Giugno 12, 2022 La Medicina dell’Anima
Ri-vivere è un po’ come ri-nascere.
Ri-trovare e ri-trovarsi.Bisogna solo avere il coraggio di spingere.
Talvolta bisogna farlo da soli.
Crisi : dov’è realmente ?
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Se avessimo la certezza che il nostro comportamento sia quello giusto, saremmo più felici ?
La lotta più grande che stiamo affrontando oggi è quella di resistere al male che vediamo intorno a noi.
Forse “assedio” è il termine più adeguato per esprimere questa situazione.
L’uomo è un essere ancora in fase di sviluppo e, includendo me stessa tra gli incompleti, intendo proprio questo.
E nel mio piccolo angolo di “dissidente” che cerca di resistere all’ottuso “ben pensare comune” sono già giunte diverse persone disposte a riflettere con me su questi argomenti.
Questo è davvero un bel dono.
D’altra parte, chi cerca di “resistere“, come faccio ormai da anni, combatte una guerra di assedio.
L’assedio costa molto di più in termini di risorse umane, molto di più di una guerra di assalto in cui si sfonda, si elimina, si distrugge o si viene distrutti, per poi poter passare un po’ di tempo, se si sopravvive, a cercare di “vedere” più in là.
Quello che faccio è gettare dei sassi in uno stagno putrido, sperando che i cerchi che si formano in qualche modo si intersechino in onde, vibrazioni e frequenze che generino una rete di una certa continuità con maglie più o meno larghe per arginare i meteoriti del “nulla” emergente, anche in punti lontani tra loro.
Continuo invariabilmente a essere me stessa, spinta da una sorta di ineluttabilità a fare ciò che ritengo giusto.
Ci vuole coraggio e determinazione, ma si continua a seguire la propria linea di sviluppo.
Credo che non potrei fare diversamente: è nella mia natura intrinseca.
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(Jiddu Krishnamurti, 3 maggio 1981)
La crisi non è nella politica, non è nei governi, che siano totalitari o cosiddetti democratici ; non è nemmeno tra gli scienziati o nelle rispettabili e affermate religioni.
La crisi è nelle nostre coscienze, ovvero nella nostra mente, nei nostri cuori, nei nostri comportamenti e nelle nostre relazioni.
Questa crisi non può essere compresa nella sua interezza né affrontata totalmente finché non comprendiamo la natura e la struttura della coscienza, che è legata al pensiero.
È solo così che possiamo comprendere i nostri stati mentali : è da qui che ha inizio la vera educazione, l’auto-educazione.
Abbiamo sempre imparato molto dagli altri su noi stessi e siamo sempre alla ricerca di qualcuno che ci guidi, non solo nel mondo esterno, ma soprattutto a livello psicologico.
Non appena si verifica un problema o un disturbo, corriamo subito a cercare qualcuno che ci aiuti a fare chiarezza.
Siamo assuefatti alle istituzioni e alle organizzazioni, nella speranza che risolvano i nostri problemi o che facciano chiarezza nelle nostre menti.
In questo modo, noi dipendiamo sempre da qualcuno e questa dipendenza, inevitabilmente, genererà corruzione.
Quindi, eccoci qui, senza dipendere da nessuno, neanche da chi sta parlando adesso, anzi, in particolare da chi vi sta parlando, perché non c’è alcuna intenzione di convincervi a pensare in un certo modo o di stimolarvi con parole o teorie curiose.
Piuttosto, osservate ciò che accade nel mondo e tutta la confusione interiore.
Nell’osservare, non formulate alcuna astrazione né trasformate ciò che osservate in un’idea.
Per favore, dobbiamo essere molto chiari su questo punto.
Quando osserviamo un albero, la parola “albero” è un’astrazione, non è l’albero stesso.
Spero che questo sia chiaro.
La parola, la spiegazione, la descrizione non sono la realtà della cosa, non sono “ciò che è”.
Perciò dobbiamo essere chiari fin dall’inizio in proposito.
Quando siamo immersi nell’osservazione di ciò che accade nel mondo e nelle profondità della nostra coscienza, tale osservazione può rimanere pura, diretta e chiara, senza astrazione alcuna e senza che l’oggetto dell’osservazione venga trasformato in un’idea.
Molti di noi vivono con le idee, che non sono la realtà.
Allora le idee diventano molto importanti, più importanti della realtà stessa.
I filosofi usano le idee in vari modi, ma noi non ci stiamo occupando di idee.
Noi siamo solamente interessati all’osservazione di ciò che sta accadendo nella realtà, non a teorizzare al riguardo, senza dipendere da particolari modelli del pensiero, ma con l’intento di osservare ciò che è, e nell’osservazione di ciò che è, fare grande chiarezza.
L’astrazione di ciò che è, la sua trasformazione in un’idea, non può che generare altra confusione.
Come abbiamo già detto, la crisi è nella nostra coscienza, e questa coscienza è il terreno comune a tutta l’umanità : non si tratta di una coscienza particolare, né tua né mia, ma della coscienza dell’uomo, dell’essere umano.
Perché, ovunque voi andiate, in Estremo Oriente, in Medio Oriente, in Occidente, in tutto il mondo, gli esseri umani soffrono, provano dolore, vivono nell’incertezza, nella solitudine, nella disperazione, catturati da concetti religiosi più o meno bizzarri che non hanno alcun significato nella realtà.
Questo è il terreno comune a tutta l’umanità.
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Vi prego di coglierne con chiarezza il punto.
Non si tratta della vostra coscienza, ma di quella di tutta l’umanità, sottoposta a sofferenza, conflitto e miseria, che vuole identificarsi con qualcosa : con la nazione, con un simbolo religioso o con un concetto.
Vi prego di cogliere il significato di questa realtà.
È importante comprendere perché ci siamo separati dal resto, percependoci come individui, cosa che in realtà non siamo.
Siamo il risultato di milioni di anni e siamo stati spinti ad accettare l’idea dell’individuo.
Ma quando osservate da vicino, non siete individui: psicologicamente siete come il resto dell’umanità.
Questa è una cosa molto difficile da percepire, in quanto la grande maggioranza di noi è attaccata all’idea che siamo tutti individui separati con le nostre ambizioni personali, la nostra ingordigia, l’invidia, la sofferenza, la solitudine.
Ma quando osservate, vi rendete conto che è ciò che capita a ognuno di noi e il concetto di individuo ci rende ancora più egoisti, egocentrati, nevrotici e competitivi : la competizione sta distruggendo l’uomo.
Dunque, il mondo siete voi e voi siete il mondo.
Se lo comprenderete davvero, proverete una sensazione meravigliosa : c’è una grande vitalità e percezione, una immensa bellezza.
Non mi riferisco alla bellezza di una pittura, di un poema o di un volto gradevole.
Noi siamo il mondo e quel mondo siamo noi, siamo me.
In questa parte del mondo la libertà è usata in modo improprio, come nel resto del mondo, d’altronde, perché ognuno di noi vuole raggiungere qualcosa, vuole essere qualcuno.
Di conseguenza, il contenuto della nostra coscienza è un costante sforzo, una battaglia continua per essere, per diventare, per avere successo, per ottenere potere, posizione sociale, status, e tutto questo potete raggiungerlo solo se avete denaro, talento o capacità in una direzione particolare.
Quindi, capacità, talento, tutto ciò incoraggia l’individualità, ma se guardate con attenzione, quell’individualità è costruita dal pensiero.
Quindi, osservando tutto ciò, si capisce che la crisi è nella natura stessa del pensiero.
Il mondo esterno e quello interiore sono entrambi frutto del pensiero.
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Il pensiero è un processo materiale : è grazie al pensiero che sono state costruite la bomba atomica, le navicelle spaziali, il computer, il robot e tutti gli strumenti di guerra.
Il pensiero ha anche costruito meravigliose cattedrali e chiese, e tutto ciò che esse contengono.
Allo stesso tempo, non c’è nulla di sacro nel movimento del pensiero.
Ciò che il pensiero ha generato come simbolo che voi venerate non è sacro, è semplicemente un’invenzione del pensiero.
I rituali, tutte le divisioni religiose e nazionali, sono tutti il risultato del pensiero.
Vi invitiamo a rifletterci con molta attenzione: non stiamo cercando di persuadere nessuno né di condannare o incoraggiare, stiamo solo osservando : questo è un fatto, una realtà.
Quindi, la crisi è nella natura stessa del pensiero, e, come abbiamo detto, il pensiero è il risultato delle origini dei sensi, delle risposte sensoriali, delle esperienze e dell’incontro con qualcosa che viene registrato come conoscenza, come memoria, e da quella memoria sorge il pensiero.
Questo è il processo e la natura del pensiero, è sempre stato così per innumerevoli anni.
Tutte le culture, dall’antico Egitto e da prima ancora, si basano sul pensiero, e il pensiero ha creato questa confusione esterna e interiore.
Vi invito a osservarlo da voi stessi: non sto insegnando niente a nessuno, non sto dando spiegazioni, chi parla sta solo trovando le parole per comunicare ciò che ha osservato.
Noi stiamo osservando insieme la natura e la struttura del pensiero.
Quando vi imbattete in qualcosa che è definibile come esperienza, quella stessa esperienza viene registrata come conoscenza, e quella conoscenza diventa memoria, che a sua volta agisce sotto forma di pensiero.
Quindi, attraverso quell’azione, imparate e accumulate più conoscenza.
È così che l’uomo ha vissuto per milioni di anni in questo processo: esperienza, conoscenza, memoria, pensiero, azione, in questa sequenza.
Mi chiedo se tutto questo è chiaro.
La nostra crisi, quindi, è nella natura stessa del pensiero.
Voi direte :
“Come possiamo agire senza conoscenza, senza pensiero ?”
Non è questo il punto.
Prima di tutto, osservate con chiarezza e senza pregiudizi la natura del pensiero, e vedrete che è come vi ho detto.
Il nostro cervello, che vive in questo cerchio fatto di esperienza, conoscenza, azione, memoria e ulteriore conoscenza, ha problemi perché la conoscenza è sempre limitata.
È addestrato per risolvere problemi, è un cervello-risolvi-problemi, non è mai libero da problemi.
Spero che riusciate a comprendere la differenza.
Il nostro cervello è stato addestrato per risolvere problemi in vari ambiti : scientifico, psicologico e delle relazioni.
I problemi sorgono e noi cerchiamo di risolverli, ma la soluzione è sempre cercata nel campo della conoscenza.
Come abbiamo detto, la conoscenza è sempre incompleta, questo è un dato di fatto.
Si tratta di un punto molto importante da osservare con sensibile consapevolezza: la conoscenza, in nessuna circostanza, sarà mai completa.
Cerchiamo di osservare qualcosa di diverso : che cos’è la bellezza ?
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Perché c’è così poca bellezza nel mondo ?
Fatta eccezione per la natura, per le colline, i boschi, i fiumi, gli uccelli e le cose della terra, perché c’è così poca bellezza nelle nostre vite ?
Andiamo al museo ad ammirare le pitture, le sculture e le opere straordinarie create dall’uomo, i poemi, le letterature, le architetture meravigliose; ma quando guardiamo dentro noi stessi, troviamo così poca bellezza.
Desideriamo bei volti, desideriamo dipingerli, ma nel profondo, (stiamo di nuovo osservando, non negando o accettando), troviamo così poca bellezza, quiete e dignità.
Perché ?
Perché l’uomo è diventato questo ?
Per quale motivo gli esseri umani, che sono così brillanti, eruditi in tutti i campi e capaci di creare macchine straordinarie, siamo diventati quello che siamo : volgari, chiassosi, mediocri, vanitosi per le nostre piccole carriere e arroganti per le nostre piccole conoscenze ?
Perché ?
Che cosa è successo all’umanità ?
Che cosa è successo a voi ?
Questa, credo, è la crisi.
E noi la evitiamo, non vogliamo osservarci con chiarezza.
L’auto-educazione è l’inizio della saggezza, non quella derivante dalla lettura di libri o dall’osservazione degli altri, ma quella che ci fa comprendere le nostre attività egoiste, meschine, distorte, che si ripetono giorno dopo giorno.
La crisi è nei nostri cuori, nelle nostre menti, nel nostro cervello.
E, come la conoscenza è sempre limitata e noi siamo sempre attivi in quel contesto, ci ritroviamo in un conflitto eterno.
Questo deve essere compreso con grande chiarezza.