Novembre 8, 2024 Mici amici
Il gatto diventa in questo modo un messaggero che può condurci a ricongiungere la morte e la vita, parti di uno stesso ciclo.
Gatto protettore. Impreziosisce la nostra quotidianità con il suo silenzio

Il gatto è una creatura misteriosa.
Impreziosisce la nostra quotidianità con il suo silenzio, la sua dolcezza e il suo intuito sempre vigile.
Anche quando diventa un gatto domestico, non perde mai il suo legame con la natura, che lo richiama a più riprese durante la sua vita.
La sua stessa esistenza è un dono prezioso per l’umanità.
Il suo istinto, infatti, si trasforma in un magnifico insegnante, mostrandoci soluzioni, modi di vivere, azioni audaci e rischi che vale la pena correre.
Prima o poi, però, dobbiamo tutti affrontare la perdita del nostro amico a quattro zampe.
Indipendentemente dalla causa della sua scomparsa (vecchiaia, malattia, incidente), si tratta comunque di un vero e proprio lutto.
Un dolore, però, che è diverso da qualsiasi altro.
Il gatto, infatti, è un animale avvolto dal mistero fin dalla notte dei tempi.
Pare che entri nella nostra vita per una ragione specifica, che scelga da chi andare, che abbia una missione da compiere e che, una volta conclusa, lascerà definitivamente la vita terrena.
Proprio come un vero guerriero che ha combattuto e vinto la sua battaglia, il gatto, una volta conclusa la sua missione, fa ritorno a casa.
Chi ha avuto la fortuna di avere un gatto vicino durante una malattia sa bene che il nostro amico felino di solito avverte la presenza di un sintomo insolito all’interno del corpo umano e istintivamente va a posizionarsi sopra questa parte del corpo più volte al giorno per confortare, proteggere e stare semplicemente vicino.
È come se in quel momento volesse condividere il male con noi, essere il nostro protettore, prendersi cura del nostro stato d’animo.
Sono davvero numerose le leggende che hanno come protagonista il gatto.
Il fascino che il nostro piccolo felino domestico esercita su di noi rapisce l’essere umano che sa come accoglierlo e lo conduce a vivere la morte come una vera e propria lacerazione dell’anima.
Intesa non come una ferita fine a se stessa, ma come un’apertura, un’opportunità di accedere a una dimensione mistica.
Quando un gatto ci lascia, veniamo catapultate in un altro mondo, sentendoci precipitare in un burrone emotivo molto profondo. È come se il nostro amico a quattro zampe ci avesse preso per mano per farci immergere nell’invisibile.
Per permetterci di vivere un piccolo tratto di viaggio insieme a lui.
La sua scomparsa è un vero e proprio messaggio che ci invita a lasciare andare la paura, la mente e il controllo.
Il dolore per la sua perdita ha esattamente questo intento: far cadere le nostre barriere e abbandonarci a questo viaggio eterno.
La perdita di un gatto è come la morte di una parte di noi stesse : la parte più selvaggia e istintiva, ma anche la più saggia.
Ci sentiamo spaesate, confuse e tristi per il vuoto che dobbiamo affrontare.
Eppure, se potessimo riuscire a non pensare alla sua vita, a considerarla una sua trasformazione e a cercare la presenza della sua anima nella nostra giornata, tutto assumerebbe un altro significato: non lo vedremmo più solo come un piccolo corpo lontano da piangere, ma come una presenza costante da saper percepire ancora.
Ma in modo diverso.
Chi riesce a farlo racconta di sentire ancora le sue fusa, di sentirlo miagolare, di vedere la sua ombra in giro per casa, nei luoghi che amava di più, di sognarlo, di ricevere da lui segni, immagini ed eventi che raccontano grandi verità, di rivederlo in altri gatti, di percepirlo più di prima.
Quando un gatto ci lascia, si compie un evento spirituale molto intenso, un’occasione di speciale introspezione e un momento di intensa connessione con l’universo.
Se riuscissimo a viverla come un episodio di passaggio, come un ponte verso altri universi, come un insegnamento a modificare il nostro sguardo sul mondo, la sua scomparsa si trasformerebbe totalmente: da evento drammatico si tramuterebbe in un avvenimento simbolico, capace di offrirci doni inestimabili.
Il gatto diventa in questo modo un messaggero che può condurci a ricongiungere la morte e la vita, parti di uno stesso ciclo.