Febbraio 3, 2025 Riflessioni di una eretica
Le lingue non sono codici.
Sono semplicemente prospettive diverse.
Expat
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Ci sono delle etichette che la società ci attribuisce e delle quali non ci rendiamo conto finché non le sperimentiamo in prima persona.
Quando lasci la tua casa per accettare un’offerta di lavoro vantaggiosa o, più semplicemente, per vivere un’esperienza in un’altra cultura, diventi una “expat“.
Provi una sensazione intermittente di “sentirti” a casa in una terra lontana quando ti rendi conto che il luogo in cui vivi non è la tua terra d’origine.
Nel contempo, ti rendi conto di essere una straniera, o parte di un mondo che non è “il tuo” nel profondo.
Anche se non provi alcuna nostalgia per il tuo paese natio.
Ora come ora, nella vita di tutti i giorni parlo correntemente inglese, spagnolo e, ogni tanto, portoghese (brasiliano).
Al contrario, alcuni anni fa trascorrevo lunghi periodi a studiare il tedesco.
La mia lingua madre, quella che ovviamente ha lasciato dentro di me l’imprinting più profondo, rimane l’italiano.
Talvolta, però, a seconda di come elaboro i concetti nella mia mente, mi esprimerò nell’idioma che ritengo più adeguato all’argomento.
Le lingue non sono codici.
Sono semplicemente prospettive diverse.