Gennaio 17, 2025 Riflessioni di una eretica
La scuola non riconosce certo le differenze fra chi è davvero colto e preparato, e chi è semi-analfabeta.
Appiattisce tutti verso il basso.
Il ruolo di un docente
È importante comprendere che la scuola ha ormai come scopo insegnare a “disimparare” piuttosto che ad “imparare”, sottoponendo i bambini e gli adolescenti prima a un’intensa falsa propaganda, prima per staccarli dai genitori e poi per “riciclarli” facilmente nel sistema senza che si pongano troppe domande.
In molti, infatti, affermano che il ruolo di un docente dovrebbe essere quello di “formare” piuttosto che di “insegnare”.
Per “formare” è necessario essere in qualche modo dei modelli, per essere credibili.
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Ma se ripenso al mio passato da studentessa, non è che allora fosse così tanto diverso, anzi.
Ecco alcuni “modelli” di insegnanti che ho avuto.
In prima liceo, una professoressa di lettere e latino che faceva parte dell’Opus Dei.
A scuola non faceva altro che affermare che Dante aveva fatto bene a mettere i gay all’Inferno e che ogni Venerdì Santo il cielo si oscurava all’ora precisa in cui era morto Gesù Cristo.
Successivamente, nel biennio, ho avuto come insegnante di lettere e latino un prete laico per un brevissimo periodo.
Un pessimo professore sotto ogni punto di vista.
Odiava i comunisti, ma amava molto le ragazzine.
In terza liceo, una professoressa di lettere e latino amava ostentare il suo status sociale.
Il suo matrimonio era più importante del suo stipendio, ovviamente.
Arrivava a lezione sempre molto ben vestita, griffata, ingioiellata e con una bella macchina.
In quarta e quinta liceo c’era una professoressa di lettere e latino che pensava esclusivamente alla sua carriera politica (ed effettivamente è riuscita nel suo intento, in seguito diventando sindaco di un importante centro dell’hinterland milanese).
Un giorno sì e uno no ostentava questo suo pensiero.
Ovviamente, non faceva nulla per interessare i suoi allievi allo studio delle materie che insegnava in modo svogliato.
In terza liceo, un professore di filosofia odiava a priori le ragazze e dava loro spesso brutti voti anche quando mostravano di essere preparate.
Tuttavia, adescava i maschietti (prediligendo i biondini con gli occhi azzurri) nel suo appartamento per guardare film porno gay.
In quarta liceo ho avuto per poche settimane un insegnante di filosofia che entrava in classe, si sedeva alla cattedra, diceva letteralmente di “non rompere i coglioni” e poi apriva il giornale leggendolo per tutto il tempo.
Naturalmente, era il suo secondo lavoro.
E potrei fare molti altri esempi.
Cosa voglio dire ?
Non sono affatto d’accordo sul fatto che un docente debba rappresentare un modello per i suoi allievi.
L’educazione e i valori dovrebbero essere trasmessi principalmente dai genitori (o dai tutori).
Un docente non può fare altro che fornire una preparazione didattica e insegnare il rispetto delle regole.
Non può (e non potrà mai) sostituirsi a una madre (o a un padre) e diventare un modello da seguire.
Il vero problema è l’ignoranza e la scarsa professionalità di molti insegnanti.
Questa situazione comporta il discredito dell’intera categoria.
La scuola non riconosce assolutamente le differenze fra chi è davvero colto e preparato e chi è semi-analfabeta.
Tutti vengono appiattiti verso il basso.
Esattamente ciò che il sistema educativo/scolastico “moderno” vuole distruggere sempre di più.
La meritocrazia.