già suonato negli ultimi tre anni, insiste nel mandare avanti la farsa del millennio imponendo controlli “anti-virus” e facendo finta di imporre un giro di vite sul debito insostenibile dell’enorme settore immobiliare posseduto.

Negli ultimi tre mesi, l’economia cinese è cresciuta del 3,9% rispetto all’anno precedente, rispetto allo 0,4% del trimestre precedente (secondo i dati ufficiali forniti dal governo locale).

Xi Jinping, il leader più potente degli ultimi decenni, desidera che il Partito abbia un ruolo ancora maggiore nello sviluppo delle imprese e della tecnologia : infatti il PCC gli ha dato mano libera, installando un Comitato permanente di sette membri composto esclusivamente da suoi alleati.

I cosiddetti sostenitori della libera impresa, tra cui il premier Li Keqiang, fino alla scorsa settimana numero due del partito, sono stati esclusi dalla leadership.

Queste dichiarazioni hanno naturalmente indispettito i mercati finanziari, già preoccupati dai dati macroeconomici non buoni, che sono letteralmente collassati : l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha fatto segnare un -6,36%, risultato che si commenta da solo, mentre il FTSE China A50 è crollato del 3,80%.

Crescita economica cinese
I burocrati del Partito si sono rigorosamente attenuti ai limiti di indebitamento fissati…

Occorre inoltre sottolineare che la crescita economica cinese è diminuita anche a causa della restrizione (più o meno globale) della politica monetaria da parte delle varie banche centrali, un fatto che ha causato il crollo delle vendite e della costruzione di immobili, settori da sempre trainanti per la crescita economica cinese.

Pechino ha alleggerito i prestiti ipotecari e i governi locali si sono fatti carico di alcuni progetti incompiuti per garantire la consegna effettiva degli immobili agli acquirenti.

Tuttavia, i burocrati del Partito si sono rigorosamente attenuti ai limiti di indebitamento fissati, un fatto che ha costretto numerosi piccoli costruttori al fallimento e che ha “permesso” ai loro concorrenti più grandi (primo fra tutti Evergrande, troppo grande per fallire) di dichiarare il proprio default e, quindi, di non pagare gli obbligazionisti.

Per di più, ad aggravare una situazione già molto delicata, il PCC sta ottusamente (oppure volutamente, con l’intento di radere al suolo definitivamente la piccola economia ?) applicando una politica di “Zero-Covid” che causa, in primis, un aumento esponenziale dei costi e, in secondo luogo, la frustrazione dell’opinione pubblica (che sta sfociando giorno dopo giorno in violente proteste da parte degli ormai esasperati cittadini cinesi), dopo che Shanghai e altri centri industriali sono stati ancora una volta temporaneamente chiusi per motivi “sanitari“.

Le ripetute chiusure e l’incertezza sulle prospettive di business stanno mettendo a dura prova gli imprenditori locali : piccoli negozi e ristoranti stanno chiudendo rapidamente, mentre altri affermano di avere difficoltà a rimanere aperti.


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