Finchè c’è guerra c’è speranza

Marzo 16, 2010 EcoAnemia


Finchè c’è guerra c’è speranza

Giornata ieri priva di spunti tecnici, lo Spoore ha guadagnato terreno – nientemeno che lo .05% – portando a 12 la striscia delle giornate positive consecutive.
Un evidente spot pubblicitario a comprare azioni per il bene dell’economia.
Ma se analizziamo con un po’ più di attenzione la giornata di ieri, vediamo che al solito c’è stato il repentino e miracoloso recupero in finale di seduta :

guerra

Dopo una giornata all’insegna del solito carry-trade con l’€/yen, ed in una occasione precedente abbiamo visto come questa correlazione funzioni solamente in occasione delle sessioni regolari e che diverga invece pesantemente durante le sessioni notturne (e ieri hanno deciso di andare a dormire più presto a quanto pare).

Un altro argomento assai gettonato da sempre è il ruolo della Cina come motore della economia.
Come ben saprete, io sono da sempre molto scettica – per non dire proprio negativa – sul futuro cinese.

L’indice locale – lo Shanghai Composite – quest’anno infatti sta notevolmente sottoperformando gli indici mondiali, esattamente come nel secondo semestre dell’anno scorso :

shcomp daily 0

Ad una analisi più attenta, vediamo che tecnicamente il CSI100 ha raggiunto un supporto fondamentale in area 3000, da cui dovrebbe partire un periodo di consolidazione intorno a questi valori.

Ma facciamo molta attenzione a questa quota, perchè se per caso si rompe il supporto – che corrisponde per altro al 61.8% di ritracciamento dai massimi del bull market iniziato l’anno scorso, sotto non c’è assolutamente nulla fino ai minimi assoluti.

Per cui, molta prudenza.

Ed iniziano le scaramucce con gli USA :
The Chinese Ministry of Commerce stated earlier that the “US should not seek to boost its exports by forcing other countries to appreciate their currencies.”

The spokesman for the Chinese Ministry of Commerce Yao Jian also told reporters that the US shouldn’t be seeking to “develop its own economy” by forcing other countries to strengthen their currencies.

Le scaramucce sul fronte valutario stanno iniziando, così come stanno iniziando a girare le voci su di una possibile apertura di un fronte militare in Iran :

Hundreds of powerful US “bunker-buster” bombs are being shipped from California to the British island of Diego Garcia in the Indian Ocean in preparation for a possible attack on Iran.

The Sunday Herald can reveal that the US government signed a contract in January to transport 10 ammunition containers to the island. According to a cargo manifest from the US navy, this included 387 “Blu” bombs used for blasting hardened or underground structures.

Experts say that they are being put in place for an assault on Iran’s controversial nuclear facilities. There has long been speculation that the US military is preparing for such an attack, should diplomacy fail to persuade Iran not to make nuclear weapons.

Gli americani si comportano sempre da americani, e siccome la ripresa non esiste proprio (o meglio , esiste solo sulla carta) allora devono aprire un fronte militare per ridare vigore alla loro industria pesante.

Finchè c’è guerra c’è speranza.

E se qualcuno credesse ancora che siamo in un periodo di espansione economica solo perchè gli indici di borsa sono in una fase bull, consiglio di vedere il seguente grafico :

ECRI Leading 0

Pare che siamo avviati verso una double-dip recession.


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