Fate la carità ad un povero blogger finanziario

Aprile 21, 2010 Appunti di trading


Fate la carità a un povero blogger finanziario

Cerchiamo prima di tutto di non fare di ogni erba un fascio.

Ci sono molte persone che dedicano tempo prezioso alla creazione di blog interessantissimi, fornendo contenuti gratuitamente.
Anzi, spesso rimettendoci del tempo, soprattutto, giusto per un discorso di soddisfazione personale e di amore per il trading e/o per l’economia e la finanza in generale.

Chi generalizza, semplicemente, è invidioso.
L’invidia, infatti, toglie la obiettività.


Fate la carità ad un povero blogger finanziario


Ma il panorama globale è davvero desolante.

Ecco alcuni esempi importanti.

In passato (non poi così recente, oramai le uniche fonti che consulto sono quelle che ho linkato) ho letto spesso blog finanziari che dimostrano una grande vena narrativa.
Certo, è una bella dote.

Ma in questo mondo è inutile, oltre che controproducente.

Cioè, voglio dire: non basta scrivere in modo brillante, utilizzando un linguaggio aulico e paventando scenari di eticità morale (e soprattutto lavorare per un istituto di credito che di etico ha ben poco, al di là del nome che porta), senza mai nemmeno una volta esprimere un’opinione su un determinato asset.

Studi scopiazzati, un’aura da salvatore della patria, un’immagine da buon samaritano.
E, soprattutto, sempre e comunque scenari apocalittici in ogni situazione, che fa tanto “chic“.

Ma sotto il vestito : il nulla assoluto.

L’opposto è dato da chi promette mari e monti, ricchezza immediata tramite l’acquisto di immobili in paradisi tropicali o investimenti “puliti“.
Sì, ma per loro.

Ma i soliti gonzi che ci cascano ci sono sempre.
È dai tempi di Collodi e di Pinocchio, con la celeberrima pantomima de “Il Gatto e la Volpe“, che questi personaggi sono noti.
Ed è sempre molto facile imbattersi in loro.

Peraltro, è molto più facile guadagnare alle spalle degli ingenui piuttosto che faticare di tasca propria.


gatto volpe


Poi ci sono coloro che millantano obiettività e indipendenza, ma che poi si scopre essere a capo di importanti divisioni di asset management per investitori istituzionali.
È difficile, quindi, che possano fornire informazioni obiettive, perché, in fin dei conti, sono legati a doppio filo con chi tira le fila del vapore.

Se ai piani alti si desidera diffondere il panico, per i motivi già spesso spiegati, allora si scriveranno post catastrofisti, perché in questo modo si riuscirà a creare un ambiente adatto.
Quello voluto dai piani alti.

Se invece l’obiettivo è quello di rassicurare, ecco che magicamente appariranno post positivi ed estremamente ottimistici, anche se magari c’è qualcosa di cui preoccuparsi.

Questa è l’informazione che in rete si professa “indipendente” e “obiettiva“.

È un vero e proprio cartello che di fatto controlla tutto e si pubblicizza a vicenda.
E, fateci caso, le 4 regole che ho citato in uno dei post precedenti come obbligatorie per avere popolarità in rete, loro le seguono a menadito.

Nulla di nuovo, naturalmente.

C’è una finta concorrenza, come capita in ogni ambiente italiano, ma si sorreggono a vicenda, facendosi pubblicità positiva e scambiandosi link, in modo da detenere la stragrande maggioranza dei lettori interessati al settore.

In realtà non si tratta di informazione libera.
Ma è solo una finta.

Inoltre, hanno anche l’arroganza di chiedere un piccolo contributo per il tempo che dedicano : “Fate la carità a un povero bancario“.

Se realmente facessero trading e soprattutto generassero utili, non chiederebbero donazioni per un lavoro che, alla fin fine, per loro è solo pubblicità e promozione delle loro iniziative.

È sempre e comunque marketing, vendita dell’immagine.
Niente di più.

Io, per esempio, non ho mai chiesto nulla in cambio di quello che scrivo in questo blog.
Semplicemente, al limite, mi aspetto solo condivisioni e interventi costruttivi in più.

Questa è la differenza fondamentale tra chi fa e chi solo parla.

E che, soprattutto, utilizza la propria testa, senza avere paura di sbagliare (come mi capita tutti i giorni, e chi fa realmente trading lo sa benissimo che la prima e soprattutto fondamentale regola è quella di tagliare le perdite, ammettere di avere torto), né di sbugiardare le panzane che ogni giorno ci vogliono far bere.


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