Deficit corrente record per il terzo trimestre 2004

Dicembre 16, 2004 MacroEcoAnemia


Deficit corrente record per il terzo trimestre 2004

L’economia americana, in ripresa dalla seconda metà del 2003, subisce l’ennesimo colpo sul fronte del deficit delle partite correnti.

Dopo avere registrato un disavanzo pari a 147,2 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno e di 166,4 miliardi di dollari nel secondo, il Dipartimento del Commercio è stato costretto a aggiornare il libro dei record.

Tra luglio e settembre il ‘buco’ si è allargato sino a 164,7 miliardi di dollari, la soglia più alta di sempre, un vero e proprio deficit corrente record negativo.

La cifra, seppur cresciuta solo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e inferiore ai 171 miliardi di dollari stimati dagli analisti, fa suonare l’ennesimo campanello d’allarme per le casse a stelle e strisce già gravate da un sostanzioso disavanzo federale (413 miliardi di dollari, altro record, alla fine dell’esercizio fiscale 2004) e da una pesante situazione sul fronte commerciale, segnato da un passivo di 55,5 miliardi di dollari ad ottobre.

Deficit corrente record
Deficit corrente record negativo per il III trimestre 2004…

Il dato annunciato oggi è considerato uno degli indicatori congiunturali più attendibili, in quanto comprende anche i flussi di investimenti tra Paesi internazionali.

Nel terzo trimestre del 2004, il deficit è pari al 5,6% del PIL statunitense a causa di importazioni di beni e servizi superiori alle esportazioni (155,3 miliardi di dollari contro i 151,1 miliardi del trimestre precedente) e di un aumento contenuto degli acquisti di titoli del Tesoro statunitense da parte di investitori esteri, saliti a 14,1 miliardi di dollari, in frenata rispetto alla crescita di 29,7 miliardi di dollari del trimestre precedente.

La crescita del deficit delle partite correnti era stata stigmatizzata in maniera particolarmente negativa solo lo scorso mese dal presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, il quale, in un intervento a Francoforte, aveva invitato a prendere sul serio i possibili effetti negativi del disavanzo sugli investimenti stranieri negli Stati Uniti.

L’attuale squilibrio – aveva puntualizzato – non appare, in sé, come un problema, mentre lo diventano i deficit gemelli, ossia quello interno, volato a 413 miliardi di dollari nel 2004, e quello internazionale“.

Finora – aveva argomentato Greenspan – gli investitori internazionali hanno finanziato gli attuali squilibri contabili degli Stati Uniti, ma, date le condizioni, potrebbero cambiare l’impostazione del loro portafoglio nel prossimo futuro.

Sembra plausibile – aveva spiegato – che, vista l’ampiezza del deficit statunitense, possa manifestarsi, a un certo punto, un appetito inferiore” per gli investimenti negli Stati Uniti.

Purtroppo – aveva concluso Greenspan – non c’è una risposta al quando e in che modo” questa ritirata potrebbe manifestarsi.


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