Ottobre 27, 2009 Identità di genere, Ologrammi proibiti di vita reale
Il caso Marrazzo : morbosità, confusione, oscurantismo
Nella vicenda di Piero Marrazzo di questi giorni, non si può fare a meno di deplorare l’avvilente trattamento che ne è stato dato dai media italiani : dai giornali e dalle televisioni.
Si tratta di una vicenda dolorosa e complessa, in cui si intrecciano delicati problemi di ordine morale, giuridico e personale con situazioni di ordine politico e istituzionale, in ragione del ruolo di Presidente della Regione Lazio ricoperto dal protagonista.
Eppure, chiunque rifletta con la propria testa non può che giungere alla conclusione che i media italiani hanno fornito un’informazione pessima su questa vicenda, al punto da trasmettere all’opinione pubblica messaggi volutamente distorti, parziali e ambigui, intrisi di pregiudizi culturali e ignoranza scientifica.
Ed è per questo che, in conformità all’obiettivo di questo blog, che è quello di fornire un migliore livello di informazione e approfondimento sui temi più importanti e di attualità, ci sembra opportuno fare ordine e chiarezza su questa vicenda, nella complessità dei suoi vari aspetti.
Aspetto legato alla “cronaca nera” e al ruolo istituzionale della vittima
Il primo punto da chiarire è che Piero Marrazzo è rimasto vittima di un atto criminale : un’estorsione, attuata da quattro “carabinieri” (in realtà quattro delinquenti molto stupidi), legata alle sue frequentazioni private con una persona trans che esercitava la prostituzione.
Tuttavia, non si può escludere che, nel corso di questi incontri, Piero Marrazzo abbia fatto uso di droga (cocaina), anche se è possibile che il video sia falso.
Secondo la legge italiana, non è reato usare la cocaina a scopo personale né pagare per avere rapporti sessuali.
Tuttavia, un uomo politico che faccia uso di cocaina e nel contempo favorisca la prostituzione finisce per perdere ogni credibilità morale agli occhi degli elettori, ragione per cui non dovrebbe fare male a dimettersi.
Ancor più negativo – aspetto, questo, che i media hanno ampiamente sottolineato – è il fatto che perfino un’autorità istituzionale abbia ceduto a un ricatto anziché denunciare subito tutto alla magistratura.
Quale messaggio di legalità si manda a chi è vittima di ricatti mafiosi o riceve richieste di “pizzo” ?
Tuttavia, giornali e tv non hanno assolutamente chiarito se Marrazzo abbia voluto “mettersi da parte” perché ha perso credibilità in quanto cliente di prostitute e adultero, o in quanto utilizzatore di stupefacenti, o perché ha ceduto a un ricatto, o per tutte queste cose insieme.
Un chiarimento immediato su questo delicato aspetto – anche per capire cosa era vero e cosa era falso di quanto riportato dai media – sarebbe stato doveroso anche da parte dello stesso Marrazzo, che avrebbe dovuto rilasciare un comunicato pubblico chiaro e sintetico.
Questo chiarimento non c’è stato.
Strumentalizzazione politica italiana
Deplorevole è stato poi il fatto che questa vicenda sia stata, come quasi sempre accade, strumentalizzata da politici ed elettori di entrambi gli schieramenti per metterla a confronto con le vicende private che hanno riguardato i politici avversari e usarla come arma contro di loro.
Ecco allora che alcuni politici ed elettori di centrodestra hanno voluto stigmatizzare la presunta maggiore immoralità di Marrazzo rispetto ai fatti privati (divorzio da Veronica, Noemi, escort) di cui è stato protagonista Berlusconi, e viceversa nel centrosinistra non è mancato chi ha fatto notare che Marrazzo ha dimostrato maggiore senso istituzionale autosospendendosi, rispetto a Berlusconi che invece non ha ritenuto che le sue vicende private potessero in alcun modo influire sui suoi compiti istituzionali di presidente del Consiglio.
Anche in questo caso, non si può fare a meno di notare quanto sia obiettivamente squallido e segno di malcostume e degrado politico e informativo mettere a confronto laceranti vicende private per strumentalizzarle politicamente, sia da destra che da sinistra.
Frequentazione di persone trans
Ma il peggio di sé, raggiungendo livelli informativi infimi e scandalosi, le tv e la stampa italiana lo hanno dato quando hanno riportato il fatto che la persona frequentata da Marrazzo era trans.
La cosa più vergognosa è stata, appunto, far passare il messaggio che il vero motivo delle dimissioni di Marrazzo fosse il fatto di essere stato scoperto nel corso di una relazione con una persona trans, piuttosto che la perdita di credibilità morale in quanto cliente di prostitute e (forse) consumatore di droga, nonché incapace di reagire a un tentativo di ricatto.
In sostanza, molte persone si sono convinte, a causa della disinformazione ambigua dei media, che Marrazzo si sia dimesso per la vergogna di dover ammettere, in famiglia e agli elettori, di avere avuto una relazione sessuale con una persona “innominabile”.
Come a dire: se fosse stata una “normale” prostituta si poteva anche chiudere un occhio, ma con una persona trans mai !
È inutile dire che i media italiani non hanno fatto proprio nulla per dissipare questo equivoco, anzi !
Quello che, per l’ennesima volta, è stato trasmesso all’opinione pubblica italiana, in modo più o meno implicito, dai giornali e dalle televisioni, è stato l’equazione vergognosa e razzista: persona trans = prostituzione.
Oppure : persona trans = persona da evitare come un’appestata.
Evidentemente, per giornali e TV italiani, non ha importanza che nel mondo moltissime persone trans abbiano costruito una rete di relazioni professionali e interpersonali del tutto identica a quella di milioni di persone “comuni”, basata normalmente sull’amicizia, la stima, la fiducia, le affinità intellettuali, di carattere, culturali, sportive, che non hanno nulla a che vedere né con il sesso né, tanto meno, con la prostituzione.
Poco importa evidentemente a giornali e tv italiani che in Italia, da oltre un quarto di secolo, esista una legge che ha permesso a molte persone trans di poter essere operate, ottenere il cambio di identità sessuale anche nei documenti e, in non pochi casi, contrarre matrimonio e adottare dei figli nell’ambito di relazioni di coppia magari più stabili di tante altre.
Di tutto ciò nei media italiani non si parla affatto, e non se ne è parlato neppure ora.
Nessuno ha mai intervistato in questi giorni persone integrate in normali attività lavorative, ma solo trans che si prostituiscono.
L’unica notizia diffusa in questi giorni è la solita reazione isterica di un vescovo che ha scagliato un anatema contro un povero prete reo del “sacrilego” delitto di avere celebrato le nozze in chiesa tra una coppia – peraltro già unita in matrimonio civile da molti anni ! – in cui uno dei due coniugi è una donna trans operata.
Le giustificazioni addotte sono esilaranti: non potendo procreare, l’unione non sarebbe valida.
Peccato che la Chiesa cattolica ritenga valide le unioni in cui uno dei due coniugi – o entrambi – siano sterili, dalla nascita o per malattie sopravvenute.
Ma sorvoliamo sulla logica e la coerenza di cui spesso dà prova il Vaticano.
La vicenda Marrazzo, per quanto complessa e dalle molte implicazioni, dimostra ancora una volta il livello pietoso e provinciale dell’informazione e dei media italiani, incapaci di esaminare un problema in maniera rigorosa e scientifica, e via via più succubi di condizionamenti di vario tipo (principalmente quelli clerico-bigotti, dovuti alle pressanti ingerenze del Vaticano in Italia, e che non esistono in altri Paesi) e di un vero e proprio clima di oscurantismo culturale.