Danger zone

Novembre 8, 2009 EcoAnemia


Danger zone

[…]È di oggi la notizia che, negli Stati Uniti, è fallita la 120esima banca dall’inizio dell’anno: si tratta della californiana United Commercial Bank […]

[…]un punto che sta a cuore alla Gran Bretagna e al premier Brown è stato largamente accolto, il mantenimento fino a un consolidamento della ripresa delle politiche di stimolo che alcuni paesi in ripresa vorrebbero iniziare ad archiviare[….]

Fonte : Cdt

E’ un dato di fatto che alcuni paesi abbiano compreso la pericolosità della situazione che si sta delineando, mentre altri – come la Gran Bretagna – stanno piano piano andando verso un baratro da cui poi non si rialzeranno più.

Come ha già fatto notare, fra gli altri, Nouriel Roubini, “l’impennata delle borse e delle materie prime può rappresentare l’inizio di una bolla pronta ad esplodere” : abbiamo già visto negli anni scorsi che le politiche di Carry-Trades più si allargano, più creano sconquassi quando scoppiano.

E per di più – come ho già riferito più volte fino alla nausea – tutto il denaro circolante non va alla economia reale, come ci sarebbe bisogno, ma solo ed esclusivamente ad alimentare questo meccanismo sempre più perverso.

Infatti la disoccupazione sta aumentando sempre più nel mondo, e, soprattutto, i posti di lavoro persi non saranno più recuperati da noi occidentali (USA ed Europa), ma al massimo saranno recuperati – e solo in parte – nelle economie emergenti (in particolare nel BRIC).

Molti sicuramente – dato che nel frattempo nessuno naturalmente ne ha parlato più – avranno sentito all’epoca parlare del documento “The Supervisory Capital Assessment Program”, quello che era stato alla base del celeberrimo – ma oramai acqua passata – Stress Test fatto a Maggio.

Vediamo alcuni punti fondamentali :

Danger zone

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(quest ‘ultimo grafico è mostrato prima in scala normale, poi ribaltato di 180°, in questo modo ci si rende conto meglio e soprattutto più direttamente dell’errore che sta alla base).

E’ facile vedere che abbiamo già raggiunto con larghissimo anticipo lo scenario peggiore previsto dai modelli previsionali dalla Fed riguardo la  disoccupazione negli USA.
Per cui – al solito – tutte le previsioni fatte dovranno essere riviste ancora una volta al ribasso.

E considerando che il GDP del Q3 è stato ottenuto incrementando in modo massiccio la spesa pubblica , come si fa a parlare di reale ripresa ?

Siamo ancora in recessione, ed anche piuttosto profonda.

Ma nei principali uffici di società di intermediazione finanziaria e fra gli istituzionali stanno circolando grafici e reportage di questo genere :

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Soprattutto con il seguente commento :

[…] the S&P 500 went from about 120 to 170 (+40%) throughout the period of 10%+ unemployment from September ’82 to June ’83[…]

Premesso che si tratta di epoche diverse e di periodi essenzialmente diversi, ma fino a quando nei piani alti non si renderanno conto che questo è un gioco al massacro e che nel lungo periodo stanno gettando le basi per la distruzione della nostra economia (perchè anche noi gli stiamo andando dietro come dei baluba, naturalmente) ?

Fuck the Fed.


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