Agosto 23, 2022 Chiavi dell’Abisso, Il Great Reset del WEF
Il mio DNA non lo avranno mai.
Perché la nostra anima è immortale, mentre i nostri corpi materiali no.
Il vero obiettivo nascosto : acquisire tutto il materiale genetico sulla Terra
Come ho già detto ieri, melius abundare quam deficere.
L’uomo sta diventando sempre più una “risorsa“.
Un tempo c’era l’ufficio del personale, adesso quello delle “risorse umane“.
Alla base di tutto c’è l’annientamento totale della razza umana, sostituita da “fantastiche” super macchine.
Ma pare che proprio nessuno sia interessato ad approfondire temi fondamentali come quello di cui ho parlato per la prima volta circa un anno fa.
30 Ottobre, 2021
Credo che in pochi stiano comprendendo cosa ci sia davvero dietro a questa agenda “sanitaria“.
In questo articolo, necessariamente lungo e dettagliato, e in certi punti sicuramente non di facile comprensione, verranno mostrati i risultati e, soprattutto, i miei pensieri decisamente esplosivi che spiegheranno il come e il perché il mondo è stato messo a soqquadro con una falsa “pandemia” orchestrata da Big Pharma e dalle industrie di biotecnologia.
La mia più grande speranza è che altri giornalisti e ricercatori raccolgano la traccia che ho seguito e mi aiutino a smascherare la più grande truffa della storia del pianeta Terra.
Aggiungo subito un concetto fondamentale di carattere personale che spiega esattamente il perché della mia assoluta opposizione, senza alcuna possibilità di trattare.
Il mio DNA non lo avranno mai.
Perché la nostra anima è immortale, ma i nostri corpi no.
E questo dobbiamo ricordarcelo sempre.
La “plandemia” che stiamo vivendo non è altro che un test.
La questione è : chi sopravviverà ?
Il genoma sintetico o il genoma umano ?
Secondo me, sarà quest’ultimo.
Perché quegli psicopatici del NWO si scorderanno come minimo di strappare un’ortica solitaria, dentro la cui foglia un bruco poserà le sue uova.
Mentre loro, per l’ennesima volta, si chiederanno perché il loro piano non sta funzionando, nascerà una farfalla e così (di nuovo) la Vita.
Basta non perdere il buon senso.
Né ciò che ci è stato donato e che siamo destinati a conservare.
Il nostro DNA.
La parola chiave dovrà essere “amore” e non “guerra“.
Altrimenti vinceranno loro.
Fonte : Global Blueprint Exposed : The takeover of all genetic material on Earth
Traduzione e rielaborazione a cura di Veronica Baker
Introduzione
La principale preoccupazione alla base della Convenzione sulla Biodiversità del 1992 era “proteggere le industrie farmaceutiche e biotecnologiche emergenti“.
L’ONU allora ha definito la biodiversità come “risorsa genetica“, il che significava che il materiale genetico doveva essere posseduto, sfruttato e controllato attraverso l’ingegneria genetica eseguita dall’industria biotecnologica.
Oggi, invece, il Post-2020 Global Biodiversity Framework oggi invece chiede che il sequenziamento genetico digitale di tutte le specie, compresi gli esseri umani, sia conservato come un bene comune globale e reso disponibile per la concessione di licenze da parte dell’industria biotecnologica.
Inoltre, si prefigge l’obiettivo di “portare una trasformazione nel rapporto della società con la biodiversità e garantire che, entro il 2050, si realizzi la visione condivisa di vivere in armonia con la natura“.
Nel 1992, in concomitanza con la Conferenza dell’Agenda 21, conosciuta anche come Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Economico (UNCED), è stata condotta l’originale Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica.
Entrambe si sono tenute a Rio de Janeiro, in Brasile, e sono state sponsorizzate dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), dall‘Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) e dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
L’Agenda 21, detta anche “l’agenda per il 21° secolo“, era incentrata sullo Sviluppo Sostenibile, un sistema economico basato sulle risorse che assomigliava molto alla storica Tecnocrazia. [1]
Lo sviluppo sostenibile è stato definito in molti modi, ma la definizione più frequentemente citata è quella contenuta nel rapporto “Our Common Future”, noto anche come il Rapporto Brundtland :
“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di fare altrettanto”.[2]
Il libro, “Our Common Future“, fu pubblicato nel 1987 e cinque anni dopo, nel 1992, divenne il progetto su cui si basò la conferenza di Rio.
L’autore e capo dello studio dell’ONU (noto come Commissione Brundtland) era presieduto da Gro Harlem Brundtland, membro della Commissione Trilaterale.
In precedenza, era stato primo ministro della Norvegia e ministro dell’Ambiente.
Non sorprende che un membro della Commissione Trilaterale abbia creato questa politica che ha letteralmente capovolto il mondo.
Infatti, è stata la Commissione Trilaterale a dichiarare originariamente, nel 1973, che i suoi membri avrebbero creato il loro auto-dichiarato “Nuovo Ordine Economico Internazionale” (vedi Trilaterals Over Washington, Volumi I e II, Wood & Sutton).
La conferenza di Rio pose la seguente domanda :
“Cosa si può fare per salvare il mondo dall’eccessivo sviluppo che causa inquinamento, riscaldamento globale e perdita di foreste pluviali ?”
La risposta era che era necessario più sviluppo da parte degli stessi attori che in precedenza stavano distruggendo gli habitat e depredando le nazioni.
In altre parole, era necessario più sviluppo per porre rimedio agli effetti dello sviluppo precedente.
Brundtland convinse l’ONU che questo in qualche modo aveva senso e l’idea fu poi adottata come “l’agenda per il 21° secolo” nel 1992.
Altri hanno visto attraverso il fumo e gli specchi.
Nel loro libro The Earth Brokers, due ricercatori ed esperti ambientali hanno riportato le seguenti parole :
“Il libero scambio e i suoi promotori sono stati considerati come la soluzione alla crisi ecologica globale”. [3]
Non avrebbero potuto essere più sinceri e preveggenti :
“Noi sosteniamo che l’UNCED abbia dato impulso proprio a un tipo di sviluppo industriale che è distruttivo per l’ambiente, il pianeta e i suoi abitanti.
Vediamo come, come risultato dell’UNCED, i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, mentre sempre più parti del pianeta verranno distrutte in questo processo”. [4]
Nel 2021, questo risultato è ormai sotto gli occhi di tutti : i ricchi sono diventati straricchi, i poveri sono precipitati nella povertà più nera e il pianeta è a pezzi.
Come siamo arrivati fino a questo punto ?
Ecco il primo indizio :
“Né la Brundtland, né il segretariato, né i governi hanno mai redatto un piano per analizzare con attenzione i rischi del libero scambio e dello sviluppo industriale.
Invece, hanno scritto una convenzione su come ‘sviluppare’ l’uso della biodiversità attraverso i brevetti e la biotecnologia“. [5]
Quindi, la vera missione dell’UNCED era catturare e utilizzare la biodiversità “per il bene dell’industria biotecnologica“.
Questo importante fatto è stato colpevolmente trascurato fino al 2020, quando è diventato evidente che la presa di potere globale fosse stata orchestrata dagli stessi elementi facenti parte dell’industria biotecnologica.
Cosa significa veramente Biodiversità
Una volta compreso il filo del discorso e individuate le parole chiave, diventa poi facile capire il piano delle élite.
Cominciamo con “Our Common Future” (Brundtland, 1987) :
“La diversità delle specie è necessaria per il corretto funzionamento degli ecosistemi e della biosfera nel suo insieme.
Il materiale genetico delle specie selvatiche contribuisce ogni anno per miliardi di dollari all’economia mondiale sotto forma di specie di colture migliorate, nuove droghe e medicine, e materiali di estrazione per l’industria”. [6]
Lo sviluppo specifico della biodiversità è analizzato nel capitolo 6, “Specie ed ecosistemi: risorse per lo sviluppo” :
“Le specie e il loro materiale genetico promettono di giocare un ruolo crescente nello sviluppo e sta emergendo una potente motivazione economica per sostenere il caso etico, estetico e scientifico della loro conservazione.
La variabilità genetica e il germoplasma delle specie contribuiscono all’agricoltura, alla medicina e all’industria per un valore di molti miliardi di dollari all’anno.
Se le nazioni potessero assicurare la sopravvivenza delle specie, il mondo potrebbe aspettarsi nuovi alimenti, nuovi farmaci e medicine, e nuove materie prime per l’industria“. [7]
Più avanti, la stessa Brundtland ribadisce :
“Molte riserve di diversità biologica sono in pericolo di scomparire proprio mentre la scienza sta imparando a sfruttare la variabilità genetica attraverso i progressi dell’ingegneria genetica… Sarebbe davvero un peccato se, proprio quando le nuove tecniche di ingegneria genetica iniziano a permetterci di sbirciare nella diversità della vita e di usare i geni in modo più efficiente per migliorare le condizioni umane, noi trovassimo questo tesoro tristemente impoverito“. [8]
Conclusione #1 : per loro, la parola “biodiversità” significa “risorse genetiche“.
I geni sono qualcosa che deve essere sfruttato ed utilizzato in modo più “efficiente” rispetto a come avviene in natura.
Tornando al libro The Earth Brokers, le osservazioni degli autori forniscono un resoconto obiettivo di quanto visto al vertice dell’UNCED e della Convenzione sulla Biodiversità :
“La convenzione equipara implicitamente la diversità della vita, animali e piante compresi, alla diversità dei codici genetici.
Di conseguenza, la diversità viene equiparata a qualcosa che la scienza moderna può manipolare.
Infine, la convenzione promuove la biotecnologia come “essenziale” per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità“.[9]
Se c’è qualche dubbio su quale fosse l’obiettivo, ecco questa strabiliante dichiarazione :
“La questione principale sollevata dalla Convenzione sulla Biodiversità è quella della proprietà e del controllo sulla diversità biologica… La preoccupazione principale era quella di proteggere le industrie farmaceutiche e biotecnologiche emergenti“. [10]
Per rafforzare il loro pensiero, gli autori hanno dichiarato senza mezzi termini :
“Hanno scritto una convenzione su come ‘sviluppare’ l’uso della biodiversità attraverso brevetti e biotecnologie”. [11]
Notate attentamente che la proprietà e il controllo dei geni non era una questione secondaria o una posta in gioco minore, ma la questione principale.
Conclusione #2 : secondo le élite, le risorse genetiche significano che il materiale genetico deve essere posseduto, sfruttato e controllato attraverso l’ingegneria genetica eseguita dall’industria biotech.
Conclusione #3 : l’UNCED e l’Agenda 21 erano una cortina fumogena per nascondere la realtà della conclusione precedente.
Nonostante il fatto che ci si aspettasse che la conferenza UNCED colmasse il divario tra il Nord e il Sud del pianeta, era evidente invece il contrario.
Gli Earth Brokers hanno infatti correttamente affermato :
“Tutte le soluzioni erano fornite dalla scienza occidentale, dalla tecnologia occidentale, dall’informazione occidentale, dalla formazione occidentale, dal denaro occidentale e dalle istituzioni occidentali“.[12]
Conclusione #4 : il Terzo Mondo è stato saccheggiato ancora una volta, in nome dello sviluppo sostenibile e della biodiversità.
Tutto questo avviene sempre alla luce del sole e in tutti i documenti dell’ONU
Nello stesso anno della conferenza UNCED del 1992, l’UNEP e l’IUCN pubblicarono la Strategia Globale per la Biodiversità.
“Linee guida per l’azione per salvare, studiare e utilizzare in modo sostenibile ed equo la ricchezza biologica del nostro pianeta“.[13]
Naturalmente, gli stessi temi furono presentati in modo tale da poter coinvolgere anche i paesi del cosiddetto Terzo Mondo, ai quali fu promesso un flusso di royalty da parte dei paesi più industrializzati.
Sotto il sottotitolo “Promuovere il riconoscimento del valore delle conoscenze locali e delle risorse genetiche e affermare i diritti delle popolazioni locali“, si notano esclusivamente grandi preoccupazioni sui cosiddetti “diritti di proprietà intellettuale” (DPI) :
“Ogni accordo di raccolta dovrebbe riflettere i concetti di giusto compenso e responsabilità e i codici di condotta dovrebbero essere applicati ai raccoglitori di risorse genetiche, agli antropologi o ad altri ricercatori che studiano le popolazioni locali o la gestione delle risorse locali.
In alcuni casi, possono essere necessari contratti per garantire la restituzione delle royalties o di altri benefici alle comunità locali o agli individui“.[14]
Altrove era inoltre possibile leggere :
“Poiché la biotecnologia dipende dalla biodiversità, che è la sua materia prima, il valore delle risorse genetiche crescerà di pari passo con lo sviluppo dell’industria“. [15]
Conclusione #5 : la biodiversità non riguarda la conservazione delle specie, ma è piuttosto la fonte di materie prime per l’industria biotecnologica che avrebbe dovuto pagare le royalties sui prodotti commerciali ai punti di raccolta “originali“.
Naturalmente, è successo proprio il contrario.
Monsanto, per esempio, ha sviluppato e brevettato sementi di colture geneticamente modificate e poi ha costretto gli agricoltori a pagare loro le royalties per l’uso dei semi.
Titoli come “Monsanto maltratta i piccoli agricoltori“, “Gli agricoltori argentini pagheranno le royalties alle aziende sementiere” e “Come Monsanto ha scritto e infranto le leggi per entrare in India” sono stati comuni nei mass media negli anni scorsi.
In pochi, però, hanno osato parlarne apertamente.
In effetti, pubblicazioni come “Global Biodiversity Strategy” e “Global Biodiversity Assessment” servivano solo per ottenere le firme di circa 196 nazioni del mondo affinché aderissero a un programma assolutamente di fantasia che, ovviamente, non si sarebbe mai realizzato.
Una volta firmato, le Nazioni Unite e la loro miriade di ONG avrebbero vincolato quelle nazioni ai trattati e agli accordi, indipendentemente dal danno e dal dolore causato loro.
Un cambio di strategia : il quadro globale della biodiversità post-2020
Nel momento in cui, nel 2015, l’Agenda 21 è stata aggiornata con l’Agenda 2030, anche la Convenzione Globale sulla Biodiversità è cambiata, fino alle ultime recenti modifiche del Quadro Globale sulla Biodiversità Post-2020.
Anche se questo programma raggiungerà il suo apice solo nel 2022, i gruppi di lavoro si sono già attivati dal 2020.
Poiché la biotecnologia e la scienza genetica hanno fatto passi da gigante negli ultimi 25 anni, il termine “risorse genetiche” non è più adeguato ed è stato sostituito da “informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche”.
Secondo il National Human Genome Research Institute, il concetto di “sequenziamento digitale” è descritto in questo modo :
“Sequenziare il DNA significa determinare l’ordine delle quattro basi chimiche che compongono la molecola del DNA. La sequenza mostra agli scienziati il tipo di informazione genetica presente in un determinato segmento del DNA.
Per esempio, gli scienziati possono usare queste informazioni per capire quali tratti di DNA contengono geni e quali tratti portano istruzioni di regolazione, attivando o disattivando i geni corrispondenti.
Inoltre, e soprattutto, i dati di sequenza possono evidenziare le variazioni in un gene che possono causare malattie.Nella doppia elica del DNA, le quattro basi chimiche si legano sempre con lo stesso partner per formare “coppie di basi”.
L’adenina (A) si accoppia sempre con la timina (T), mentre la citosina (C) si accoppia sempre con la guanina (G).Questo accoppiamento è alla base del meccanismo con cui le molecole di DNA vengono copiate durante la divisione cellulare e rappresenta anche il fondamento dei metodi utilizzati nella maggior parte degli esperimenti di sequenziamento del DNA.
Il genoma umano contiene circa 3 miliardi di coppie di basi che contengono le istruzioni per la creazione e il mantenimento di un essere umano“. [16]
Il principio è identico per tutte le forme di vita sulla Terra, che hanno tutte un DNA che può essere sequenziato e inserito in un computer per l’archiviazione, il recupero e l’analisi.
Prevede anche una biologia sintetica in cui il DNA viene reingegnerizzato in modi che non si verificano in natura, al fine di “migliorare” e “tutelare” l’ambiente.
Secondo il rapporto del gruppo di lavoro aperto sul quadro globale della biodiversità post-2020 sulla sua terza riunione (agosto-settembre 2021) :
[Il gruppo di lavoro] “riconosce la relazione intrinseca tra le risorse genetiche e le informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche, nonché l’importanza degli strumenti bioinformatici nella progettazione e creazione di nuove informazioni di sequenza digitale su elementi di risorse genetiche creati artificialmente.
Le informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche non sono risorse genetiche come definite nella Convenzione sulla diversità biologica (1992).
L’accesso e l’utilizzo delle informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche è utile per la ricerca relativa alla conservazione e all’uso sostenibile della biodiversità, alla sicurezza alimentare, alla salute e ad altri importanti settori, comprese le applicazioni commerciali che portano a prodotti commerciali”. [17]
È interessante notare che un altro punto afferma :
“Qualsiasi approccio per affrontare le informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche dovrebbe prevedere uno status speciale per gli agenti patogeni di potenziale pandemico“. [18]
La frase “informazioni sulla sequenza digitale delle risorse genetiche” è menzionata 167 volte nelle 167 pagine del documento, quindi una menzione per pagina.
Si tratta di un’incredibile opportunità per l’industria biotecnologica, che ha la possibilità di intromettersi in tutte le forme di vita presenti sul pianeta per renderle più “sostenibili“.
Conclusione #6 : Tutte le specie di vita devono essere sequenziate digitalmente, inserite in un database, riconosciute come un bene comune globale e messe a disposizione dell’industria biotecnologica.
Conclusione
La mappatura del genoma umano ha richiesto la maggior parte degli anni ’90, mentre quella del cervello umano, avviata nel 2010, è praticamente completa.
Ora l’obiettivo dei tecnocrati/transumanisti è la mappatura completa di tutto il DNA presente sulla Terra, compreso quindi quello umano.
Il risultato sarà la manipolazione genetica di qualsiasi o tutte le creature viventi, con la conseguente creazione di un DNA sintetico che attualmente non esiste in natura.
Tutto questo è diretto verso un obiettivo che è stato mal interpretato da ricercatori e autori.
Ora, però, sta assumendo una dimensione spaventosa :
“Il quadro della biodiversità globale post-2020 si basa sul Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 e stabilisce un piano ambizioso per attuare un’azione ad ampio raggio che porti a una trasformazione del rapporto della società con la biodiversità e che garantisca che, entro il 2050, si realizzi la visione condivisa di vivere in armonia con la natura“.[19]
Come siamo arrivati fino a questo punto ?
Lo stesso documento discute una “teoria del cambiamento” che, secondo loro, si riassume nella figura seguente :
Naturalmente, non viene mai dichiarato esattamente cosa significhi davvero questa loro visione del “vivere in armonia con la natura“, ma di certo non ha nulla a che vedere con i fatti presentati in questo documento.
Nascondendosi dietro concetti benevoli come l’eliminazione della povertà e l’istruzione per tutti, un gruppo di ingegneri genetici sta cercando di rendere la vita “sostenibile” sul pianeta Terra semplicemente cambiando la struttura e la natura della Vita che consuma risorse, compresa quindi la stessa Umanità.
Adesso questa follia globale di somministrazione di mRNA e DNA sintetici a ogni essere umano sulla Terra dovrebbe avere un po’ più senso per il lettore.
Questa è la loro visione condivisa per colmare il divario tra l’umanità e la natura e “vivere insieme in armonia“, “bilanciare le risorse contro il consumo“, “creare nuovi mercati per nuovi prodotti“.
Dare vita al sogno transumanista di modificare il DNA per ottenere prima l’estensione della vita e, infine, l’immortalità.
Questo è successo proprio sotto il nostro naso, mentre l’attenzione di tutti era concentrata su altre questioni.
Le questioni che pensavamo fossero le chiavi dell’Agenda 21, dell’Agenda 2030 e della Convenzione sulla Biodiversità erano effettivamente reali, ma non erano la questione principale.
La vera partita, invece, sarà sul tentativo di appropriarsi di tutto il materiale genetico del pianeta.
Bibliografia
[1] Wood, Patrick M. (2015). Technocracy Rising: The Trojan Horse of Global Transformation, Coherent Publishing.
[2] https://www.iisd.org/about-iisd/sustainable-development
[3] Chatterjee and Finger (1994). The Earth Brokers: Power, Politics and World Development. Routledge. p. 40.
[4] Ibid. p. 3
[5] Ibid. p. 171.
[6] Brundtland, Khalid et al. (1987). Our Common Future, Oxford Press, p. 13.
[7] Ibid. p. 147.
[8] Ibid. p. 149-150.
[9] Op cit. p. 42.
[10] Op cit. p. 43.
[11] Op Cit. p. 171,
[12] Op cit. p. 50.
[13] UNEP, WRI, IUCN (1992). Global Biodiversity Strategy. United Nations, p. 1.
[14] Ibid., p. 94.
[15] Ibid., p. 43.
[16] NIH, National Human Genome Research Institute, https://www.genome.gov/about-genomics/fact-sheets/DNA-Sequencing-Fact-Sheet
[17] Annex V, Report of the Open-Ended Working Group on the Post-2020 Global Biodiversity Framework on its Third Meeting (Aug.-Sept. 2021). https://www.cbd.int/doc/c/187e/84cd/fd4f6bc8f301770a2481b8c8/wg2020-03-05-en.pdf, p. 161.
[18] Ibid.
[19] Ibid. p. 35.