Giustificazioni

Gennaio 21, 2023 La Medicina dell’Anima

Ormai nessuno ha più tempo per nulla.
Non abbiamo più tempo per meravigliarci, inorridire, commuoverci, innamorarci o stare con noi stessi.
Le scuse per non fermarci a chiederci se questo continuo correre ci rende felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarcele.

Tiziano Terzani


Giustificazioni

Fonte : Jiddu Krishnamurti, Il libro della vita.



È evidente che la crisi che il mondo sta attualmente attraversando è senza precedenti ed eccezionale.
Nel corso della storia si sono verificate diverse crisi di vario genere : crisi sociali, politiche e nazionali.

Le crisi vanno e vengono, le recessioni economiche e i periodi di depressione subiscono dei mutamenti e continuano sotto altra forma.

Lo sappiamo bene, sono cose che conosciamo bene.
Ma la crisi attuale è senza dubbio qualcosa di diverso.

È diversa prima di tutto perché non riguarda cose tangibili come il denaro, ma le idee.
È una crisi senza precedenti perché ha a che fare con la mente.
Con le idee pianifichiamo i delitti.

Ovunque nel mondo, giustifichiamo il “me”, l’io, come mezzo per raggiungere un obiettivo che riteniamo legittimo.
Una cosa simile non ha precedenti.

Giustificazioni
Una cosa simile non ha precedenti…

Un tempo il male veniva riconosciuto per ciò che era, e un delitto era un delitto ; ora invece lo si considera un mezzo per raggiungere un nobile risultato.

Che si tratti di una sola persona o di un gruppo, per giustificarlo basta dire che serve a raggiungere obiettivi che porteranno dei benefici all’umanità.

Questo significa che sacrifichiamo il presente in nome del futuro: non importa se per raggiungere questo risultato vengono impiegati mezzi deleteri, l’importante è ottenere un esito che si ritenga positivo per l’umanità.

Questo implica la convinzione che, utilizzando mezzi sbagliati, si possano ottenere risultati giusti; ecco perché abbiamo bisogno di un processo mentale per giustificare l’uso di mezzi sbagliati.

Abbiamo costruito un’imponente struttura di idee per giustificare il male, e sicuramente questo non ha precedenti.

Il male è male, non può produrre il bene.
La guerra non è un mezzo per ottenere la pace.

Abbiamo bisogno di ubriacarci per sapere cos’è la sobrietà ?
Abbiamo bisogno di odiare per sapere cos’è la compassione ?
Dovete fare la guerra, dovete distruggervi la vita per sapere cos’è la pace ?

È evidente che il nostro modo di pensare non ha alcun senso : voi date per scontato che si tratti di un’evoluzione, di una crescita, di un passaggio dal male al bene, e vi abituate a pensare secondo questo schema.

Certo, fisicamente esiste una crescita: una piantina diventerà un albero.
Esiste il progresso tecnologico che ci ha permesso di passare dalla ruota all’aereo a reazione.

Ma esiste un progresso o un’evoluzione psicologica ?

Ci stiamo chiedendo se esiste una crescita, un’evoluzione del “me”, che partendo dal male possa condurre al bene.
Mediante un processo evolutivo che avviene nel tempo, il “me”, che è il centro del male, può diventare buono e nobile ?

Evidentemente no.
La struttura psicologica che è il “me”, che è il male, rimarrà sempre qualcosa di negativo.
Ma noi non vogliamo riconoscerlo.

Crediamo, però, che col tempo possa avvenire un cambiamento, una crescita che consenta all’io di realizzarsi.
La nostra speranza, il nostro desiderio è che l’io diventi perfetto con il passare del tempo.

Ma che cos’è l’io, che cos’è il me ?
È un nome, una forma, un cumulo di ricordi, speranze, frustrazioni, desideri, sofferenze, tormenti e gioie passeggere.

Vogliamo che il “me” continui a esistere finché non diventerà perfetto; per questo diciamo che al di là del “me” c’è un “me superiore”, un Sé superiore, un’entità spirituale che è eterna.

Ma, dal momento che questa entità “spirituale” è frutto del nostro pensiero, rimarrà sempre confinata nel tempo.
Poiché la pensiamo, è il prodotto della nostra mente.


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