Cultural and social bear market

Gennaio 10, 2008 MacroEcoAnemia


Cultural and social bear market

Cultural and social bear market
Cultural and social bear market. L’Orso ed il Toro riflettono i fattori culturali e politici della società sottostante…

I giornali finanziari e i canali finanziari, come Bloomberg e CNBC, continuano a parlare dei movimenti nell’assetto di controllo, di bilanci e di prospettive di crescita, ma sorvolano su un fatto fondamentale : la pessima performance del mercato italiano rispetto ai principali mercati europei, in particolare quello tedesco.

Nell’ultimo anno, la borsa tedesca è salita del 20%, mentre quella italiana ha perso il 10%.
Perché c’è una differenza di rendimento del 30% tra i due mercati ?

Siamo entrambi nell’€, quindi i problemi congiunturali dovrebbero essere simili.

Nei mesi scorsi, i titoli di piccole e medie imprese italiane hanno subito un crollo senza precedenti dal 2001, fenomeno non riflesso dall’indice principale SPMIB, sostenuto solo dal peso nel paniere dei monopolisti Enel, Eni, Snam, AEM-ASM e Terna.

Tuttavia, il resto del listino sta letteralmente franando, basta osservare il comportamento di titoli come Piaggio, Ducati e Benetton, per citare solo alcuni dei marchi più noti.

Praticamente tutti i titoli a medio-bassa capitalizzazione stanno franando inesorabilmente, anche se questo fatto, pur con punte minori, è diffuso un po’ su tutti i listini europei.

Ciò che però impressiona di più è che i bilanci non sono peggiorati, non ci sono state trimestrali da brividi.
I segni di rallentamento dell’economia sono ovunque e i consumatori americani ed europei sembrano essere arrivati al capolinea.

Le imprese italiane hanno già dimezzato il loro valore.
Come mai ?

Se ci guardiamo intorno e non ci mettiamo le fette di salame sugli occhi, non possiamo che notare una cosa: stiamo assistendo al disfacimento e al soffocamento della società italiana.

Siamo in una crisi vera di ideali e i nostri governanti, mai come ora, ci appaiono globalmente, nessuno escluso, lontani dai problemi della vita di tutti i giorni.
Sembra che vivano tutti su un altro pianeta.
E in effetti lo è, considerando i loro stipendi e il loro tenore di vita.

Naturalmente, neanche la borsa ne è immune.
Anzi, anticipa solitamente gli eventi che accadranno in futuro, come si suol dire.

L’Orso e il Toro rispecchiano infatti i fattori culturali e politici della società sottostante.

Quando questi sono positivi, ottimisti e ci sono leader che incarnano valori positivi, i mercati finanziari salgono.
Quando sono negativi, pessimisti e le cose si deteriorano, i mercati scendono.

In fondo, i trend di borsa non sono altro che trend culturali e sociali.
Questi vanno analizzati sui grafici di lungo periodo, anche sulla base di questa logica.

È evidente che se l’Italia fosse l’unico Paese ad avere problemi, tutto questo non sarebbe immediatamente percepibile.
Ma in questo momento tutta l’Europa occidentale, il Nord America incluso, non sta molto meglio dell’Italia dal punto di vista culturale e sociale.

Negli ultimi 15-20 anni, si è pensato solo a spremere il consumatore occidentale come un limone, spingendolo a fare spese folli e, nella maggior parte dei casi, superficiali e totalmente inutili, per poi portargli via facilmente tutto ciò che aveva sognato di raggiungere, illudendolo di poter vivere oltre le proprie risorse.

Si è dato risalto a concetti come ingegneria finanziaria, transazioni OTC e globalizzazione finanziaria dei mercati.

Questo però non è che l’altra faccia di problemi come la deregolamentazione demografica, il permissivismo più totale in qualsiasi ambito, la corruzione crescente dei vertici finanziari e politici, le tangenti pagate dai vari CEO per ottenere appalti e commesse, la degradazione culturale, il crollo degli standard educativi e il deterioramento del senso civico.

Ma la partita è oramai terminata : il debito allargabile ha raggiunto l’apice e si sta rapidamente contraendo (si veda il fenomeno dei subprime, che rappresenta solo una piccola parte del problema).

Al limite, si potranno sostenere i mercati con massicci tagli dei tassi di interesse.
Game over.


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