Beate Uhse

Marzo 11, 2019 Erotismo d’autore

Gli scrittori fanno l’amore con qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno.

Anaïs Nin


Beate Uhse

Beate Uhse
Il Beate Uhse museum situato nel cuore di Berlino raccoglie manifesti, scritti e oggetti erotici…

Per Beate Uhse, il sesso non è stato solo una delle gioie di una vita movimentata.
È stato soprattutto una preziosissima ancora di salvezza.

Inoltre, è stato la chiave per il successo e la ricchezza.

Durante la seconda guerra mondiale, era l’unica donna nell’aviazione tedesca e volava sui cieli di mezza Europa.

Fino a quando, nel maggio del 1945, non salì a bordo di un bimotore con i suoi due figli, dirigendosi verso nord, prima di consegnarsi agli Alleati e cavarsela con qualche mese di carcere.

Ma nella Germania del dopoguerra la vita di una vedova di guerra con due figli era molto difficile.
Ed è qui che Beate ha l’idea che cambierà la sua vita e quella di molti altri tedeschi.

Comincia a vendere un libretto ciclostilato intitolato Schrift X nei paesini dello Schleswig-Hollstein e poi per corrispondenza in tutta la Germania.

Una brochure che spiegava il metodo anticoncezionale Ogino-Knaus.

Sono tempi durissimi.
L’unica consolazione per chi ha perso praticamente tutto e deve ricominciare da zero è il sesso.
L’ideale sarebbe però evitare di mettere al mondo troppi figli.

È un vero e proprio boom.
Nel 1956, il libretto ha già venduto 32.000 copie.
Beate ha fondato un’azienda che conta già un centinaio di impiegati e un milione di fatturato.

A questo punto l’ascesa diventa esponenziale.
Apre subito un sexy shop – mascherato da emporio per l’igiene della coppia – a Flensburgo.
Le procure federali iniziano a farle la guerra.
Nel 1962, però, la Germania approva una legge che liberalizza la pornografia.

Il risultato è che nel giro di pochi anni i sex shop salgono a centinaia, sparsi in tutta la Germania, e le richieste di franchising arrivano da tutto il mondo.

Nel 1996, per i suoi cinquant’anni di attività, Beate Uhse inaugura a Berlino il Beate Uhse Erotik-Museum.

Beate era fermamente convinta che non ci fosse alcuna differenza tra sesso e pornografia.

La pornografia asseconda istinti perversi, l’erotismo, invece, aiuta a realizzare l’aspirazione a una vita sessuale normale che è in ognuno di noi”.

Beate Uhse Museum

Il Beate Uhse museum, situato nel cuore di Berlino, raccoglie manifesti, scritti e oggetti erotici.

Un’esposizione permanente che ripercorre la storia dell’erotismo degli ultimi 2000 anni.
Oggetti e opere d’arte di ogni tipo, dai dildo alla pittura erotica, sono esposti su tre piani.

La collezione comprende anche preservativi, sculture e strumenti erotici risalenti anche a 300 anni fa.

In determinati periodi dell’anno sono inoltre allestite mostre temporanee.
Dalla mostra si impara, per esempio, che il preservativo veniva ampiamente usato già nel ‘700.

Ricavato dall’intestino delle pecore e decorato con scene e scritte erotiche, il preservativo veniva chiuso con dei vezzosi ed eleganti nastri di stoffa.
Tuttavia, era decisamente poco elastico e soprattutto insicuro.

Ancor prima, il preservativo era completamente in pelle e senza alcuna decorazione.

La mostra non raccoglie solo preservativi e giocattoli erotici, ma anche statue antiche interpretate in chiave erotica.
È presente, infatti, una sezione dedicata alle statue antiche, rivisitate in chiave erotica.

La raccolta del Beate Uhse Museum vanta inoltre dipinti giapponesi del XVIII secolo, una collezione di celeberrime palline giapponesi per il piacere femminile e statuette di donne nude in avorio o cristallo di rocca, usate nell’800 e nel ‘900 dai medici cinesi per visitare le loro pazienti.

Le nobildonne non potevano essere viste nude o toccate.
Con l’aiuto delle statuette, il medico poteva indicare il punto esatto da visitare.

Miniature indiane riproducono, inoltre, le posizioni ideali per la fecondazione.
Accanto a questi, falli ottocenteschi in tartaruga con aperture apposite per versare liquido caldo sono affiancati da esemplari in ferro del XIX secolo.

È possibile inoltre ammirare una scena sadomaso ricostruita senza lasciare nulla alla fantasia.
Catene, abiti in lattice e pelle, maschere, fruste e una sedia di tortura con fallo incorporato.

Si possono ammirare simboli di fertilità provenienti da tutto il mondo, anelli di origine orientale, oggetti per il piacere maschile risalenti almeno a due secoli fa, nonché scene erotiche dipinte su antichi vasi greci.

Un’intera sezione della mostra permanente del Beate Uhse Museum è dedicata agli antichi rimedi erotici.

Tra questi, pene di cervo, foca e tigre per aumentare la potenza sessuale maschile.
Erbe cinesi, carne di squalo, ginseng e funghi giapponesi per l’immortalità, talismani fatti con serpenti, corna di cervo e pelle di geco, misteriosi barattoli con strani resti arrivati dall’India e dalla Cina, “copri pene” in legno dall’Indonesia con piume.


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