Giustizia era fatta

Aprile 14, 2008 Il lato oscuro degli scacchi, Memorie dal sottoscala


Giustizia era fatta

Giustizia era fatta
Ho un solo risultato utile…

1.d4
Apro 1.d4, come sempre in questo torneo quando ho avuto il Bianco.

1…d5 2.Nf3 Nf6 3.Bg5
L’attacco Torre, scelta prudente in virtù della forza del mio avversario.

3…c6 4.Nbd2 h6 5.Bh4 Bf5 6.e3 Nbd7 7.c3 Qb6 8.Qb3 e6 9.Be2 Be7 10.0–0 0–0 11.Ne5 g5 12.Bg3
Ho ottenuto facilmente la parità, ma ovviamente non è sufficiente.

12..c5 13.Qxb6 Nxb6 14.dxc5 Bxc5 15.Nb3 Be7 16.Nd4 Bh7 17.Bd3
17.a4 Nbd7 18.Nxd7 Nxd7 19.Rfd1

17…Ne4
Ci pensa il mio avversario a complicare.
Vuole naturalmente il punto intero, vista la grande differenza di rating.
Non aspettavo altro…

18.f3?!
Un tratto davvero molto dubbio.
18.Rfd1 Nxg3 19.Bxh7+ Kxh7 20.hxg3=

18…Nxg3 19.hxg3 Bxd3?!
Migliore 19…Bd6 20.Bxh7+ Kxh7 21.Nd3 Bxg3 22.f4 gxf4 23.exf4 Nc4 24.Rf3 Bh4

20.Nxd3= Nc4 21.b3 Nd6 22.Ne5?!
22.g4!?

22…Rfc8 23.Rac1 Bd8?!
23…Rc7! 24.Rc2 Bf6 25.f4 Ne4 26.Rfc1 Nxg3 con vantaggio del Nero

24.Kf2
Scampato pericolo.

24…f6
24…Ba5 25.Ne2=

25.Nd3 e5 26.Ne2 Bb6
26…Ba5=

27.Nb4 Rc5 28.Rfd1
Migliore era 28.Rcd1 Nf5 29.Rh1± (29.Nxd5? Rxd5 30.Rxd5 Nxe3)

28…Nf5
Situazione di perfetta parità.
Ma devo vincere, ed allora provo a complicare in una posizione da trattare in ben altra maniera.
E come capita sempre in questi casi, subito la punizione arriva.

29.Rxd5
Per pareggiare sarebbe bastato semplicemente 29.g4 Ne7 30.Rc2=

29…Nxe3 30.Rd6?
30.Rd7 Nc2 31.Kf1 Nxb4 32.cxb4 Rxc1+ 33.Nxc1 Rd8 34.Rxd8+ Bxd8 35.g4=

30…Nf5!
Il N ora guadagna una qualità, inoltre ho dieci minuti scarsi per arrivare al controllo della 40a.

31.Rxb6 axb6 32.Rd1 Rac8 33.g4!?
Unico modo per giocare attivamente.

33….Ne7 34.Rd7!?
Prima di giocare questo tratto utilizzo nove dei miei rimanenti dieci minuti di tempo.
La mia posizione è ormai assolutamente compromessa.
Ma ho intravisto una interessante possibilità…

34…R8c7 35.Rd6 Kf7 36.Ng3 Rxc3 37.Nh5!
Un tratto che manda completamente in crisi il mio avversario, che ovviamente si aspettava 37.Ne4 Rc1 38.Rxf6+ Kg7 39.Rxb6 Nc6 con finale forse salvabile.
La mia risposta sembra in effetti assolutamente illogica : anzichè recuperare del materiale muovo un Cavallo sul bordo della scacchiera…

37…Ng8?
Il punto di domanda ovviamente non si riferisce al tratto giocato, evidentemente forzato.
Ma il mio avversario, non capendo il perchè avessi giocato uno “strano” tratto, inizia a pensare, sprecando tutto il suo tempo a disposizione e finendo in un terribile Zeitnot.

38.Kg3
Rispondo immediatamente, senza riflettere nemmeno un secondo.

38….Ke7?
Mossa spontanea, ma di certo non la migliore. Vinceva immediatamente 38…Rc1 39.Rxb6 Rd1–+

Giustizia era fatta
Dove tutto inizia tutto finisce…

39.Rxb6 R3c5 40.Ng7
Ho passato la 40a.
Ma il mio avversario non lo sa.
Allora speculo selvaggiamente sul tempo, giocando velocemente altri due tratti fino alla caduta della sua bandierina.

40…Kd7?
Una svista clamorosa. 40…Rd7 41.Nf5+ Kd8 42.Ne3 lasciava in evidente vantaggio il Nero

41.Nf5?
Con le due bandierine appese ad un filo, sta a me restituire il favore.
Ovviamente migliore 41.Ne6! Ra5 42.Nxc7 Kxc7 43.Re6=

41…Kc8?
41…Ra5 42.Nd6 Rcc5! 43.Nc4 Kc7

42.Nd6!
La sua bandierina cade, e da regolamento si deve ricostruire la posizione prima di riprendere a giocare.
Ma la situazione ormai si è completamente capovolta.

Il Nero perde forzatamente la qualità che ha guadagnato nel mediogioco.
E soprattutto scosso dagli eventi perderà in pochi tratti !

42..Kd7?
Migliore 42…Kb8 43.Nb5 Kc8=

43.Nb5 Rxb5
43…Kc8 44.Nxc7 Kxc7 45.Re6 Kd7 46.Rb6=

44.Rxb5 Ne7?
44…Kd6 45.Rd5+ Ke6 46.Rd8±

45.Rb6 f5 46.Rxh6+- e4 47.fxe4 Rc3+ 48.Kf2 fxe4 49.Rh7 Kd6?
Un ultimo grave errore in una posizione ormai persa.

50.Rxe7 1–0
Una partita convulsa e ricca di colpi di scena, che mi ha reso nota in ambito locale.



Anno 1996.
Ultimo turno.

Finora il torneo è andato abbastanza bene.

In una partita mi gioco tutto : l’accesso ai premi, la tranche Fide e la promozione a CM.


Remember of the past


Ma non avevo mostrato il mio solito livello di gioco.
Troppi errori, troppe imprecisioni, nonostante, sulla carta, tutti gli avversari incontrati fossero più forti di me.

Accoppiamenti.
Ho il B, gioco con uno svizzero che ha un Elo di 2290.

Insomma, un avversario tosto, anche se non il più forte che ho incontrato in questo torneo (nei turni precedenti avevo pescato due giocatori con Elo maggiore a 2300 e, in totale, su 6 avversari, 4 possedevano Elo Fide, per di più sempre superiore a 2200).

Devo vincere a tutti i costi.
Impresa non certo facile.
La tensione è alle stelle, ovviamente.

Apro 1.d4, come sempre in questo torneo quando ho il B.
In risposta a 1….d5 del mio avversario, decido di adottare un’apertura prudente e gioco un attacco Torre.

Ottengo facilmente la parità, ma devo vincere.

Fortunatamente, è il mio avversario a complicare le cose.
Forte dei suoi circa 400 punti Elo di differenza, vuole naturalmente giocare per vincere.
Io non aspettavo altro.

Il mediogioco è totalmente pari.
Inizio a passeggiare per la sala di gioco, lanciando un’occhiata alle altre scacchiere.
Come spesso accade negli ultimi turni, molte partite si sono concluse rapidamente in parità, chi per stanchezza, chi perché non ha più nulla da chiedere al torneo, chi per non perdere punti Elo.

E, soprattutto, chi per non rischiare di non vincere uno dei premi.

Quattro chiacchiere con l’arbitro capo.
Si parla del più e del meno.

Torno alla scacchiera.
Devo inventarmi qualcosa : la posizione è poco più che pari, ho una posizione solida, un leggero vantaggio di posizione, ma nulla di più.
Se forzassi, rischierei di perdere.

Inizio a giocare in modo più aggressivo.
Troppo.
Il mio avversario ha sì commesso un’imprecisione, ma andrebbe sfruttata posizionalmente.

Io invece voglio punirlo tatticamente.

E cado in un tranello.
Mi innervosisco e perdo malamente una qualità.

Mille pensieri mi affollano la mente.
A quel punto è impossibile vincere.
Ma non voglio crederci, in fondo.


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Il tempo inizia a scarseggiare.
Ci sono dieci minuti scarsi per ciascuno per arrivare al controllo.

Mi alzo lo stesso.

Vado dall’arbitro.
Non c’è l’arbitro capo, ma c’è il suo sostituto, Mauro Fiori.

La solita domanda di routine : “Potresti per favore controllare se mi basta il pari per fare la tranche Fide ?

Mi ha risposto in modo idiota : “Guarda, non ho qui l’handbook (cioè il libriccino con le percentuali attese) per sapere se hai fatto la tranche Fide, ma se vuoi farti la trans, eccola là“.

Già, una persona disforica, molto avanti con l’età, non certo una bellezza.
Ma una persona che, nel suo insieme, ispirava tenerezza, nonostante l’aspetto tutt’altro che attraente.

Una persona a modo, sempre elegante, distinta e educata.
Sempre con i piedi per terra.

Pensai che era la solita mancanza di rispetto.
La prima reazione fu quella di mandarlo a quel paese, ma in quel momento non potevo.

Non avevo affatto digerito l’inserimento, un paio di giorni prima, della sua partita (persa malamente in una delle ultime scacchiere contro una donna) nel bollettino del torneo.
La partita era subito stata ribattezzata da molti scacchisti “La bella e la bestia“.

Che imbecilli, pensai immediatamente.
Evidentemente, ero già vicina a certe situazioni, perché vivevo un continuo tumulto interiore.

Tornai a sedere.
Ero davvero arrabbiata, agonisticamente parlando.

Ritrovo finalmente qualche idea… e se il mio avversario sbagliasse ?
Provo a tirargli questo pacco !
In fondo siamo alla 34a mossa e il controllo è alla 40a, magari ci casca.

Perciò, dopo aver utilizzato gran parte del mio tempo di riflessione alla 34a, gioco forzatamente fino alla 37a, mossa apparentemente illogica : anziché guadagnare un pedone, muovo un cavallo sul bordo della scacchiera, apparentemente scoordinando i miei pezzi.

Il mio avversario va in crisi.
È assolutamente sorpreso dal mio tratto e spreca praticamente tutto il suo tempo per giocare un tratto forzato.

Io rispondo immediatamente, senza pensare.
Non è la migliore, ma anche questa è inaspettata.

E, soprattutto, nasconde due possibili tranelli.
Mi risponde con un primo grave errore: gioca il tratto più spontaneo anziché quello più forte.

La mia 39a è forzata.
Lo è anche la sua.

La mia 40a è velenosa.

Lui non ha più tempo e, cosa più importante di tutte, non sa che siamo alla 40a.

Io allora speculo sul tempo, giocando altri due tratti immediatamente prima della caduta della bandierina.


zeitnot


La sua bandierina è caduta e, come dice il regolamento, bisogna ricostruire la posizione prima di riprendere a giocare.
La posizione è cambiata completamente.

Il N perde la qualità che aveva guadagnato nel mediogioco e il lume della ragione.

A questo punto, non solo non riuscirà a mantenere una posizione leggermente inferiore, ma perderà malamente in pochi tratti.

Ce l’avevo fatta.
Ancora una volta ero riuscita a rubare una partita in Zeitnot.

Questa volta era diverso.
Dopo la mia vittoria, i miei amici vennero tutti a congratularsi con me.

Ma a me non importava affatto.
L’unica cosa che mi interessava era una.
Giustizia era fatta.


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