Aprile 10, 2023 La Medicina dell’Anima
Oh, le parole prigioniere
che battono battono
furiosamente
alla porta dell’anima
e la porta dell’anima
che a palmo a palmo
spietatamente
si chiude !
Ed ogni giorno il varco si stringe
ed ogni giorno l’assedio è più duro.
Fragilità
Estratto da : Eugenio Borgna, La fragilità che è in noi.

La fragilità fa parte della vita, ne è una delle strutture portanti, una delle sue radici ontologiche. […]
Ma come si può definire la fragilità nella sua radice fenomenologica ?
Fragile è qualcosa (una situazione) che si rompe facilmente e fragile è un equilibrio psichico (un equilibrio emozionale) che si frantuma facilmente.
Ma fragile è anche una cosa che non può essere che tale : questo è il suo destino.
La linea della fragilità è una linea oscillante e zigzagante che lambisce e unisce aree tematiche diverse, talvolta lontane tra loro almeno in apparenza.
Sono fragili e si rompono facilmente non solo le nostre emozioni e le nostre ragioni di vita, le nostre speranze e le nostre inquietudini, le nostre tristezze e i nostri slanci del cuore, ma anche le nostre parole, con cui vorremmo aiutare chi sta male e con cui desidereremmo essere aiutati quando siamo noi a stare male.
Ma sono fragili e si dissolvono facilmente anche le parole che vorremmo usare per aiutare chi sta male e le parole che desidereremmo dagli altri quando siamo noi a stare male.
Sono fragili, sono vulnerabili, esperienze di vita alle quali talora nemmeno pensiamo, come le esperienze della timidezza e della gioia, del sorriso e delle lacrime, del silenzio e della speranza, della vita mistica.
Ma ci sono umane situazioni di vita che ci rendono fragili, o ancora più fragili, dilatando in noi il male di vivere : sono le malattie del corpo e quelle dell’anima, ma anche la condizione anziana quando, sconfitti negli abissi della malattia estrema, come nel morbo di Alzheimer, ci rendiamo conto di quanto tutto questo possa essere doloroso.
Sono situazioni di grande fragilità interiore che la vita, la noncuranza, l’indifferenza, ma anche la semplice distrazione e leggerezza altrui, accrescono e straziano.
Come non riconoscere gli elementi costitutivi della condizione umana nell’area semantica e simbolica, espressiva ed esistenziale della fragilità ?
Cosa sarebbe la “condition humaine” se fosse privata della fragilità, della sensibilità, della debolezza, dell’instabilità, della vulnerabilità e della finitudine, nonché della nostalgia e dell’ansia di un infinito mai raggiunto?
In particolare, come non distinguere la fragilità come grazia, come linea luminosa della vita, che si costituisce come il nocciolo tematico di esperienze fondamentali di ogni età della vita, dalla fragilità come ombra, come notte oscura dell’anima, che incrina le relazioni umane e le rende intermittenti e precarie, incapaci di tenuta emozionale e di fedeltà ?
Anche questa è un’esperienza umana che resiste limpida e stellare al passare del tempo e alla corrosione che il tempo rischia sempre di trascinare con sé ?
La fenomenologia della fragilità non può prescindere da una riflessione preliminare sulla sua natura di esperienza interpersonale.
La fragilità è il nostro destino, certo, ma essa nasce, si sviluppa e si articola in una stretta correlazione con l’ambiente in cui viviamo, ovvero con gli altri.
La consapevolezza della nostra fragilità, debolezza e vulnerabilità (definizioni, in fondo, intercambiabili) rende difficili, se non addirittura impossibili, le relazioni umane : siamo condizionati dal timore di non essere accettati per quello che siamo, di non essere riconosciuti nelle nostre insicurezze e nel nostro bisogno di ascolto e di aiuto.
La nostra fragilità è ferita in modo radicale dalle relazioni che non siano gentili e umane, ma fredde e glaciali, o anche solo indifferenti e noncuranti.
Non siamo nomadi chiuse e assediate, ma vorremmo disperatamente essere nomadi aperte alle parole e ai gesti di accoglienza degli altri.
Quando ciò non avviene, le dinamiche relazionali si fanno oscure e rischiano di amplificare le nostre fragilità, le nostre ferite, le nostre insicurezze e le nostre debolezze.