Ottobre 28, 2024 Film
Spesso la funzione della sala cinematografica andava oltre il semplice contenitore di uno spettacolo di successo.
I cinema di una volta. Non era ancora diffusa l’attuale moda dell’usa e getta
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Nelle sale di un tempo il cinema era molto diverso dall’attuale, orrendo sistema multisala tanto amato dalle nuove generazioni.
Spesso la funzione della sala cinematografica andava oltre il semplice contenitore di uno spettacolo di successo, trasformandosi in un luogo d’incontro e, spesso, in un alleato fedele di un’intera generazione.
La classificazione delle sale cinematografiche era chiara e netta.
Le sale destinate alle prime visioni si trovavano solitamente nel centro della città, avevano un ingresso di dimensioni faraoniche, un piccolo e pratico bar adiacente, una cassiera elegantemente vestita ed una “maschera”, ovvero la persona che introduceva gli spettatori nella sala buia, estremamente impeccabile nella sua uniforme ordinata e distinguibile, talvolta pure munita di una torcia luminosa dal rassicurante raggio di luce.
Per le seconde visioni, spesso ubicate in quartieri periferici, era fondamentale la funzione di permettere la visione del film, a distanza di circa un mese dalla sua uscita, a un prezzo più conveniente.
Altre visioni: il film era ormai stato visto dalla maggior parte degli appassionati e terminava la sua corsa, ormai esaurito e malandato, in sale cinematografiche fumose e di infimo ordine.
Esistevano, inoltre, le sale d’essai, che per fortuna sono ancora oggi presenti, dove venivano proiettati titoli alternativi, e le sale a luci rosse.
Infine, c’erano i cinema parrocchiali.
Un tempo nei cinema non era ancora diffusa l’attuale moda dell’usa e getta in riferimento ai film.
Gli stessi avevano una permanenza media di un mese nelle prime visioni e di circa un altro mese prima di essere sostituiti dall’ultima replica.
In alcune situazioni, la pellicola rimaneva nei cinema più importanti per mesi e mesi, diventando il vero e proprio criterio di valutazione del successo di un film.
In breve, si poteva quasi prevedere quando un film sarebbe stato proiettato nelle altre sale e quindi organizzare la visione settimanale in base alle misere finanze di cui disponeva la maggior parte di noi.
All’interno delle sale, anche di quelle di prima visione, si iniziava a notare le prime stonature strutturali, come le poltrone in legno rivestite di scomoda finta pelle di colore rosso (presente soltanto nelle sale extralusso, perché nelle altre, oltre alla finta pelle, si preferiva il legno a scapito della comodità, La fila di sedie talvolta oscillava pericolosamente avanti e indietro), assenza totale di spazio per le gambe, con il conseguente posizionamento delle ginocchia all’altezza del mento, visione dello schermo parzialmente oscurata dal solito gigantesco colosso che immancabilmente si trovava di fronte al proprio posto.
Tuttavia, nulla di tutto questo disturbava la visione del tanto sospirato film che era finalmente uscito nelle sale della nostra città.
La cassiera, di solito bionda platino, immancabilmente porgeva una caramella verde o arancione che corrispondeva al resto di 10 lire e che, curiosamente, non si trovava da nessuna parte, ma solo nelle sale cinematografiche.
I cinema avevano nomi leggendari e qualificanti, ma definirli tali è riduttivo.
Il nome di un cinema di prima visione era sempre e comunque più altisonante di uno di proseguimento.
Ad esempio, a Milano, tra le prime visioni c’erano l’ “Eden“, il “Manzoni“, o l'”Impero” ; tutti nomi che incutevano un certo timore reverenziale.
Le seconde visioni avevano nomi molto più comuni, insomma si poteva entrare senza essere troppo eleganti.
Le altre visioni erano già contraddistinte dal nome : nessuno si aspettava un cinema di lusso quando decideva di andare al “Leonardo” o al “XXII Marzo“.
Gli spettatori che assistevano ad una proiezione dovevano necessariamente sopportare due o tre trailer, decisamente americanizzati, che spesso mostravano nella loro interezza le scene principali dei film, al punto che si poteva rientrare a casa e raccontare alle amiche di aver già visto un film che non era ancora in programmazione in città.
La pubblicità era piuttosto ridotta e in genere consisteva in uno “slide show” di immagini fisse, fino all’inizio del film.