Delusione attesa per il PIL italiano

Febbraio 15, 2005 MacroEcoAnemia


Delusione attesa per il PIL italiano

La congiuntura nazionale archivia il 2004 sotto i peggiori auspici, con preoccupanti segnali di rallentamento, peraltro assolutamente coerenti con il pessimo risultato del settore manifatturiero e con i deludenti numeri diffusi stamattina da Germania e zona euro.


Delusione attesa per il PIL italiano


Nei tre mesi al 31 dicembre scorso, il prodotto interno lordo italiano ha registrato una contrazione congiunturale dello 0,3% e una crescita annua dell’1,0%, dopo l’espansione dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,4% su base annua dei tre mesi precedenti.

Il risultato si confronta con aspettative di un incremento dello 0,2% su trimestre e dell’1,5% su anno : delle 35 stime raccolte la scorsa settimana da Reuters, la più bassa prevedeva un rallentamento limitato a dello 0,2% su base trimestrale.

Oggi l’Istat ha comunicato che la crescita del Pil nel 2004, corretta per i giorni lavorativi, è stata dell’1,1%.

La previsione governativa era dell’1,2%, mentre la recente stima di Bankitalia era di una crescita nell’ordine dell’1,5%.
Tali stime si riferiscono al dato non corretto, che, alla luce del maggior numero di giorni lavorativi nel 2004 rispetto al 2003, sarà maggiore dell’1,1%.

La delusione di fine 2004 è doppiamente scoraggiante se si considerano le implicazioni per l’anno in corso, per il quale l’ultima stima ufficiale del governo è ancora di una crescita del 2,1%.



Soltanto la scorsa settimana, il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco ha anticipato che il governo sta prendendo in considerazione l’idea di rivedere al ribasso le stime per il 2005, ma per farlo è in attesa dei dati della trimestrale di cassa.

Sempre la scorsa settimana, il Fondo monetario internazionale ha parlato per quest’anno di un’attesa di crescita del 1,7%, ma con rischi al ribasso, mentre sabato il governatore di Banca d’Italia Antonio Fazio ha previsto per quest’anno un’accelerazione rispetto al 2004, grazie al recupero di esportazioni e domanda interna.

(Commento di Veronica : i numeri di oggi non gettano certamente le basi per una rapida ripresa nel 2005: la stima del governo del 2,1% è completamente irrealistica, ma questo era già evidente in partenza).

Una cocente delusione è arrivata dalle ultime statistiche sul settore industriale, che segnalano per dicembre il terzo mese consecutivo di caduta dell’indice mensile destagionalizzato.

Oltre a sommarsi a una revisione peggiorativa dell’indice di novembre, che passa a -1,0% dal precedente -0,7%, il calo di 0,6% di dicembre si confronta con una mediana delle attese per un rimbalzo di 0,4%.

Come nel caso dei numeri sul Pil, nessuno dei 21 uffici studi interpellati aveva previsto una simile battuta d’arresto.

(Veronica : consiglio invece di rileggere i post dell’ultimo trimestre del 2004 scritti in questo blog dalla sottoscritta).

È evidente che il Paese sta attraversando una recessione per quanto riguarda il settore manifatturiero“, afferma Vincenzo Guzzo di Morgan Stanley.

(Veronica : scoperta dell’acqua calda, ma quanti anni sono che il settore manifatturiero italiano è in recessione ?)

Con una media d’anno in calo dello 0,4% su base aggiustata al numero di giorni lavorativi, il 2018 si configura inoltre come il quarto anno consecutivo di contrazione per il settore industriale italiano.

In assenza di dettagli sull’indice disaggregato, gli uffici studi riconducono la debolezza certamente superiore alle attese a un contributo negativo da parte del canale estero e delle scorte, le voci che avevano sostenuto l’ottima performance del terzo trimestre, ma sottolineano comunque l’anemia della domanda interna come vero punto debole del ciclo nazionale.

Probabilmente i consumi sono andati male, mentre l’altro indiziato è il commercio estero che potrebbe aver risentito della buona performance del terzo trimestre“.


Consumi


(Veronica : i consumi non sono andati bene, ma malissimo, vedi i post di novembre e dicembre 2004).

Delusione anche stamane per i numeri sul Pil tedesco: secondo l’ufficio federale di statistica, negli ultimi tre mesi del 2004 il Pil tedesco si è contratto dello 0,2% su base congiunturale, dopo la crescita nulla del terzo trimestre.

“Il dato italiano è in linea con quello tedesco”.

(Veronica: la Germania sicuramente non va a gonfie vele, anzi, ma noi andiamo peggio. Guardatevi un po’ il PMI, sia quello manifatturiero che quello non manifatturiero.

Ma lo capite o no che in Italia si rischia un lungo periodo di deflazione ?

Il fatto è che la gente comune non se ne accorge, anzi, dice : “Che bello, ci sono forti sconti, quindi noi paghiamo di meno…“, ma non è così, perché la deflazione colpisce principalmente i ceti medi, che difatti si stanno impoverendo.

Ovviamente qui a Milano la cosa si nota di più, perché il reddito pro capite medio è più alto).


monopolisti


Si tratta di un segnale abbastanza sconfortante che conferma come le due principali economie della zona euro, Germania e Italia, stiano soffrendo, in quanto la domanda interna non riesce a sostenere il ciclo“, aggiunge.

(Veronica : usando una triste metafora, sembra che si stia tirando a campare, sperando nella mano divina.

Senza interventi strutturali e soprattutto senza investimenti reali in tecnologia, sviluppo e ricerca, sarà difficile andare avanti.

Eppure, l’indice SPMIB fa registrare ogni giorno un nuovo massimo.
Peccato che questo sia dovuto esclusivamente al peso che hanno nel listino i monopolisti come Eni, Enel, Autostrade e Snam, che sono infatti le uniche società che registrano utili.

Ovviamente, perché non hanno concorrenza).


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