Fiat : il punto della situazione

Febbraio 16, 2005 EcoAnemia


Fiat : il punto della situazione

Analisti e operatori giudicano con favore la conclusione della vicenda con la casa americana, e ritengono superiori alle attese gli 1,55 miliardi di euro ottenuti da Torino per lo scioglimento dell’alleanza firmata con Detroit nel 2000.

La cifra pattuita fornisce necessaria liquidità di breve periodo al gruppo torinese, ma soprattutto evita il ricorso a una lunga battaglia legale dagli esiti incerti.

Inoltre, libera da precedenti vincoli, Fiat potrà adesso concentrarsi su nuove alleanze industriali, non certo difficili da attuare, dicono gli operatori sottolineando tuttavia la necessità di un’attenta valutazione di eventuali partnership anche alla luce dell’esperienza trascorsa.

Fiat : il punto della situazione

L’accordo è certamente positivo, ma le prospettive che si aprono sono un po’ incerte.

Il prossimo appuntamento è quello del 28 febbraio quando il Lingotto darà i dati di bilancio del quarto trimestre.

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Sicuramente con lo scioglimento delle joint venture non ci saranno più grossi risparmi derivanti dagli acquisti congiunti con Gm, e questo potrebbe impattare negativamente sulla reddività nell’immediato di Fiat Auto

Fiat, oltre a rinunciare all’opzione put, si riprenderà il 10% di Fiat Auto ancora in possesso di Gm e scioglierà le due joint-venture create con il colosso Usa.

Gm deterrà però il 50% dello stabilimento di Bilesko Biala in Polonia, l’asset più importante di Powertrain.
Anche Morgan Stanley esprime soddisfazione per l’accordo ma considera incerto il futuro dell’Auto.

Per la casa d’investimento la somma che sarà pagata da Gm è leggermente al di sopra di quanto atteso, ma è “insufficiente a ciò che serve per compensare gli investitori Fiat dal rischio di rimanere in un asset che brucia cassa”.

money burning

In effetti il problema fondamentale è uno:Fiat auto continua a bruciare cassa in maniera cospicua.

Il fatto che General Motors sia stata contenta di pagare 1,55 miliardi di euro per evitare l’obbligo di comprare Fiat Auto fornisce una misura della difficile condizione finanziaria del gruppo automobilistico italiano, unita naturalmente alle cospicue perdite di Opel (come già citato in post precedenti).

Il ‘cash burn’ (perdita di contanti) annuale di Fiat Auto, è di circa 1 miliardo di euro e, secondo Marchionne, i debiti ammontano a 8 miliardi di euro. L’eccesso di capacità della Fiat in Italia rimane un problema intrattabile e la concorrenza sui prezzi non dà tregua.

La Fiat prevede un miglioramento e attribuisce la recente debolezza del titolo, in parte alla decisione di non vendere nel mercato del noleggio di auto, giudicato non redditizio.

Riguardo le quotazioni azionarie, il grande nodo riguarda principalmente del prestito convertendo in scadenza quest’anno.

Se riuscirà ad essere dilazionato nel tempo, è chiaro che un investimento sul titolo Fiat può essere considerata un’interessante possibilità di speculazione,che però deve essere assolutamente fatta in un’ottica di breve periodo,con stops piuttosto stretti.

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Sul lungo periodo, le incertezze permangono tutte.
E soprattutto se si verificasse la nefasta (per gli azionisti) ipotesi di un intervento dello stato in Fiat, sulla falsariga di quanto avvenuto recentemente in Franzia per Alstom, i corsi azionari subirebbero un vero tracollo.

Ma è una ipotesi che in questo momento tenderei ad escludere, perchè sarebbe in questo momenti la più sgradita alle banche italiane che hanno emesso il prestito convertibile.


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