Febbraio 11, 2023 La Medicina dell’Anima
Il nostro “fare” deve essere inteso come il nostro riparare, il nostro risanare ed il nostro continuo perfezionare la natura umana e quella del mondo.
“Sharatan“
Il Sentiero della Rettificazione
Fonte : La Compagnia degli Erranti
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Nella Cabala si afferma l’esistenza di due creazioni, perché Dio ha creato il mondo in due fasi : la prima fu quella del Mondo del Caos, mentre nella seconda prevalse l’ordine e la creazione di Olam Ha Tikkun, cioè del Mondo della Rettificazione.
Questo è il mondo creato dopo la rottura dei vasi, il mondo che permette la riparazione della realtà materiale, portando ordine e armonia in un luogo in cui esse non esistevano.
I due mondi sono perciò, uno al servizio dell’altro, e sono strettamente intrecciati, perché il Mondo della Rettificazione viene creato con i frammenti dei recipienti sephirotici, quindi è una riparazione del primo mondo caotico, che è la somma di tutta la serie dei mondi precedenti.
Nella creazione di Olam Ha Tikkun, cioè del Mondo della Rettificazione, Dio rimette al loro posto i vasi sephirotici, dopo averli riempiti nuovamente di luci e riordinati nel loro giusto ordine.
Per questo motivo sono necessari i 7 giorni per la creazione, perché la riparazione è stata operata sulle 7 Sephiroth che si erano fratturate dopo la fuga delle 3 Sephiroth divine verso il cielo.
Se consideriamo la rettificazione in senso simbolico, vediamo che l’operazione è avvenuta a livello etico, oltre che cosmico e materiale.
Nel Mondo del Caos, il bene e il male erano nettamente distinti : il male era confinato in sistemi rigidi, mentre il bene era separato e conduceva le proprie battaglie in isolamento.
Essendo un mondo chiuso in se stesso, il bene accumulava dei meriti che non riusciva a comunicare agli altri, mentre il male si moltiplicava senza che il bene potesse riparare i suoi guasti.
Secondo la dottrina cabalistica, in ognuno dei due mondi vi erano dei maestri e degli uomini illuminati che vivevano tra la gente comune, ma nessuno aveva il discernimento necessario per riconoscerli.
Nel Mondo del Caos, l’isolamento era insanabile, in quanto ognuno comunicava solo con la propria sfera e non con tutte le altre.
Nel Mondo della Rettificazione, invece, viene inserita la correzione degli errori e il perdono dei torti, che riescono a sanare le azioni malvagie.
Questo avviene perché il Mondo della Rettificazione possiede delle luci rettilinee che mettono in comunicazione le varie realtà e anche un piccolo bene riesce a combattere il male grazie alla sua qualità elevata, perciò ne basta anche una sola goccia per equilibrare una grande quantità di male.
Il Mondo della Rettificazione sa attingere dove c’è molto e sa dare dove vi è poco, e tutto questo avviene tramite i suoi canali di comunicazione.
Nel Mondo del Caos manca la potenza del Teshuvah, “ritorno“, grazie al quale è possibile trasformare le trasgressioni in meriti, cosa che invece avviene nel Mondo della Rettificazione.
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In questo mondo, grazie a una rete di canali rettilinei, la Luce Infinita, proveniente dal serbatoio inesauribile di origine divina, scende nelle Sephiroth, dal più alto dei mondi.
Tuttavia, essa produce una circolazione che funziona ancora in modo troppo irregolare, cosicché il male e il bene fluiscono, ma in modo troppo copioso e radicale, cioè per estremi assoluti.
A tale condizione si fa riferimento nell’interpretazione del sogno del faraone da parte di Giuseppe, prigioniero in Egitto, che gli predisse sette anni di vacche magre e sette anni di vacche grasse, in cui il tipo di circolazione energetica sbilanciato viene efficacemente rappresentato.
È la Sephirah Yesod, il Fondamento, a ricoprire questo ruolo per eccellenza : stemperare gli eccessi assoluti e portare l’equilibrio, perché il suo numero è 566, lo stesso di Tikkun, che significa “reintegrazione“.
Nel primo dei mondi creati, che è chiamato Tohu, che significa “stupore“, si vive lo stato d’animo di chi viene coinvolto attonito in una catastrofe improvvisa e la cui mente non è in grado di registrare l’entità di ciò che avviene, perciò l’uomo non prova né gioia né dolore per le conseguenze delle sue azioni.
Nel Mondo del Caos, questo dolore stupito rimane congelato per millenni, finché Dio non decide di creare il Mondo della Rettificazione, in cui la consapevolezza o presa di coscienza regna sovrana nell’animo delle persone.
Per questo si può eliminare il patimento di un dolore incomprensibile e assoluto e si può comprendere il “senso” e il “significato” della sofferenza umana.
Nel mondo della rettificazione esiste la Teshuvah, che significa metanoia, ovvero il cambiamento di consapevolezza e di modo di pensare, ed è una teshuvah attiva che ci spinge a un’azione dinamica.
Alcuni traducono Teshuvah come “penitenza”, ma ne offrono un’interpretazione spirituale molto parziale.
Seppure in essa sia inclusa anche la contrizione del cuore, è ancor più vero che una persona non prova l’impulso interiore di cambiare finché non soffre a causa dei propri errori.
Quindi, Teshuvah non significa solo provare dispiacere nel cuore, ma anche cambiare in modo consapevole il proprio stile di vita, riuscire a trasformare un debito in credito, ovvero la capacità di trasformare il male in bene, che è poi la capacità di praticare l’alchimia spirituale, una nuova capacità infusa nell’uomo con la creazione del Mondo della Rettificazione.
Questo è il messaggio dell’insegnamento cabalistico quando parla della novità della seconda creazione ed è anche la Buona Novella che Gesù, maestro rabbinico divino, è venuto a predicare.
Gesù ci insegna che viviamo in un mondo in cui, anche dopo aver commesso errori, possiamo sempre essere perdonati e riparare alle nostre colpe.
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Perciò, chi sostiene che Dio è un essere terribile, che distrugge la sua creazione, che combatte gli uomini e che causa tutti i mali del mondo, dovrebbe invece imparare che il male è compiuto dall’uomo che si rifiuta di riparare ai propri torti, mentre Dio resta il Padre compassionevole, lento all’ira e fin troppo misericordioso con gli orrori e le aberrazioni dei suoi figli imperfetti.
La Cabala insegna che nessun mondo creato con il Lato Sinistro, con la sola giustizia e il rigore, potrebbe esistere a lungo, quindi non è di questo tipo il Mondo della Rettificazione, il nostro mondo, che esiste ancora oggi nonostante tutti i nostri errori: tutto ciò dimostra che è stato creato con il Lato Destro, quello della Luce e dell’Amore.
Perciò Dio crea il Mondo della Rettificazione e lo ordina con delle concatenazioni, in modo che sia possibile salire e scendere lungo tutte le sue gerarchie, grazie alle nostre azioni e alla nostra crescita spirituale.
E in queste ascese non si deve sbagliare, perché ognuno può salire al suo livello di consapevolezza.
Se si spinge troppo in alto, in zone in cui la consapevolezza è eccessivamente cristallina, perché sbilanciata, in lui “viene bruciata la buccia”.
Questo è l’esempio che viene sempre citato per dissuadere dallo studio delle dottrine cabalistiche, ricordando il caso del rabbino cabalista Ben Zuma che entrò troppo precocemente nel Pardes, cioè nel giardino paradisiaco divino, e che sbirciò la Divinità senza poterla sostenere, uscendone completamente pazzo, ossia ricadendo nelle tenebre del Mondo del Caos.
Dio ha creato un mondo ordinato che andrà avanti fino alla sua completa rettificazione, e l’uomo, che sia volente o nolente, è parte del progetto divino, poiché quest’ordine viene dall’alto ed è imposto in tutta la creazione.
In questo ordine divino l’uomo è posto, e viene chiamato a essere un “riparatore” o “rettificatore” della Creazione universale e personale, eguagliando Dio che ha riparato i “cocci” del Mondo del Caos.
È per questo che nelle Sacre Scritture è scritto che “Dio aveva creato per fare” e che, in una creazione che poteva essere perfetta e completa, Egli lasciò un piccolo difetto in cui ripose il senso del fare dell’uomo.
Quando si parla del “lavoro delle mani”, questo concetto non implica dunque una qualificazione negativa di condanna umana alla fatica, come comunemente si dice, ma si afferma il proclama divino di dover seguire un Sentiero di Rettificazione.
Ecco svelato nell’insegnamento cabalistico il senso più elevato dell’azione umana: il nostro “fare” deve essere inteso come il nostro riparare, risanare e perfezionare in continuazione la natura umana e quella del mondo, che poi è il vero significato del concetto di Processo di Salvezza che tutti percorriamo nel corso della vita.