Ottobre 24, 2004 EcoAnemia
Tutto esaurito al banco dell’Enel.
Il collocamento della terza tranche si chiude con una domanda pari a quasi tre volte l’offerta, con un esercito di 630mila risparmiatori che si sono messi in fila per aggiudicarsi i lotti da 600 titoli al prezzo finale di 6,64 euro ad azione : e per i quali, dunque, crescerà la quota riservata, in modo da non lasciare nessuno a bocca asciutta.
Un successo che porterà nelle casse del Tesoro 7,5 miliardi di euro se, come tutto lascia prevedere, verrà collocata anche la quota aggiuntiva da 150 milioni di azioni.
E il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco non nasconde la sua soddisfazione : “E’ stata la più grande offerta di azioni fatta negli ultimi quattro anni nel mondo, dopo un periodo difficilissimo per l’economia e per le Borse”, ed è stata effettuata in questo modo “come segno di attenzione al popolo degli azionisti di minoranza”.
Tabelle alla mano, i vertici del ministero, dell’Enel e delle banche coinvolte nell’operazione, nel corso di una conferenza stampa a Via XX Settembre hanno snocciolato i numeri di quella che si profila come la terza privatizzazione in Italia, dietro Enel 1 e Telecom Italia.
Un’operazione la cui bontà, a giudizio di Siniscalco, è dimostrata dal fatto che dal giorno dell’annuncio (“fatto ad agosto con molto anticipo in un’ottica di trasparenza nei confronti dei mercati”) il titolo ha guadagnato in Borsa il 6%.
Insomma, ha spiegato l’amministratore delegato Paolo Scaroni, “il mercato ha dimostrato di apprezzare la nostra strategia”, con la quale “abbiamo fatto un’azienda più semplice e più facile da capire per i mercati”, la prima “che è riuscita a entrare nel ricchissimo mercato giapponese”.
Ecco, nel dettaglio, i numeri del terzo collocamento di Enel, la gallina dalle uova d’oro che in tre tranche ha fatto affluire allo Stato la bellezza di 26,4 miliardi di euro.
RICHIESTE BOOM, 2,9 VOLTE LOFFERTA. La domanda di azioni è stata pari a 2,9 miliardi di azioni, contro il miliardo offerto (al netto della green shoe), per un controvalore di circa 19 miliardi di euro.
In particolare, sono arrivate richieste per 656 milioni di azioni da 630mila risparmiatori, per un controvalore di 4,3 miliardi.
Una richiesta di 20mila azioni è arrivata da 17mila dipendenti dell’Enel, mentre il pubblico indistinto ha fatto domanda per 186 milioni di titoli.L’operazione ha convinto anche gli azionisti Enel: in 388mila hanno chiesto 320 milioni di azioni e, di questi, 352mila avevano aderito anche a Enel 1.
E per tutti sono confermate le bonus share.
Anche il mondo istituzionale ha risposto in modo massiccio alla proposta : sono state registrate richieste da oltre 530 investitori tra Italia ed estero per quasi 2,3 miliardi di azioni, per un controvalore di oltre 15 miliardi.SALE QUOTA RETAIL, PROBABILE ESERCIZIO GREEN SHOE. La forte domanda proveniente dal mercato dei risparmiatori ha imposto un aumento della quota riservata al retail, dal 20% previsto inizialmente.
Le azioni che andranno al mercato saranno così 470 milioni, pari al 47% dellofferta iniziale e al 40% di quella complessiva, se “come ci immaginiamo”, ha detto Siniscalco, verrà esercitata la green shoe.
A tutti i risparmiatori che hanno fatto domanda verrà assegnato un lotto minimo, con un piccolo riparto solo per il lotto maggiorato. All’offerta istituzionale, invece, toccheranno 530 milioni di azioni, pari a circa il 53% : 60 milioni saranno riservate agli investitori giapponesi.
TESORO SCEGLIE PREZZO MASSIMO, INCASSO 7,5 MILIARDI. Via XX Settembre, che con questa operazione scende poco sopra al 30% del capitale della società, ha fissato sul massimo possibile il prezzo finale del collocamento.
Risparmiatori e investitori istituzionali pagheranno così 6,64 euro ad azione, pari a 3.984 euro (circa 7,7 milioni delle vecchie lire) per ogni lotto minimo da 600 azioni.
I lotti maggiorati da 6mila azioni, invece, costeranno 39.840 euro.
L’incasso lordo del Tesoro, dunque, sarà di 7,6 miliardi (sempre se verrà esercitata la green shoe), che scendono a 7,5 miliardi sottraendo i 100 milioni di euro spesi in commissioni.
Non c’è che dire : un vero affare per il nostro ministero del Tesoro, che, grazie a questa operazione, è riuscito ad incassare il massimo possibile.
Ma è proprio vero che il collocamento Enel sarà per i piccoli risparmiatori una manna dal cielo ?
Enel è uno dei pochi titoli realmente solidi esistenti nel listino italiano : il dividendo è solitamente ricco, ed è stato garantito per i prossimi anni (ma, ricordiamo, il prezzo dell’azione è sempre decurtato del valore del dividendo al momento dello stacco), la volatilità storica è piuttosto bassa, ed Enel opera effettivamente nel settore energetico, che dovrebbe essere uno dei promettenti per il futuro.
Quindi titolo adatto anche ad un investimento di tipo retail (cioè per i piccoli risparmiatori).
Ma il seguente fatto è passato totalmente inosservato :
Scaroni e titolare di altre 4,2 mln di opzioni per la sottoscrizione di altrettante azioni Enel, attribuite ad aprile 2003.
Le condizioni di esercizio si sono verificate: il 30% delle opzioni e esercitabile a partire dal 2004, il 30% lo diverrà dal 2005 e il restante 40% dal 2006.Tali opzioni scadranno il 31 dicembre 2008 ed hanno un prezzo di esercizio di 5,240 euro.
Scaroni ne ha esercitate 1.260.000, sottoscrivendo altrettante azioni ordinarie Enel e rivendendole quindi sul Mta.La.d. di Enel, si legge ancora nel Prospetto dell’Opv, detiene ulteriori 2.500.000 opzioni per la sottoscrizione di altrettante azioni Enel, attribuite a marzo 2004. Il loro esercizio e subordinato al raggiungimento degli obiettivi individuati nel piano di stock option 2004.
Nel caso in cui tali obiettivi vengano raggiunti, le opzioni potranno essere esercitate per il 15% a partire dal 2005, per un ulteriore 15% dal 2006, per un ulteriore 30% dal 2007 e per il restante 40% dal 2008.
Le opzioni scadranno il 31 dicembre 2009 ed hanno un prezzo di esercizio di 6,242 euro.
In relazione alla quotazione di Terna dell’inizio di quest’estate,anche quest’altra notizia :
Stock option : a Scaroni 1,8 Milioni di €.Altri 22 manager del gruppo hanno approfittato del rialzo di borsa per esercitare le loro stock option e rivendere le loro azioni sul mercato….
A buon intenditor, poche parole.
Perchè i manager stessi si affrettano a rivendere le loro azioni sul mercato ?
Non credono alle loro capacità di sviluppo e di creazione di valore per gli azionisti ?