Deficit bilancia commerciale USA +10%

Gennaio 12, 2005 MacroEcoAnemia


Deficit bilancia commerciale USA +10%

Il nuovo record del deficit commerciale americano fa crollare il dollaro e l’euro avvia la rimonta fino a sfiorare quota 1,33 dollari.

La moneta europea ha toccato un massimo di seduta di 1,3293 dollari, mettendo a segno il rialzo più consistente da oltre tre settimane e superando il precedente massimo di 1,3107 dollari registrato negli ultimi scambi di ieri.

Gli addetti ai lavori scommettono ora sull’euro-dollaro a quota 1,45 entro la fine del 2005.

L’aumento inaspettato del disavanzo commerciale americano, schizzato a 60,3 miliardi di dollari a novembre (dai 56 miliardi di ottobre), ha confermato la situazione di debolezza strutturale del biglietto verde, mentre aumenta lo scetticismo del mercato sulla capacità degli Stati Uniti di attirare i capitali stranieri necessari ad arginare il colossale buco dei conti americani.

Deficit bilancia commerciale usa +10%Soprattutto se si considera che il deficit delle partite correnti ha raggiunto nel terzo trimestre la quota record di 164,7 miliardi di dollari.

Ciò significa che, per compensare il disavanzo e mantenere il valore del dollaro, gli Stati Uniti dovrebbero attrarre investimenti stranieri per 1,8 miliardi di dollari al giorno, circa 55 miliardi al mese.

Resta il fatto che gli investimenti in asset denominati in dollari sono in continuo calo, come confermato dall’ultimo dato disponibile, quello di ottobre, che ha evidenziato la crescita più debole nel giro di dodici mesi, attestandosi a quota 48,1 miliardi di dollari da 67,5 miliardi del mese precedente.

La moneta americana continua dunque a pagare il doppio deficit statunitense con gli investitori che insistono nella loro fuga dall’area del dollaro, convinti anche che l’amministrazione Bush non contrasterà il crollo del biglietto verde.

Il dollaro debole è infatti la carta giocata da Washington per cercare di spingere le esportazioni e riequilibrare i propri conti, anche se appare ormai chiaro che la debolezza della valuta non produce effetti apprezzabili in termini di riduzione del deficit.

Nel 2004, il dollaro ha perso il 7,1% contro l’euro.

Ciò significa che per ridurre il disavanzo statunitense, il dollaro dovrà scendere ancora molto, anche fino a 1,50 per euro.

Un livello difficilmente sopportabile per l’economia di Eurolandia, che sta già scontando le ricadute negative del supereuro sull’export.

Domani, in occasione della riunione del direttivo Bce, non sono attese novità in materia di politica monetaria.

E a questo punto la questione del minidollaro sembra essere stata rinviata al prossimo G7, in programma a febbraio, anche se il segretario al Tesoro statunitense, John Snow, sembra essere poco disposto a subire le pressioni dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, soprattutto europei e giapponesi, che auspicano il coinvolgimento degli Stati Uniti per frenare la discesa del dollaro.


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