Il trend following è efficace anche sui titoli azionari ?

Ottobre 2, 2024 Appunti di trading

I risultati ottenuti hanno mostrato in maniera inequivocabile che le strategie di trend following applicate ai titoli azionari offrono un’aspettativa matematica di ottenere degli utili decisamente positiva, un elemento essenziale per un sistema di trading “efficace”.

Veronica Baker


Il trend following è efficace anche sui titoli azionari ?

Si tratta di uno studio piuttosto datato, pubblicato nel lontano 2009, ma che ritengo davvero interessante e, a mio avviso, ancora attuale.


Il trend following è efficace anche sui titoli azionari ?
Sono state pubblicate pochissime ricerche sulle strategie di trend following applicate alle azioni…

Nel corso degli anni, molti proprietary trader e global macro hedge fund hanno applicato con successo vari metodi di trend following per ottenere profitti dai mercati dei futures.

Tuttavia, sono state pubblicate pochissime ricerche sulle strategie di trend following applicate alle azioni.

È ragionevole supporre che il trend following funzioni esclusivamente per i futures e non per le azioni?

Nel documento che allego viene messa alla prova una strategia di trend following esclusivamente long per un database completo di azioni USA preventivamente rettificate in base alle corporate actions (stacco dividendi, dividendi pagati in titoli, split, reverse stock split).

La scelta dei titoli è stata compiuta in base alle seguenti caratteristiche fissate in anticipo :

Sono state incluse tutte le società “delistate” per tenere conto della distorsione da sopravvivenza
Sono state considerate delle stime realistiche dei costi di transazione (slippage e commissioni)
Sono stati utilizzati dei filtri preventivi per limitare il trading (ipotetico) a titoli sufficientemente liquidi da poter essere negoziati al momento dell’operazione

I risultati ottenuti hanno mostrato in maniera inequivocabile che strategie di trend following applicate ai titoli azionari offrono effettivamente una un’aspettativa matematica di ottenere degli utili decisamente positiva, un elemento essenziale per un sistema di trading “efficace”.



Il trend following è efficace anche sui titoli azionari ?
In questo studio non sono state mai considerate strategie di vendite allo scoperto (short-selling)…

In questo studio non sono state mai prese in considerazione strategie di vendite allo scoperto (short-selling).
Le ragioni sono piuttosto evidenti.

Il venditore allo scoperto (lo short seller) inizialmente ordina al suo broker di vendere le azioni XYZ a un prezzo prefissato.

Nella pratica, solitamente lo short seller prende semplicemente in prestito il titolo XYZ direttamente dal broker stesso.

Quest’ultimo di solito detiene già l’azione XYZ nei portafogli azionari di fondi pensioni, fondi comuni o di altri investitori (istituzionali e non).

Se ciò non avviene, lo short seller dispone di un tempo limitato (normalmente 3 giorni) per trovare qualcuno che possa fornire in prestito le azioni XYZ.

Nel caso (infrequente, ma possibile) in cui lo short seller non riesca a soddisfare questo requisito, il broker effettua un’operazione di buy-in.
In pratica, il riacquisto forzato (entro l’orario di chiusura del mercato in cui è quotato il titolo XYZ) della posizione ribassista aperta in precedenza.

Il prestatore del titolo XYZ (detto lender) può chiederne la restituzione in qualsiasi momento, quindi non c’è modo di sapere quando o se un venditore allo scoperto sarebbe stato soggetto ad un buy-in forzato .

Quindi non esiste un metodo affidabile per determinare quali titoli sarebbero stati realisticamente shortabili in passato.

Inoltre, rispetto al trend following di lungo periodo, la vendita allo scoperto offre un’aspettativa matematica molto limitata : il prezzo di un’azione può scendere al massimo del 100% (al contrario dei futures, che possono scendere all’infinito anche sotto lo zero a causa del fenomeno del cosiddetto “contango” ).

Di contro, può salire a un valore infinito.

Inoltre, in questo studio sono stati considerati esclusivamente titoli dal valore di 15 dollari come “prezzo minimo”, una decisione basata sul fatto che i titoli a basso prezzo tendono ad avere una volatilità statistica relativamente alta e a essere poco seguiti a livello istituzionale.


BannerVeronica 1