Maggio 12, 2009 Global Warming
Global Warming : una leggenda metropolitana
I media mondiali hanno fatto proprio il principio della massima menzogna : “Se si ripete continuamente una bugia, a lungo andare la gente ci crederà !“. ”
Ecco allora alcune considerazioni sulla piccola battaglia che da alcuni anni conduco affinché su temi importanti come il clima e l’inquinamento si dia la parola a veri scienziati e non a ciarlatani incompetenti di cui il mondo è pieno.
L’opinione pubblica è stata convinta che anziché battersi per obiettivi ambientali concreti e realizzabili, quali :
La salvaguardia delle foreste amazzoniche e indonesiane in via di completa devastazione
La lotta alla desertificazioneLa salvaguardia delle specie animali in pericolo
La conservazione dell’acqua potabile sempre più scarsaE molti, moltissimi altri problemi ambientali reali
La priorità massima non dovrebbe essere la lotta contro un gas del tutto naturale come il CO2.
Con la convinzione errata che il CO2 emesso dall’uomo modifichi il clima.
O con il “protocollo di Kyoto“, privo di qualsiasi fondamento scientifico.
Questo è la riprova di come il mondo negli ultimi due decenni sia finito nelle mani di incompetenti di ogni genere, in ogni settore: dai media all’economia, dalla scienza alla politica.
Questo è un punto fondamentale.
Fino a pochi anni fa, anche io (non essendo un’esperta) davo credito alle notizie catastrofiste sul clima che i media diffondevano in modo martellante.
Poi finalmente decisi di informarmi a dovere sul tema, che in realtà non è poi così complesso.
Ci ho impiegato alcuni mesi, ma una volta raccolte le giuste informazioni da fonti serie e messe a confronto, chiunque può farsi un’idea valida sull’argomento.
Purtroppo, il discorso sul riscaldamento globale è viziato da almeno 25 anni da manipolazioni e strumentalizzazioni politiche di vario orientamento che nulla hanno a che fare con la scienza.
Negli anni ’80 la destra inglese e la Thatcher usarono il pretesto del GW per sostenere il progetto di chiusura delle miniere di carbone a favore dell’energia nucleare.
Fu allora che iniziarono le prime esagerazioni mediatiche e lo slogan : “Il mondo è minacciato dal riscaldamento globale“.
Fino ad allora, nei media e nella comunità scientifica prevaleva l’idea che fossimo minacciati da un’era glaciale imminente.
Poi, a partire dagli anni ’90 (dopo il crollo del muro di Berlino), i verdi e la sinistra, orfani del comunismo, hanno usato il GW come argomento di opposizione agli USA e, più in generale, al capitalismo e al consumismo, dopo la crisi delle ideologie marxiste.
Nel giro di pochi anni, ribaltarono disinvoltamente tutto : da una possibile era glaciale, profetizzarono un futuro di climi roventi e africani.
Mettendo da parte le argomentazioni ideologiche di destra, di sinistra o di centro, è bene dire subito che ben 650 scienziati di primaria importanza, per nulla legati alle lobbies del petrolio (fisici, astrofisici, climatologi, biochimici e geologi in tutto il mondo, tra cui Richard Lindzen del MIT, l’italiano Zichichi, il danese Svensmark, scienziati russi, israeliani, tedeschi e francesi), hanno pubblicato uno studio molto documentato, sottoponendolo poi alla Casa Bianca e ai parlamentari USA per dimostrare l’inconsistenza scientifica dell’origine umana del riscaldamento globale.
È sbagliato prendere come riferimento gli ultimi 150 anni, come ha fatto l’IPCC (l’organismo dell’ONU che ha pubblicato a fine 2006 le previsioni catastrofiche sulle temperature che crescerebbero anche di 5°-6° nei prossimi 50 anni, con scenari apocalittici di innalzamenti dei mari di 2 metri, migrazioni di massa e carestie bibliche).
Le previsioni dell’IPCC non sono attendibili perché non è possibile valutare il futuro del clima analizzando solo gli ultimi 150 anni di temperature dalla rivoluzione industriale in poi.
La Terra ha una storia geologica di parecchi milioni di anni, nei quali i poli si sono sciolti e riformati almeno 3 volte, quando l’uomo neppure esisteva.
È facilmente dimostrabile, analizzando i reperti trovati in prossimità di ghiacciai in alta quota in Svizzera e Valtellina, che 10.000 anni fa, quando non vi era alcuna industria e la popolazione umana era di poche decine o centinaia di migliaia di individui, vi erano insediamenti umani e quindi temperature molto più elevate rispetto ad ora.
Lo stesso è avvenuto nel Medioevo, dal 1000 al 1300, mentre dal 1300 alla fine del 1700 le temperature furono molto fredde (piccola era glaciale).
Gli studi dell’IPCC sono stati compiuti su un arco temporale di soli 150 anni (sarebbe come se, vedendo un uomo con la febbre a 38° per 4 giorni per l’influenza, un medico gli pronosticasse una vita di febbre a 40°), e ciò non solo non è significativo nella storia geologica della Terra, ma in quello studio è stata del tutto omessa la valutazione dell’attività solare.
È come se il Sole non esistesse.
Inoltre, la crescita delle temperature globali negli ultimi 100 anni è stata in media di soli 0,6 °C, con molte fluttuazioni.
Esiste invece una netta correlazione tra l’andamento storico dell’attività solare, documentato negli ultimi secoli, e le temperature terrestri (non a caso, negli ultimi 6 mesi l’attività solare è bassissima), mentre non vi è alcuna correlazione tra la quantità di CO2 atmosferica e le temperature terrestri.
Negli ultimi 25-30 anni il Sole ha avuto un’attività elettromagnetica più intensa e anche gli altri pianeti del sistema solare si sono riscaldati, pur non essendovi alcuna presenza umana.
Il 90% dei gas serra è prodotto dall’evaporazione dell’acqua degli oceani, mentre il restante 10% di origine naturale (vulcani, foreste, animali, giacimenti di metano e torba) solo il 10% è prodotto dall’uomo e dalla sua attività.
Quindi, è assurdo credere che i gas serra umani siano significativi dal punto di vista quantitativo per influire sui gas serra dell’atmosfera, visto che rappresentano appena l’1% del totale.
Secondo i modelli sul riscaldamento atmosferico da gas serra, gli strati alti dell’atmosfera dovrebbero essere molto più caldi, ma i satelliti sonda non hanno rilevato affatto questo aumento di temperatura.
Infine, come è noto, il Polo Nord sta avendo una riduzione della superficie ghiacciata, mentre i ghiacci dell’Antartide sono in espansione e non si stanno ritirando affatto (fenomeno, tra l’altro, inspiegabile secondo le teorie del GW, che prevedono un ritiro di entrambi gli poli).
In conclusione, il clima terrestre è sempre cambiato nella storia del nostro pianeta e continua a cambiare, ma è il Sole (che raggiunge temperature di milioni di gradi), l’attività delle correnti oceaniche e non l’uomo a poterlo modificare.
L’uomo può solo intervenire sulle temperature urbane e dei suoli, nelle cosiddette “isole di calore“, dove è stato dimostrato che l’aumento di cementificazione, uso di vetro, acciaio, asfalto e deforestazione provoca un rialzo di alcuni gradi delle temperature nelle città e nei loro dintorni rispetto al passato, quando c’era più verde.
Questo, però, è un altro ordine di problemi.
Un conto è l’inquinamento da petroli e industria, o la cementificazione e la deforestazione, contro cui tutti dobbiamo combattere, un altro è dire che il clima cambia a livello globale per causa umana, per quello che l’uomo ha fatto negli ultimi 150 anni di attività industriale, cosa che non ha alcun serio fondamento scientifico, ma è solo frutto di mistificazione ideologica e interessi affaristici: l’indotto legato al clima in questi anni è cresciuto di parecchi miliardi di dollari e ci sono molti interessi economici e politici per continuare a disinformare sul clima.
Inoltre, la corsa dissennata ai biocarburanti, intrapresa per evitare l’emissione di CO2, ha avuto come unica conseguenza l’aumento esponenziale del prezzo dei cereali, con gravi ripercussioni sulle popolazioni agricole di tutto il mondo.
Il CO2 è solo un pretesto per costringere le persone a cambiare più spesso auto, con “nuovi” modelli euro 4 o euro 5 (che quasi inquinano più dei vecchi), quindi per svuotare le tasche delle persone e arricchire i soliti ladroni delle industrie automobilistiche.
Sempre aiutati ogni tot anni dallo Stato (altrimenti sarebbero già falliti più volte).
In questi ultimi anni, il tema del CO2 è diventato una sorta di “falsa religione“, come dice giustamente il prof. Lindzen, climatologo del MIT.
Chi non si conforma ai loro dogmi ideologici viene da loro etichettato come “negazionista“.
È una parola vergognosa e insultante oltre ogni limite.