Giugno 12, 2008 Riflessioni di una eretica
Il problema è alla radice
I neoministri Brunetta e Gelmini hanno dichiarato di voler favorire il merito (ovvero chi lavora seriamente) nella pubblica amministrazione e nella scuola.
Un intento senz’altro lodevole e degno di considerazione, ma spesso il problema non riguarda i fannulloni, bensì chi lavora.
Quelli che scavano “buche” e poi le riempiono, fabbricando carte e bolli con cui incatenare il cittadino a una serie di scartoffie burocratiche nella massima parte inutili.
E dei veri problemi dei cittadini nemmeno l’ombra.
Il problema del “fannullone” è solo un specchietto per le allodole : quanto dovrebbe essere snellito il baraccone della Pubblica Amministrazione ?
Nel 70-75% dei casi, a partire dalle regioni fino alla capitale, ma nessuno ha realmente la voglia di farlo.
In un paese come l’Italia, il fine è dare “lavoro”.
Il funzionario conta più della funzione che svolge e si crea burocrazia per giustificare l’esistenza di “lavoratori pubblici“.
Un esempio è la scuola pubblica: nel 1990, grazie alla riforma Andreotti, è stato introdotto il modulo dei tre maestri anziché uno, iniziando a demolire anche la scuola primaria pubblica, che fino ad allora era un fiore all’occhiello di questo Paese.
L’obiettivo era naturalmente quello di trovare un posto di lavoro per i tanti insegnanti precari che non avevano vinto il concorso.
Pseudo-pedagoghi e politici famelici di notorietà, con il beneplacito dei sindacati, unirono le loro forze per stravolgere la scuola e “sfornare” bambini di 8-10 anni rintronati da 10 ore di scuola al giorno, tra lezioni mattutine, rientro e doposcuola.
E la famiglia ?
Ah, già, compra la Playstation.
Così facendo si forma il “perfetto” cittadino : ignorante e abituato a chiedere tutto allo Stato perché incapace di darsi da fare da solo (anche perché nessuno glielo ha mai insegnato).
Dalla casa al pezzo di carta chiamato laurea, fino al “lavoro“.
Così facendo, si creano i perfetti “fannulloni“.